L’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 al Teatro Italia

Circa mille pagine fra Arte, Storia e Tradizione. Come non definire l’Atlante dell’Arte Contemporanea oramai familiare per essere lo strumento di consultazione sull’arte che, da moltissimi anni, fa parte delle librerie di collezionisti, galleristi, istituzioni culturali e appassionati del mondo artistico, in specie per il periodo che va dal 1950 fino ai tempi nostri.
Numerose sono le case editrici che il volume ha acquisito nel tempo, così come numerosi gli storici ed i critici d’arte che hanno presieduto la sua realizzazione, quella di un progetto, il più longevo fra tutti gli annuari esistenti, che vanta ben ottantuno anni di storia alle spalle, giungendo a De Agostini nel 1994.
Eppure l’Atlante, che in epoche meno recenti si chiamava Arte Contemporanea Italiana e che oggi si avvicina a scorgere il secolo, non ha mai contraddetto se stesso, rimanendo sempre la bussola di orientamento fondamentale per censire e catalogare l’arte nostrana sulla scena globalizzata internazionale.
Numerosi gli artisti affrontati quanto le venti regioni italiane, con uno sguardo distaccato anche all’arte internazionale ed alle nuove tendenze.
Sulla copertina spazio quest’anno a una Tanica di trementina dell’artista Luca Vernizzi, figlio del chiarista Renato (1904-1972) - del quale, lo scorso 18 gennaio, ricorreva il cinquantenario della scomparsa - che indaga, con uno squisito tocco figurativo, l’uomo e le cose; oggetti d’uso comune che riempiono il tempo, che coprono il vuoto e i silenzi. Ecco forse perché Eugenio Montale, vicino al Vernizzi per una similare poetica, non solo si è fatto ritrarre dall’artista bensì, nel retro del disegno, gli ha espresso a matita parole d’affetto.
E poi l’arte del passato che vive in ogni pagina, impreziosita da una grafica sobria e ricercata, dove il colore galleggia fra memorie, ricordi e studi “d’atelier”.
Un’arte fatta di “costruttori” che insegna quanto ancora sia importante la manualità, il passato, la tradizione; «un’arte dell’Infinito che stimola il raccoglimento e la commozione più profonda», come ha dichiarato la curatrice Stefania Pieralice, la quale sottolinea come l’artista ante litteram possa acquisire oggi, a pieno titolo, il ruolo di «riformatore di Verità».
Diverse le sezioni del volume. Partendo da una prima parte di taglio più internazionale con artisti storicizzati, si giunge agli speciali, curati da Ivan Caccavale. La fotografia dei grandi nomi - e qui, a quasi un anno dalla sua scomparsa, trova spazio la conversazione con gli eredi di Giovanni Gastel (1955-2021), fra i più importanti fotografi internazionali - passa il testimone agli accostamenti imprevedibili fra arte e moda - punti di forza della maison Gucci - indagati attraverso l’esclusiva intervista al suo Direttore Creativo Alessandro Michele. E poi ancora tutta la parte riguardante il mercato, fra nuovi trend, quotazioni e risultati d’asta, per giungere al corpus centrale del volume, in cui trova spazio la catalogazione degli artisti; ben oltre mille pagine corredate da testi critici che consegnano alla storia futura il volto più vero e vibrante dell’arte. «Attento ai gusti del mercato e al contempo capace di guidare i collezionisti alla vera storia dell’arte contemporanea». Questo lo scopo - o piuttosto la missione - dichiarata dal Direttore Editoriale della collana Daniele Radini Tedeschi a fronte dei numerosi artisti trattati, fra i quali ricordiamo autori del calibro di Giorgio De Chirico (1888-1978), Emilio Vedova (1919-2006), Giacomo Balla (1871-1958), Paolo Scheggi (1940-1971), Alberto Burri (1915-1995), Carol Rama (1918-2015), Lucio Fontana (1899-1968), Domenico Gnoli (1933-1970), Piero Manzoni (1933-1963), Enrico Castellani (1930-2017), Pino Pascali (1935-1968), Giulio Paolini (classe 1940), Giorgio Morandi (1890-1964), Marino Marini (1901-1980), Afro (1912-1976), Agostino Bonalumi (1935-2013), Massimo Campigli (1895-1971), Mimmo Paladino (classe 1948), Rudolf Stingel (n. 1956), Michelangelo Pistoletto (n. 1933), Gilberto Zorio (n. 1944), Maurizio Cattelan (n. 1960), Ettore Spalletti (1940-2019).
Ad impreziosire il volume anche due interventi, fra cui la Prefazione al libro, a firma di Paolo Levi, giornalista e storico Caporedattore degli annuari Bolaffi Arte.