Orizzonti immensi ed ipogei nascosti: all’eremo di San Silvestro con gli asinelli di Veio

Proseguire insieme agli asinelli di Veio l’esperienza esplorativa del magnifico territorio che circonda Sacrofano. Il capobranco Isidoro detto “Easy”, Priscilla e Ciuchino hanno accompagnato i partecipanti in direzione di Monte Cavallaro.
L’attuale casa degli asinelli di Veio si trova nel bel mezzo di una antichissima zona vulcanica: lì ben seicentomila anni fa il Vulcano Sabatino sputava fiamme e lapilli con eruzioni esplosive. Di quell’antichissima era sono rimasti minerali rari, rocce magmatiche, sentieri di lapillo, cave e solfatare: tale biodiversità ospita numerosissime specie animali e vegetali che convivono in boschi, canyon, forre e vaste distese verdi destinate al pascolo. Querce, lecci, olmi, pungitopo, e vischio; rose ed orchidee selvatiche, funghi e ciclamini; e poi rapaci, fagiani, volpi, cinghiali e lepri; ed ancora al pascolo animali allo stato brado: pecore, pony, cavalli, mucche, puledrini e vitellini.
Il passo lento e flemmatico dei “magnifici tre” è fondamentale per dare al cammino il giusto ritmo. Sincronizzandosi con il loro respiro pacato, e percorrendo una nuovissima e panoramica asinovia, le lunghe e soffici orecchie dei ciuchini indicano dove indirizzare lo sguardo: verso uno bellissimo orizzonte.
La piana del Tevere si stende di fronte a noi, montagne lontane orlano l’orizzonte, più vicina si scorge la sagoma del Monte Soratte: uno fra i luoghi in cui San Silvestro si fermò a meditare, circondato solo dal silenzio della natura e da uno splendido panorama.
Tuttavia il Monte Soratte non è l’unico luogo in cui sostò il “leggendario” eremita Silvestro prima di guarire l’imperatore Costantino dalla lebbra e diventare il primo papa di Roma. Di fronte a noi un eremo ipogeo dal fascino misterioso, dove ancora è possibile vedere resti di affreschi parzialmente svaniti nel corso dei secoli. Esplorare l’angusto ma articolato spazio dove San Silvestro sostò arrivando in groppa ad un asinello.
In questo paradiso gli asinelli marciano insieme alle persone con garbo e cautela per non turbare alcun equilibrio portando con simpatia e buffa agilità alla scoperta di quanto sia fantastico allontanarsi, anche per una sola mattinata, dalla fretta della vita quotidiana per immergerci in questa natura senza tempo.
“Asini in avventura, felicità sicura”; perché, sulla via del rientro, l’impressione è quella di sentirsi più sereni insieme a quelli che ormai son diventati nostri amici e guide: gli asinelli di Veio.
L’Associazione “Asinelli di Veio” è un’Associazione Sportiva dilettantistica affiliata a CSAIn (Centri Sportivi Aziendali e Industriali), Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI Associato a Federturismo Confindustria, nonché Ente di promozione sociale riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell’Interno.
Presidente: Diego Perucchini (istruttore federale FISE - Federazione Italiana Sport Equestri, tecnico equitazione di campagna di terzo livello ed istruttore formatore CSAIn di terzo livello.).
Attività in programma: L’Associazione “Asinelli di Veio” promuove la globale conoscenza, scoperta e valorizzazione del territorio del Parco di Veio attraverso lo svolgimento di trekking a piedi con l’ausilio di asinelli, utili per favorire l’approccio al contesto naturale.
Le linee guida di tale esperienza sono l’amore per un territorio ricco di storia e bellezze ambientali, in cui la natura si fonde con all’ archeologia, e il desiderio di condividere la conoscenza dei siti naturali più rilevanti e facilmente accessibili (fra cui i tratti della via Francigena compresi nel territorio di riferimento).
L’obiettivo viene raggiunto in compagnia di simpaticissimi animali, affettuosi e, in barba ai luoghi comuni, molto intelligenti, in grado di dare il ritmo giusto per percorrere le asinovie, lungo le quali si muovono senza esitare con pazienza e pacatezza.
Il loro carattere curioso e la loro voglia di compagnia umana trasmettono placida serenità e sorridente spensieratezza; gli asinelli mostrano che il segreto è nel cammino senza fretta, che aiuta ad immergersi in una dimensione così vicina, ma sovente lontana e dimenticata nella frenesia della quotidianità.
Questa terra, il cui fascino è troppo spesso dimenticato, può restituire molteplici emozioni con i boschi, i panorami, i luoghi storici, la flora e la fauna del Parco; un contesto che in ogni stagione dell’anno riserva caratteristiche speciali e indimenticabile!
https://www.facebook.com/asinellidiveio/
L’eremo ipogeo di San Silvestro papa, ubicato sull’omonimo monte fra Castelnuovo di Porto e Sacrofano, risale ad epoca paleocristiana (III-IV secolo) e, secondo la tradizione fu uno fra i luoghi in cui si rifugiò il santo in meditazione; conserva ancora i resti di un altare ricavato dalla roccia, e, sulle pareti intonacate, evanescenti tracce di affreschi. Molto suggestivo, anche se si trova in stato di abbandono e deterioramento, si collega ad una fra le numerose leggende di cui sono protagonisti, insieme a San Silvestro, anche il Monte Soratte (sulla cui vetta troviamo un altro eremo intitolato all’eremita Silvestro) e l’imperatore Costantino.
Si narra che all’imperatore, ammalato di lebbra, fu assicurato sul fatto che, a guarirlo, avrebbe potuto essere un eremita ritiratosi in preghiera sul Monte Soratte. Silvestro, convocato a Roma, assicurò che si sarebbe recato al più presto da Costantino, e, per spostarsi rapidamente, si servì della sua mula bianca (e probabilmente alata!). L’animale con quattro balzi portò l’eremita a Roma, e di questi salti rimangono singolari tracce rappresentate da profonde impronte dello zoccolo della mula sul Soratte medesimo - il punto di partenza -, a Rignano Flaminio - vicino al tracciato dell’antica via Flaminia - a Castelnuovo di Porto e, per l’appunto, a Sacrofano.
L’imperatore, una volta battezzato da Silvestro, guarì miracolosamente e si convertì al cristianesimo, donando all’eremita (il futuro Papa Silvestro I) il territorio del Vaticano, su cui fu edificata la prima basilica.
Il Parco Regionale di Veio è un’area naturale protetta della provincia di Roma ed il suo territorio forma un triangolo che vede la via Flaminia ad Est, la via Cassia ad Ovest e la via provinciale Campagnanese a Nord. Il territorio interessa il cosiddetto Agro Veientano, dominato dalla città etrusca di Veio e contraddistinto da interessanti elementi storici, naturalistici e paesaggistici.
Ricco di monumenti e luoghi d’interesse (la villa romana di Campetti - rovine archeologiche che si estendono per circa dieci ettari ed in cui sono riconoscibili una cisterna ed un ninfeo -, una zona funeraria - della quale rimane accessibile la tomba delle anatre -, la Mola di Isola Farnese - un mulino dei primi anni del Novecento con il suo Fosso della Mola -, Fosso Piordo - una piccola cascata nei pressi del mulino -, il biotopo del Follettino, il vulcano di Sacrofano), il territorio del Parco di Veio abbraccia nove comuni (Campagnano, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano, Roma e, ovviamente, Sacrofano - l’unico fra i nove ad avere oltre l’80% del territorio comunale all’interno del parco medesimo).
Per quanto riguarda la flora, troviamo varie tipicità a seconda delle peculiarità della zona. Nell'area centro settentrionale del parco si possono riconoscere il cerro, l'acero, il carpino nero, il bagolaro, l'orniello, il castagno, il carpino bianco, il leccio, la roverella. Nel sottobosco sono invece presenti il biancospino, il corniolo, la sanguinella, il ligustro, la berretta da prete, il rovo, il prugnolo, la rosa di San Giovanni, la primula, la melissa, il gigaro chiaro, la viola mammola, l'euforbia delle faggete, l'anemone degli Appennini, l'edera, la vitalba e l'asparago selvatico.
L’escursione Orizzonti immensi ed ipogei nascosti, organizzata dall’associazione “Asinelli di Veio” (referenti tecnici: Diego Perucchini - istruttore di equitazione ed accompagnatore di turismo equestre - e Laura Antonucci) con il patrocinio del Comune di Sacrofano, si è svolta domenica 14 febbraio 2021 nel pieno rispetto delle norme anti Covid in vigore.
Alessandro Poggiani
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