Gli orafi Fausto Maria Franchi e Enrico Franchi in mostra a Todi

"Variazioni" e "Follie" "Variazioni" e "Follie" opere di Fausto Maria Franchi ed Enrico Franchi
Sabato 21 maggio 2022, a Todi, si inaugureranno le mostre degli orafi scultori Fausto Maria Franchi e del figlio Enrico Franchi.

Alle ore 16.30, al Palazzo del Popolo, Sala delle Pietre, al via la mostra di Fausto Maria Franchi dal titolo Variazioni, mentre alle ore 18.30, al Polo Museale Monastero delle Lucrezie, Sala del Torcularium, si inaugurerà Follie, la mostra di Enrico Franchi.

Le esposizioni, patrocinate dal Comune di Todi, dalla Regione Umbria e dal Nobil Collegio degli Orafi-Argentieri di Roma, a cura di Lucia Sabatini Scalmati e organizzate dall'Associazione NO O.D.I. Roma, saranno visitabili fino a domenica 12 giugno 2022 con ingresso gratuito e nei seguenti orari: dal martedì alla domenica, ore 10.30 - 13.00 e 16.00 - 19.00; chiuso il lunedì.

Per l'occasione, l’Editrice Darte www.editricedarte.com pubblicherà due cataloghi, uno per artista, a cura di Lucia Sabatini Scalmati e con il testo dello storico dell’arte Lorenzo Fiorucci.

Variazioni comprende i lavori di ricerca che Fausto Maria Franchi ha portato avanti negli anni, facendone una pratica di severo e morale ordine di vita.

Le opere esposte sono centoventi circa, fra terrecotte, dipinti, bronzi, gioielli e argenti.

Affascinato dalla materia e dalle sue libere possibilità, con un mero movimento che da inventivo si trasforma in creativo, Franchi tende a trasmettere, tramite il fare delle mani, libere forme che colmano il bagaglio visivo dell'autore, formandone un personale lessico espressivo in cui “piccolo e grande” perdono di peso e la logica di un monile assume valenze altre, mentre la scultura si arricchisce di preziosi stilemi. Sono le variazioni delle molteplici curiosità dell’artista. 

Fausto Maria Franchi torna a Todi a venticinque anni di distanza dalla sua mostra Oltre la memoria, che si tenne alla Sala delle Pietre dal 25 aprile al 4 maggio 1997.

Enrico Franchi con Follie, propone due installazioni, Transumanza e Follia, e dal ciclo “Città sepolte”, espone la scultura in bronzo Awara (città dell’antico Egitto, pezzo unico, cm.23x8xh.160).

Transumanza è composta da cinque opere in bronzo (cm.55x30 l’una) che raffigurano   mucche geneticamente modificate.

Cinque opere testimoni della grande istallazione di Enrico Franchi, nata nel 2009, composta da duecento sculture in bronzo di piccole dimensioni (cm. 15x6h7) ognuna con differenti deformazioni, qui a Todi non esposta per motivi logistici.

È il lento trasferimento delle mucche dai pascoli del piano a quelli dell’alpe e viceversa, è la metafora a cui ricorre l’artista romano per raccontarci la proiezione nel futuro delle distorsioni ambientali dell’odierno rapporto uomo/mondo.

Lo scultore, con Transumanza, aggiunge una tappa al suo programma plastico/poetico, preoccupato per il futuro della nostra specie.

Tale installazione venne fotografata per la prima volta davanti allo stabilimento ILVA di Taranto per denunciarne l’impatto tragico sulla vita dell’uomo e sull’ambiente.

 

Follia è rappresentata da circa quattrocento personaggi tratti dall’esercito cinese di Xi’an a cui l’artista ha mozzato la testa mettendogliela in mano.

I soldatini, alti 18 cm., sono realizzati in resina: portano una lancia in una mano e nell’altra la testa decapitata.

Il loro capitano, delle stesse dimensioni, è in bronzo: essendo consapevole, conserva la testa sulle sue spalle e ne porta un’altra decapitata in mano.

Enrico Franchi vuole affermare la follia della guerra, delle armi, di migliaia di uomini mandati a morire senza una cognizione, perché solo il potere sa perfettamente quello che vuole.

 

A proposito delle mostre di Todi, lo storico critico dell'arte Lorenzo Fiorucci afferma, per Fausto Maria Franchi: «Linguisticamente, la grammatica visiva che Franchi introduce ha una dimensione vascolare, copre cioè molte strade e in modo fluido, senza tuttavia essere eclettica, semmai a volte è giocosamente citazionista. Filologicamente è infatti visivamente facile rintracciare in alcune sue tele espliciti riferimenti a Picasso, Guernica in particolare, o suggestioni surrealiste in alcune composizione di terracotta e altri materiali, in cui si fonde con il gusto per il primordiale, quasi un riverbero di arte negra. Mentre altre sculture, fatte di grovigli di fili metallici armoniosamente composte, spingono nel cuore della modernità la sua ricerca plastica, in cui è possibile intravedere una rilettura spazialista o l’evoluzione di una certa corrente della scultura disegnata o di linea, che da Calder giunge fino ad Habicher, passando per il Concetto spaziale di Lucio Fontana e i vortici di Idee di Edgardo Mannucci».

 

Per Enrico Franchi: «Seppure sia presente una vivacità creativa, e a tratti fantastica, che accomuna Enrico Franchi al padre Fausto Maria, la dimensione tematica di Enrico è decisamente più concreta, forse perché espressione di un’urgenza contemporanea che lo porta ad esprimersi attraverso una narrazione esplicitamente figurativa della realtà. Una realtà che trova nella metafora della mandria di bovini, il pretesto giusto per approfondire un momento di drammaticità contemporanea. Una ricerca avviata ormai da qualche anno, dove la visione d’insieme della mandria, che nella superficie potrebbe evocare poeticità ottocentesche post unitarie, “fattoriane” per intendersi, seppure in formato plastico, nella profondità del dettaglio svela una diversa e più tragica narrazione».

 

Fausto Maria Franchi (Roma, 1939), si forma sotto la guida dei Professori Orlandini e Gerardi, al M.A.I. di Roma. Il riconoscimento della critica avviene nel 1964 con la personale di Argenti bianchi a New York - la realizzazione, nel 1966, della legatura per il “Libro d'oro” della città di Roma - e, a Firenze, il 1° Premio del Concorso Nazionale di Oreficeria. Franchi sente una profonda spiritualità per la natura, per l’uomo, per il mondo che lo circonda. Un ludico fare è sempre presente nel suo pensiero, rende dialettico il rapporto gioia-dolore; gli permette di alleggerire il pesante, di unire l’anima al corpo, la tecnica all’idea e l’intuizione alla conoscenza e al bello: bello inteso come una necessità interiore, un bisogno morale di purezza.

 

Enrico Franchi nasce a Roma nel 1972 dove si diploma presso il 2° Liceo Artistico. Il suo “progettare” è frutto di un fermo ragionamento, dove gli oggetti vivono in un continuo equilibrio tra materia e tecnica; materia traslata in spigolose strutture architettoniche, spie delle mille difficoltà che ci circondano. Follia, Transumanza, Agorà sono i suoi temi di ricerca: guerra, devastazione ambientale, isolamento dell’essere umano. A partire dal 1997 compie una serie di viaggi partecipando a stage e simposi di scultura: Den Haag, Lisbona, Nyireghyhaza e Sosto (Ungheria), che gli permettono di approfondire sia la scultura sia la gioielleria artistica contemporanea. Un contatto continuo con la Fonderia Artistica Versiliese a Pietrasanta (LU), accresce la competenza nel campo dei metalli. Partecipa a varie edizioni della mostra Desideri Preziosi, Roma (dal 1994 al 2009), organizzata dalla CCIAA di Roma, vincendo il 1° Premio per il concorso Giovani Orafi nel 1994, nel 1997 e il 1° Premio di Scultura nel 2004.

Ha tenuto lezioni sull’artigianato artistico nelle sedi di diverse scuole e istituti specifici tra cui la Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Architettura - La Sapienza di Roma -, la Scuola dell'Arte della Medaglia della Zecca di Stato a Roma - l’Istituto Artistico di Perugia - il Campus dell’Arte di Todi. Enrico Franchi lavora nella Bottega Atelier di Via di Ripetta a Roma e a Todi.