Arte contemporanea alla Galleria “monogramma” di Roma

Sandro Aceto, in arte Oteca, nelle cui opere “vi è una costante riflessione sull'uomo e le sue condizioni di vita nel terzo millennio. Dal ‘Caos’ primordiale, definisce linee, volumi e colori attraverso sottrazioni di materia, per poi portare alla luce l'immagine finale che appare comunque in continuo divenire”.
Rossella Cea dalla reinterpretazione di una statua romana che riposa nel museo archeologico di Taranto “fa nascere ‘Dèmetra’. Gli ancestrali lineamenti d’un volto in bellezza eternata nella tradizione ebraica e classica. Un doppio pittorico, un Doppelgänger artistico in rievocata maschera teatrale di dea della terra. La soggettivizzazione del mito nel suo ondeggiare tra antropica immanenza e sacralità dei Misteri Eleusini, tra razionalità apollinea e pulsione dionisiaca, si pone come punto d'unione tra passato e presente, in vibrante sospensione ritmica, con un sorriso enigmatico rivolto al futuro, rievocando le opere plastiche di Kasimir Malevič e le icone fotografiche di Karl Schwerdt”.
In Miriam Ferrucci la rappresentazione del femminile si “risolve, scrive Silvana Bonfili, in una riuscita carrellata di personaggi, e così Rosa, Ophelia e le altre evocano altre storie e altre narrazioni… Via via questi volti femminili ci inoltrano in abissi interiori e ombre ora visibili dell’anima: …l’evanescenza dell’essere che ci suggerisce ‘Ophelia’ o il senso della caducità e della fragilità della bellezza nel malinconico ritratto di Rosa…”
L’architetto Giuseppe Grieco, assistente in Restauro e Conservazione dell’Architettura presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Roma Sapienza incentra la sua ricerca. sul rapporto tra antico e nuovo in architettura, pittura e scultura. “Ama rappresentare varie tematiche e sperimentare diverse tecniche artistiche alla ricerca di più profonde e stimolanti espressioni creative. Crede nel dialogo continuo e nel rapporto tra modernità e tradizione, tra antico e nuovo, tra il contemporaneo e la preesistenza, nell’architettura e nell’arte”.
Gabriele Scocco, romano classe 1974,allievo del pittore Marco Rossi a Giove, in Umbria, realizza lavori sperimentali su tela con materiali diversi come miele, saponi, dentifricio, profumi e dipinti su lenzuola, lavori di bricolage, murales, street art, aerografie, studi di tatuaggi.

Alberto Esposito
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