Gli Etruschi senza Mistero - Il popolo più religioso: La disciplina etrusca

Prosegue il ciclo di conferenze “Gli Etruschi senza Mistero” al Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma
“Un popolo più di ogni altro dedito alle pratiche del culto, in quanto primeggiava nel coltivarle.” Con questa frase, il celebre storico Tito Livio (V, 1, 6).), contemporaneo di Augusto, evidenziava il ruolo giocato dalla religione, dalle pratiche e dalle istituzioni a essa legate nella società etrusca. Dai culti gentilizi, che avevano come oggetto gli antenati e come luogo privilegiato le tombe, alle manifestazioni del sacro di carattere collettivo e cittadino, come i templi, gli altari, i luoghi preposti a trarre gli auspici e le stesse città, che dovevano essere rigorosamente fondate etrusco ritu, ossia nel rispetto della prassi rituale etrusca. Il tutto regolato da una disciplina ferrea e rigorosa, che gli Etruschi stessi attribuivano a Tagete, un bambino miracolosamente apparso da una zolla di terra, grazie alla cui saggezza erano state rivelate quelle peculiari tecniche divinatorie che avevano reso grande la fama dei Tirreni in tutto l’Occidente. E che parimenti contribuiva ad attribuire un’aura del tutto particolare ai sacerdoti specializzati in queste pratiche, gli aruspici, il cui aspetto era così peculiare da aver indotto già Catone il censore a “meravigliarsi che un aruspice non si mettesse a ridere quando vedeva un altro aruspice” (Cicerone, Della Divinazione, 2, 51).
Di tutto questo e molti altri aspetti poco noti della religione e dei miti etruschi si parlerà, all’indomani delle festività pasquali, nella prossima conferenza del fortunatissimo ciclo “Gli Etruschi senza mistero”, iniziato lo scorso novembre e curato dal Direttore del Museo Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo, in programma il prossimo 5 aprile alle ore 17.00.
Pubblicato in: Arte
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