Il Caso Pirandello a Villa Torlonia

La mostra storico-didattica Il Caso Pirandello, iniziativa di grande rilevanza curata da Paolo Petroni e Claudio Strinati, è ospitata in due prestigiose sedi complementari e limitrofe il Teatro di Villa Torlonia - via Nomentana 70, via Spallanzani 1/a - e la Casa Museo - via Antonio Bosio 13/b - del grande scrittore e drammaturgo. L’obiettivo è quello di celebrare il centocinquantesimo anniversario della nascita del terzo italiano ad essere insignito del Premio Nobel per la Letteratura. Il comitato promotore delle manifestazioni “Pirandello 150”, promosse dall’Istituto di Studi Pirandelliani con il sostegno del Mibact, è formato da Andrea Camilleri (presidente), Annamaria Andreoli, Nino Borsellino, Antonella Ottai, Giorgio Patrizi, e dagli stessi Paolo Petroni e Claudio Strinati.
“Una mostra immersiva”, spiega il ministro Dario Franceschini, “che presenta al pubblico uno dei maggiori autori del Novecento facendo vivere i suoi luoghi domestici, ascoltare la sua voce in una delle pochissime registrazioni rimaste, mostrare la sua figura in alcuni rarissimi documenti video dell’Istituto Luce, illustrare il suo mondo professionale attraverso costumi di scena.
Il Caso Pirandello è una mostra ricca di suggestioni artistiche e filosofiche, che restituisce al visitatore la percezioni di un’intera epoca e della storia culturale e morale del Novecento, che da Pirandello fu fortemente influenzata.
Paolo Petroni, nella prefazione del catalogo, scrive: “ È doppiamente l’anno di Luigi Pirandello questo 2017: accende i riflettori sui centocinquanta a anni dalla sua nascita, ma celebra anche il centenario del Così è (se vi pare), primo suo testo teatrale importante e insieme manifesto iniziale, moderno e spiazzante per lo spettatore di allora, nonostante il contesto - un salotto borghese in un paese di provincia - fosse quello tradizionale, realistico. Ma è proprio questo contrasto che porta allo scontro tra forma e contenuto, così che uno amplifichi e faccia deflagrare l’altro”.
La sezione della mostra ospitata presso il teatro di Villa Torlonia, è formata da storici costumi teatrali della Compagnia dei Giovani, indossati illo tempore da attori ed attrici quali Romolo Valli, Rossella Falk e Carlo Giuffré in spettacoli pirandelliani, ma anche da una serie di video, documenti, lettere (la maggior parte fra le quali inedite o, in ogni caso, poco note), testimonianze fotografiche e grafiche, inframmezzate a letture, riferimenti a luoghi ed a personalità con cui Pirandello interferisce nel corso della sua travagliata vita e carriera.
Una rarità è la sezione dedicata al Luigi Pirandello pittore, con quadri di proprietà privata (che, in condizioni normali, è molto raro aver la possibilità di vedere) affiancati ad opere di suo figlio Fausto Pirandello, grande pittore della Scuola Romana. Una sezione di notevole interesse, anche in rapporto al vivissimo dibattito teorico di quell’epoca.
“Nei ritratti Luigi Pirandello”, racconta Claudio Strinati, “manifesta una mano notevole e una proprietà di disegno e espressione degne di un pittore professionista, di una cordialità silenziosa e dolce. Sarebbe assai interessante giudicare queste opere senza sapere che l’autore è Luigi Pirandello. Saputolo, si resterebbe stupiti? Probabilmente sì, e forse si potrebbe mettere in luce quella specie di procedura di cancellazione, un dato che può facilmente essere collegato alla teoresi profonda del pensiero pirandelliano, dove trapela il tema della maschera e del volto, della verità che condiziona ogni cosa”.
Oltre ai personaggi virtuali del teatro pirandelliano, grazie alla preziosa collaborazione con l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, sfilano in mostra quelli reali, dai colleghi della sua fase giovanile in Germania alla moglie morta in manicomio, da Marta Abba e Ruggero Ruggeri a tutti gli attori, registi e scenografi che lavorarono con lui, fino alle vicende del Premio Nobel con le sue interessanti implicazioni ed ai rapporti contraddittori con il fascismo.
Presso la Casa Museo, invece, allestita per l’occasione con un grande e avvolgente intervento multimediale, oltre agli ambienti ed arredi originali, sarà possibile ammirare gli abiti e la divisa da Accademico d’Italia, i suoi manoscritti e tutta la sua biblioteca privata: vi troviamo le sopracopertine dei libri più amati dipinte da lui stesso, il diploma originale del premio Nobel, e molto altro. Verrà proiettato anche un lungo video-inchiesta di Sky su Luigi Pirandello, con testimonianze e rievocazioni di studiosi ed attori quali Dario Fo e Gabriele Lavia.
Il Caso Pirandello nasce all’interno degli studi e delle ricerche promosse e sviluppate dall’Istituto di Studi Pirandelliani e si presenta come una manifestazione espositiva molto particolare. L’obiettivo fondamentale della mostra è quello di costruire una sorta di “opus” in omaggio al Maestro, attraverso una vasta e documentata “ricognizione” sull’attività del Pirandello narratore, uomo di teatro e propugnatore di nuove teorie filosofiche e artistiche con attenzione ed interesse ai nuovi studi fra Ottocento e Novecento, dalla psicoanalisi al cinema, che lo attrasse e lo coinvolse. Pertanto, non a caso, da sabato 25 a mercoledì 29 novembre, presso la Sala Trevi, si svolgerà una rassegna - curata da Amedeo Fago con la Cineteca Nazionale - di film tratti da opere di Pirandello. La proiezione dei film verrà seguita da una tavola rotonda con registi e studiosi presso la casa-museo.
La mostra Il Caso Pirandello rimarrà aperta al pubblico - ad ingresso libero - il giovedì, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, e la domenica dalle 10.00 alle 16.00 fino a domenica 14 gennaio 2018.