Beethoven, nella natura eterna. Personale di Gerhard Ludwig Schwarz a Roma nel Museo Venanzo Crocetti

Era usanza, nei secoli scorsi per tutti gli intellettuali europei, approfondire la propria formazione compiendo il Grand Tour, recandosi in Italia e nelle sue importanti città: Roma, Napoli, Firenze, Venezia. Dipingevano paesaggi o scrivevano del viaggio. Non ci fu solo Goethe, il grande intellettuale, ma anche personaggi più strani e moderni, come J. G. Seume, una specie di hippy ante litteram, che girò sei mesi in Italia con un solo vestito addosso e un solo zaino per bagaglio, con dentro i libri dei classici latini. Alcuni viaggiatori proseguivano, attratti dall’Oriente, ma altri si fermarono a vivere nella città eterna. A Roma ciascuno prendeva e dava: Goethe si ispirò al teatro italiano per fondare quello tedesco; Winckelmann divenne sovrintendente alle antichità pontificie e inventò la Storia dell’Arte come la conosciamo oggi.
Schwarz non ha mai dimenticato i suoi punti di riferimento nazionali: Goethe, l’intellettuale per eccellenza, che ha ispirato il suo gusto per l’esplorazione e il suo amore per l’Italia, e Beethoven, il musicista che dette molta importanza alla Natura, (pensiamo alla Sinfonia n. 6, Pastorale), un tema attuale eppure eterno, per gli Illuministi come Rousseau, per i romantici, ma anche per il molto tedesco e molto contemporaneo Beuys, precursore dell’ecologia in Arte.
In questa occasione, l’artista espone 12 dittici, composti di tele dipinte a olio di identica dimensione, ciascuno nato come conseguenza di una esplorazione sul luogo e, insieme, di un lavoro di ripensamento, in studio, scaturito dall’ascolto della musica, come in una meditazione. Alla fine del percorso, scrive l’artista: “I miei sensi vedevano più degli occhi. L’ispirazione creativa della Natura in Beethoven ha dato vita a musica immortale, in me le sue armonie hanno suscitato nuovi colori e nuove visioni.
Le opere in esposizione sono state realizzate da Schwarz percorrendo dodici sentieri lungo il fiume Treja, attorno al paesino di Calcata, dove l’unica musica era costituita dal suono dell’acqua. Ciascuna veduta avrà accanto, come in un dittico, la tela gemella, la versione realizzata in studio, al suono della musica di Beethoven. Ci sarà inoltre un trittico di grande effetto; è proprio il caso di dire “variazioni sul tema”, non a caso un termine musicale.
La mostra, che ha ricevuto il patrocinio gratuito dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania e del Municipio Roma XV, è sponsorizzata dalla Fondazione Franz Ludwig Catel, attiva dai tempi del suo fondatore, Il pittore tedesco F. L. Catel, giunto a Roma col fratello nel 1811; un vedutista che, attratto dal paesaggio italiano, si fermò qui tutta la vita, sposando in seconde nozze una donna romana. Il Pio Istituto Catel fu creato per aiutare gli artisti tedeschi che volevano fermarsi e formarsi nella Città Eterna e tuttora svolge questa funzione.
In concomitanza con la mostra, sabato 6 maggio, per l’intera giornata, sarà presentata una ricerca sul rapporto tra musica e pittura. Schwarz ha invitato il suo gruppo di allievi a compiere la sua analoga ricerca, un percorso affrontato da alcuni mesi che si concluderà con l’esposizione, la discussione e l’analisi dei loro lavori: ciascuno di loro presenterà la propria personale idea di interpretazione della musica attraverso la pittura.
Sabato 13 maggio alle ore 17.00, sarà presentato il libro “Roma al nord del Tevere” di Maria Cristina Crespo (ed. Luoghinteriori). Il libro, che si inserisce nella collana “Quaderni del Grand Tour” diretta da Renato Mammucari, per la prima volta racconta la storia degli artisti, scrittori, intellettuali e viaggiatori che descrissero i luoghi di Roma Nord percorrendo la via Cassia per giungere a Roma: dai pellegrini sulla via Francigena a Leonardo da Vinci, a Catel, che presso Ponte Milvio possedette perfino una vigna, al grande pittore inglese Turner e, ancora, i romantici francesi, Goethe a spasso tra Acqua Acetosa e Monte Mario, il gruppo XXV della Campagna Romana e lo stesso Schwarz (Santuario del Sorbo a Formello, La Giustiniana, Parco Papacci di Grottarossa e il Tumulo etrusco della Vaccareccia, nel Parco di Veio).
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