“Requiem per un ghiacciaio”. Legambiente in lotta per i ghiacciai alpini

In occasione dello sciopero globale per il clima indetto dai Fridays For Future, che ha visto scendere in piazza migliaia di persone in tutte le città, Legambiente contribuisce a lanciare l’allarme sulla salute dei ghiacciai che mostrano, assieme a tutto l’ecosistema alpino, i drammatici segni dei cambiamenti climatici in corso, dando il via ad un evento che porta simbolicamente ad organizzare delle “veglie” per i ghiacciai alpini maggiormente a rischio nei giorni 27, 28 e 29 settembre.
Il primo fra i sette “requiem” si è tenuto per il Ghiacciaio del Lys (in Valle d’Aosta, sul massiccio del Monte Rosa): partendo da Staffal - nella valle di Gressoney, poco sopra Gressoney La Trinité - un centinaio di persone sono salite fino alle sorgenti del Lys (il torrente che nasce dal ghiacciaio omonimo, scende lungo l’intera valle di Gressoney e sfocia nella Dora Baltea - uno fra i maggiori affluenti di sinistra del Po - a Pont Saint Martin), ai piedi del ghiacciaio che, nel corso degli ultimi trent’anni, è arretrato di circa cinquecento metri.
L’iniziativa è stata presentata da Vanda Bonardo (responsabile nazionale Alpi di Legambiente), con la partecipazione, per l’approfondimento scientifico, di Michele Freppaz (docente all’Università di Torino) e di Michel Isabellon (Arpa Aosta).
Ad accompagnare la veglia la “musica per il ghiacciaio” del suonatore di corno delle Alpi Martin Mayes ed i “racconti sul ghiacciaio” di Davide Camisasca, noto fotografo e guida alpina, il quale ha anche le effettuato le riprese. A conclusione della giornata una discussione collettiva sulle azioni personali per provare a mitigare i cambiamenti climatici.
Hanno preso parte all’evento Legambiente Dora Baltea, Legambiente Valle d’Aosta, Comitato di Cortilys, progetto VISPO, giovani e amanti della montagna.
La stessa iniziativa è prevista, fino a domenica 29 settembre, per i ghiacciai del Monviso (Piemonte), del Montasio (Friuli-Venezia Giulia), dello Stelvio (Provincia di Bolzano), della Marmolada (Provincia di Trento),
Ispirati al funerale per il ghiacciaio islandese Okjokull - passato in poco più di un secolo da una superfice di sedici chilometri quadrati ed uno spessore di cinquanta metri ad una superfice di un km quadrato e quindici metri di spessore -, e pochi giorni dopo quella per il Pizol - in Svizzera - i “Requiem per un ghiacciaio”, hanno preso il via venerdì 27 settembre, in occasione dello sciopero globale per il clima dei Fridays For Future.
All’iniziativa, organizzata in collaborazione con le associazioni Dislivellie CinemAmbiente, aderiscono inoltre: Comitato di Cortilys, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, La via di Malles, Libera Belluno, Mountain Wilderness, Italia Nostra - sezione di Belluno, Peraltrestrade, Vispo, Wwf Alto Adige.
Se le temperature si manterranno nella media degli ultimi anni, i ghiacciai sotto i 3.500 metri potrebbero sparire entro il 2050, ovvero in soli trent’anni. Sulle Alpi Orientali e Centrali potrebbero ridursi drasticamente o scomparire del tutto; sulle Alpi Occidentali, secondo il dossier del WwfItalia sulla crisi climatica nel Mediterraneo, ne rimarrebbe una parte di alcuni. La superfice dei ghiacciai in Italia è passata dagli oltre seicento chilometri quadrati del 1989 a meno di quattrocento attuali, circa il quaranta per cento in meno. I ghiacciai continuano a ridursi drammaticamente sia in lunghezza sia in spessore.
Alessandro Poggiani
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