ICONE: le opere di Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano degli anni ’50 e ’80

La mostra presenta una selezione di quattordici opere di Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano datate tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2022.
Sul finire di un 2021 ricco di giovani proposte, La Nica intende rendere omaggio ai tre artisti protagonisti della Pop art italiana ed in particolare della Scuola di Piazza del Popolo, divenuti dagli anni Sessanta delle vere e proprie icone dello scenario artistico della Capitale e non solo.
Il titolo ICONE non vuole, dunque, alludere solamente ai soggetti delle loro opere, che specialmente in quel periodo adottano i simboli della “romanità” ed “italianità” in tipica chiave pop, ma vuole altresì riflettere proprio sugli artisti e sulle loro esistenze, riferendosi al concetto stesso di icona nell’immaginario sociale.
Nel Dopoguerra Roma era diventata una delle principali sorgenti di rinnovamento culturale in Italia ed in Europa; Vacanze romane, La dolce vita e gli studi di Cinecittà, così come il successivo boom economico sono soltanto alcuni degli effetti della contaminazione culturale accelerata nel luglio del 1950 dall’inaugurazione della prima tratta di linea con gli Stati Uniti dall’aeroporto di Ciampino. In uno scenario così dinamico gli artisti, che non solo frequentavano la Capitale ma la vivevano per cavalcarne i fermenti, hanno avuto degli stimoli unici e, sembrerebbe, anche irripetibili.
È in questa cornice storica e sociale che Angeli, Festa e Schifano si muovono come protagonisti, in una realtà nella quale con il trionfo dei mass media, l’apparenza visiva e lo stile di vita diventano centrali in una costruzione identitaria per imitazione.
Diventare delle icone, in tal senso, ha fatto anche sì che per anni i personaggi, più che gli artisti, abbiano prevalso sull’analisi oggettiva della loro produzione. La loro vita sregolata, infatti, ha avuto spesso la meglio sull’importanza della loro arte per la scena artistica italiana, rimandando un’immagine di questi artisti incerta, sempre in bilico tra leggenda e verità.
In questi ultimi anni, a distanza di decenni dalla scomparsa de “i tre moschettieri”, finalmente la critica sta restituendo la giusta centralità all’operato di Angeli, Festa e Schifano, così come a quello di altri artisti che hanno contribuito a rendere la Scuola di Piazza del Popolo una delle esperienze artistiche più significative del nostro Paese.
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