Endometriosi: a Spazio5 un incontro sul potere dell’arte sulla malattia

Endometriosi: a Spazio5 un incontro sul potere dell’arte sulla malattia
Si è svolto sabato 30 ottobre 2021 presso Spazio5 - via Crescenzio 99/d, a pochi metri da piazza del Risorgimento - l’incontro organizzato dalla Galleria Are Arte insieme alla dottoressa Sona Haroni.

«Mangerete polvere, / cercherete di impazzire e non ci riuscirete, / avrete sempre il filo della ragione /che vi taglierà in due. / Ma da queste profonde ferite usciranno farfalle libere» (Alda Merini)

«Torcia vola al tuo lume la falena accecata / crepita arde e loda il fuoco onde soccombe!» (Charles Baudelaire, Inno alla bellezza)

«Farfalle/fiori non definiti… un po’ come a volte ci sentiamo noi, donne a metà, incomplete, alla continua ricerca del nostro luogo felice» (Eden)

«Ghiaccio sul fuoco, una mongolfiera che fugge dal freddo che a volte gela il cuore, l’indifferenza di chi non comprende il nostro dolore... siamo fiamma che arde sopra un terreno di ghiaccio» (Air)

«Farfalle eteree, leggere, in quel reticolo ordinato, geometrico… la voglia, l’esigenza di uscire fuori dagli schemi, di non uniformarci… essere noi stessi a qualunque costo» (out of the box)

«Quante volte ci siamo sentiti in una tempesta, in balia delle onde? L’importante è non abbandonare mail il timone... le tempeste passano e a volte servono per ripulire il cielo e liberare l’orizzonte» (La notte di San Lorenzo)

 

La Galleria ARE ARTE (via Trionfale 10, nel quartiere Prati) sabato 30 ottobre ha organizzato, insieme alla Dottoressa Sona Haroni (psicologa e psicoterapeuta) a Roma, presso Spazio5, un incontro per dialogare e confrontarsi sull’aspetto benefico che l’arte può avere sulla malattia - in questo caso l’endometriosi - e di quanto possa essere d’aiuto immergersi nella visione di un quadro, ascoltare musica, leggere poesie, danzare, guardare un film che ci coinvolge in modo particolare

Incontrarsi e condividere le esperienze, dialogare sulle emozioni suscitate dalle toccanti opere di Gianluca Motto (nella mostra out of the box, inaugurata lo scorso 23 ottobre a Spazio5 alla presenza dell’artista) con le sue splendide farfalle, da sempre simbolo per eccellenza della fragilità e della bellezza che si trasforma.

Un incontro per ritagliarsi un momento di leggerezza, di cui c’è grandissimo bisogno.

«Ho deciso di occuparmi di endometriosi perché anch’io, dopo aver impiegato anni per dare nomi ai sintomi, quando ho ricevuto la diagnosi ho visto crollarmi il mondo addosso. La paura che la malattia potesse impedire di realizzare i miei sogni è diventata lacerante. Percepire il mio corpo come non sano è stato un trauma. […] In preda ad uno shock ho iniziato ad imbattermi in tutte le difficoltà psicologiche che si manifestano, dall’accettazione all’assunzione di responsabilità. Ancora oggi mi ritrovo quotidianamente a dover affrontare delle piccole grandi sfide legate all’endometriosi. Ma con il tempo ho imparato a ripristinare di volta in volta nuovi equilibri personali e relazionali che ne tengano conto. In virtù della mia esperienza e consapevole di quanto sia difficile trovare soluzioni ai problemi che l’endometriosi comporta, ho deciso di supportare altre donne nella mia stessa situazione. Se senti che oltre al danno e al dolore provi la beffa del senso di colpa, se nessuno ti capisce fino in fondo, se hai paura di non essere creduta, se ti vergogni della tua condizione, se non puoi essere mai veramente te stessa, se ti senti tremendamente sola, se inizi a credere veramente che è tutto nella tua testa, se cerchi un esperto che conosca personalmente il tuo problema, accompagno le persone in un percorso psicologico finalizzato a tutelare un nuovo equilibrio interiore, che tenga conto dell’endometriosi, del contesto che le circonda e dei loro bisogni» (Sona Haroni)

https://www.endoepsiche.it/ 

 

L’endometriosi

Cicli mestruali dolorosi, colon irritabile, cistite ricorrente, stanchezza cronica, infertilità, dolore ai rapporti (dispareunia), dolore pelvico cronico. Segnali da non sottovalutare, in quanto potrebbero essere i sintomi dell’endometriosi, una malattia complessa, cronica e poco conosciuta originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna all’utero - chiamato endometrio - in altri organi (ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino e vescica).

L’endometriosi è una malattia ormono-dipendente ed ogni mese, sotto l’effetto del ciclo metruale, il tessuto impiantato in sede anomala va incontro ad un sanguinamento interno. Ciò dà origine a cisti, infiammazioni croniche degli organi in cui si impiantano tali focolai, cicatrici, aderenze e, in alcuni casi, provoca infertilità.

L’endometriosi è riscontrabile anche in sede intestinale e vescicale, sui legamenti utero-sacrali, nel setto retto vaginale e nelle tube. Nel caso di endometriosi vescicale i sintomi sono quelli tipici di infiammazione e cistite, o anche di incontinenza, senza che risultino infezioni batteriche o virali a carico della vescica. La loro ricorrenza ciclica è un elemento determinante per distinguere le cause.

L’endometriosi intestinale può dar sintomi che sovente vengono scambiati per “colon irritabile” (crampi addominali, stipsi alternata a diarrea, dolore alla defecazione) e la diagnosi è molto difficoltosa.

 

I sintomi

L’endometriosi è sovente dolorosa (nel 60% dei casi circa) fino ad arrivare ad essere invalidante con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, e, durante il ciclo mestruale (o in concomitanza con esso), dolore ovarico intermestruale, dolore all’evacuazione, dolore lombare.

Esistono anche altri sintomi non meno importanti: il dolore durante e dopo i rapporti sessuali, l’infertilità, gli aborti spontanei, l’affaticamento cronico, sintomi gastro-intestinali e/o periodi di stipsi alternati a diarrea, sintomi urologici in concomitanza con il ciclo.

Tuttavia, a volte l’endometriosi può risultare asintomatica.

 

Le cause

Le teorie circa le cause dell’endometriosi sono numerose e differenti, e non necessariamente si escludono fra loro.

Al momento non è stata identificata una causa certa, e poiché l’endometriosi, nella maggior parte fra i casi, viene riscontrata in sede pelvica, una prima ipotesi potrebbe essere quella della mestruazione retrograda.

Secondo tale teoria, durante le mestruazioni, piccole parti di tessuto endometriale migrano in senso inverso nelle tube per poi impiantarsi nell’addome.

Secondo alcuni esperti, la mestruazione retrograda è presente in tutte le donne, ma solo nelle donne affette da endometriosi, il tessuto endometriale riesce a radicarsi ed a crescere. Inoltre, sono in fase di studio le teorie riguardanti il nefasto contributo dato da fattori ambientali (tristemente noto, in alcune zone d’Italia e del mondo, è il caso dell’esposizione alle polveri di amianto e alla diossina) e dall’epigenetica nello sviluppo della malattia.

 

La diagnosi

La capacità di diagnosticare l’endometriosi è strettamente connessa alla competenza del ginecologo nella cura della malattia. Per ricevere una diagnosi rapida e accurata delle localizzazioni della patologia, è fondamentale rivolgersi ad un centro specializzato, in cui l’esperienza dei professionisti coinvolti permetta un corretto inquadramento della malattia attraverso una visita ginecologica e l’integrazione di altri esami diagnostici quali la risonanza magnetica, l’ecografia, il clisma opaco, il ca125 (esame aspecifico) e la laparoscopia.

 

Le terapie

Il tipo di terapia va concordata con un centro specializzato in endometriosi - l’elenco completo è disponibile sul sito dell’A.P.E. (Associazione Progetto Endometriosi) - ed è strettamente connessa all’età della donna, al grado di dolore, al desiderio di maternità ed alla gravità delle lesioni.

Al momento le soluzioni per ridurre la sintomatologia dolorosa sono differenti e vanno dalle terapie ormonali - come i contraccettivi - alla pillola in continuo e la menopausa farmacologica. Nella maggior parte fra i casi la chirurgia - generalmente mediante tecnica laparoscopica - dovrebbe esser presa in considerazione solo se il trattamento terapeutico non ha avuto successo o se la donna presenta segni di endometriosi profonda.

Anche l’alimentazione è di aiuto nel controllo del dolore; è fondamentale diminuire l’assunzione di alimenti (ad esempio carni rosse, zuccheri semplici, latticini, farine raffinate, etc.) che possono favorire l’insorgenza dell’infiammazione - e quindi del dolore -, prediligendo cereali integrali in chicco, pesce e verdure.

 

L’A.P.E. (Associazione Progetto Endometriosi)

La storia dell’A.P.E. comincia nell’ottobre 2005 quando un gruppo di donne con esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle ha deciso di creare qualcosa che rappresentasse loro e le moltissime altre donne nella stessa condizione.

Con oltre milletrecento incontri organizzati nei primi quattordici anni di attività (fino a quando nel febbraio/marzo 2020, come purtroppo tutti sappiamo, l’emergenza sanitaria connessa alla pandemia Covid-19) ha portato all’annullamento ed al rinvio a data da definirsi di tutti gli eventi dal vivo) il progetto promuove l’informazione in relazione all’endometriosi per le donne, i loro famigliari, il personale sanitario e le istituzioni al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e di sostenere coloro le quali ne sono affette fondandosi sulla relazione interpersonale, l’ascolto, l’accoglienza e la correttezza dei dai caratteristici della patologia.

Il sito www.apendometriosi.it è il modo più veloce per rimanere il contatto con l’associazione Progetto Endometriosi. Sul sito, ed anche attraverso i canali sociali (Facebook, Instagram, Twitter, YouTube), è possibile trovare informazioni e dati sulla malattia, seguire da vicino le attività dei gruppi di auto mutuo aiuto e consultare il calendario degli eventi, nonché accedere al forum in cui scambiare esperienze con altre donne affette da endometriosi. Inoltre, sul sito è possibile conoscere i corsi di formazione per il personale sanitario organizzati dall’A.P.E. e seguire gli sviluppi per la promozione e la tutela dei diritti delle donne affette da endometriosi.

 

Far crescere l’associazione

L’unico modo di prevenire le possibili complicanze della malattia è intervenire in tempo. Fare informazione per creare consapevolezza. L’A.P.E. ha bisogno di iniziativa, inventiva, volontà, disponibilità, fiducia di tutti coloro i quali/le quali desiderano far qualcosa di concreto.

L’A.P.E. offre sostegno attraverso l’organizzazione degli eventi informativi e nella forma dell’auto mutuo aiuto con vari gruppi diffusi sul territorio nazionale, poiché crede fermamente che la sofferenza connessa all’endometriosi si sconfigga anche recuperando il proprio benessere psicofisico.

Esistono vari modi per sostenere l’A.P.E. Il più semplice è quello di destinare il 5x1000. Inoltre è possibile diventare donatore, versando un contributo di qualunque importo - anche minimo - che permetterà all’A.P.E. ed alle sue volontarie di diffondere informazioni sull’endometriosi con l’organizzazione di convegni, conferenze ed eventi, e di condurre campagne di sensibilizzazione presso i medici di medicina generale, il personale sanitario, i medici consultoriali e nelle scuole. Per esser sempre aggiornati sulle novità terapeutiche, sulle attività dell’associazione e accedere alle stanze riservate del forum, è possibile diventare sostenitori, versando una quota minima di venti euro; oltre ad aver la possibilità di chiedere consigli ai medici specialisti che rispondono sul forum, è possibile ricevere «Il Pungiglione», il notiziario scientifico bimestrale interamente redatto dall’A.P.E., con il quale è possibile esser aggiornati su convegni ed eventi a cui l’associazione partecipa, ottenere informazioni utili sull’alimentazione e ricette, leggere le rubriche dei medici e delle volontarie e molto altro.

Dal febbraio 2020 l’Associazione Progetto Endometriosi ODV è diventata Organizzazione selezionata dall’IID (Istituto Italiano della Donazione), che ne verifica la trasparenza dei processi gestionali e l’uso corretto dei fondi raccolti a tutela del donatore.

Per maggiori informazioni: telefono: 334/6193650 (dal lunedì al giovedì dalle 19.00 alle 21.00); mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

L’arte come terapia del benessere

La reazione che il nostro corpo ha di fronte ad un’opera d’arte non è connessa alla cultura, bensì alla biologia: la natura ha fatto sì che ognuno di noi abbia la possibilità di “illuminarsi d’immenso” al cospetto della bellezza.

L’arte, in tutte le sue forme, è piacere puro, ma, per goderne, è fondamentale decidere di farci questo regalo: andando a visitare una mostra, leggendo delle poesie, partecipando ad un concerto o anche solo guardando un tramonto immergendoci e lasciandoci avvolgere dai profumi e dai suoni della natura. L’arte è una vera e propria terapia del benessere; il nostro cervello ha bisogno del contatto con l’arte e con la natura per svilupparsi in maniera armonica.

Di fronte ad un’opera d’arte le nostre emozioni vibrano sulla stessa lunghezza d’onda di quella che ha guidato l’artista: in quella sua opera ci ha consegnato una parte di sé, che noi riconosciamo con l’area emotiva del cervello, non con la razionalità.

Il bello attiva nel cervello la dopamina - un neurotrasmettitore con una funzione di controllo sulle sensazioni del piacere -, che crea una reazione a catena producendo ossitocina, ormone che viene prodotto nelle situazioni di serenità e che abbassa lo stress e attiva il principio del benessere puro.

L’arte come terapia viene utilizzata anche nel reparto di Psichiatria infantile dell’ospedale Niguarda di Milano, dove, nel 2018, è stato avviato un progetto che sta avendo dei risultati sorprendenti sui pazienti, che trovano nella pittura degli spazi di evasione, di serenità e di creatività riuscendo ad esprimersi con l’uso del colore e del disegno e provando grande gratificazione personale.

Soprattutto nei momenti di grande stress fisico ed emotivo, il ritagliarsi delle piccole finestre sull’arte è in grado di donarci un benessere molto prezioso.

 

La Galleria ARE ARTE, promotrice e organizzatrice dell'incontro a Spazio5, è un piccolo ed accogliente spazio nel cuore di Roma (via Trionfale 10, nel quartiere Prati) dove visitare mostre, acquistare opere uniche, pregiate grafiche d’autore e oggetti d’arte realizzati da importanti artisti (ricordiamo Vincent Alran, Luca Bellandi, Romeo Britto, Tommaso Cascella, Marco Lodola, Melonski, Gianluca Motto, Francesco Musante, Ugo Nespolo e molti altri).

Per maggiori informazioni: telefono: 320/4140666; mailQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.