L’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 presentato al Teatro Italia

Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi e Luca Vernizzi Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi e Luca Vernizzi foto Greta Merigiola
Si è svolta domenica 30 gennaio 2022 presso il Teatro Italia a Roma la presentazione dell’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021, edito da De Agostini, storico annuario dell’arte italiana.

«Si può esistere senza l’arte, ma senza l’arte non si può vivere» (Oscar Wilde)

«Il periodo pandemico ha visto maturare la presente edizione di un volume nato nel ben lontano 1940. Ottantuno anni alle spalle per una pubblicazione testimone, nel tempo, di un’arte via via rinnovata in seno alle mode della storia e ai diversi issi sociali. La pandemia che sta investendo l’Europa ha ridisegnato nuovamente i confini delle espressioni artistiche, molte delle quali hanno traslocato sulle piattaforme digitali. Nei meandri labirintici di logica-in, clip, shopping virtuali milionari, viewing room l’arte si fa sempre più mainstream, entra nelle case, permette di chattare con gli autori e il valore dell’artista passa anche attraverso i suoi followers. In questo “Rinascimento Telematico” l’Annuario se da un lato segna l’obsolescenza di una cultura di carta dall’altro ha l’occasione di delineare una sorta di “Agiografia” degli artisti in cui l’odore di Santità anziché essere posseduto da imprenditrici digitali che consigliano le mostre da visitare è tutt’al più associabile a chi è dotato di talento, fosse un pittore, un musicista o un poeta. Ebbene è proprio questo censimento territoriale delle maestranze nostrane occasione per rilanciare la Tradizione… operazione passatista e superata direbbero gli avanguardisti e i circospetti sapienti delle grandi Fondazioni. Con grande impegno la redazione ha cercato quindi di spiegare il più intimo disvelamento del genio artistico rinvenendolo spesso in atelier e botteghe dimenticate dalla storia e mai considerate. I secoli in fondo insegnano come il genio spesso non venga riconosciuto in vita anzi, colui che penetra la realtà spingendosi ai margini dell’arte più che meraviglia e stupore genera ribrezzo in molti uomini, apparendo caricaturale e privo di gusto. Oramai l’arte dell’Infinito a nessuno più interessa e poco turistici sono i “Santuari dell’Arte” perché l’umanità sembra aver smarrito la vocazione al sacro per abbracciare solo quella del capitalismo. E allora ben venga lo sconcerto nel vedere una Tanica di trementina in copertina dell’artista Luca Vernizzi, che ricorda il profumo della vernice fresca, l’olio, il cavalletto; ben venga l’arte demodé dell’interiorità che non riempie i vuoti e i silenzi, come fosse una “musica da tavola”, ma stimola il raccoglimento e la commozione più profonda. Indubbiamente un’arte così intimista poco ha a che fare con una ridefinizione sociale che possa renderla attuale, ma ricordo a tal proposito una tra le più affascinanti mostre, a quei tempi certamente audace, che ha segnato un capitolo importante nella storia dell’arte. Curata dal celebre Harald Szeeman nel 1978, dal titolo “Le mammelle della verità” la si può approfondire visitando il Museo Casa Anatta sul Monte Verità che ne custodisce la testimonianza. Ebbene il critico, dopo esposizioni da Museo, fece una scelta di rottura spostando la sua attenzione sul “Museo delle ossessioni”, una unità di energia che quei luoghi magnetici con la loro storia, sprigionavano. Artisti, folli, rivoluzionari, utopisti, teosofi nel ventesimo secolo avevano in loco stanziato una colonia, vivendo nudi, scalzi, primitivi assieme a ospiti saltuari del calibro di Montale, Hesse, Jung, Joyce, Mondrian. Predicavano una vita alternativa a quella borghese e industriale, a contatto diretto con lo Spirito più profondo della Natura. Ecco l’artista qui indagato appare certamente oggi ante litteram, al di là della realtà veste il saio di un monaco silenzioso, anch’egli “Riformatore di Verità” in un mondo in cui non sembra esserci alcuna “anima viva”» (Stefania Pieralice, Premessa a Atlante dell’Arte Contemporanea 2021, De Agostini, 2021)

«Come nelle precedenti pubblicazioni l’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 è ampio, esauriente e ancora una volta mirabile esempio della filosofia editoriale della De Agostini. Sfogliando questo volume il Lettore troverà nuovi stimoli e suggestioni, a testimonianza della qualità professionale degli autori. Primario è il rapporto culturale e complementare tra il Direttore Editoriale dell’intera collana, Daniele Radini Tedeschi, storico d’Arte Antica, e la Curatrice Stefania Pieralice, guida e protagonista della complessa macchina redazionale. Con intuito e responsabilità culturale Stefania Pieralice ha inserito, quest’anno, in Atlante tre nuove sezioni di cui una in apertura destinata agli artisti di rilevo internazionale - che si aggiunge allo storico censimento delle maestranze nostrane - la seconda rivolta alle Avanguardie dal 1950 ai tempi d’oggi e la terza che abbraccia la moda e le conversazioni con i fotografi glamour più significativi del nostro tempo. Essi sono i talentuosi messaggeri di singolari bellezze femminili e maschili, di abiti firmati dagli stilisti più accattivanti, illustrandone le invenzioni che annunciano i linguaggi e le mode del nostro tempo. Gli scatti fotografici nelle passerelle o nella riservatezza degli ateliers si propongono come narrazioni visive dove le variabili delle forme, delle cromìe e delle sostanze tessili sono le tappe di un percorso d’Arte. Si tratta di Body Art? Forse, e certamente non quella del Sessantotto rivoluzionario e anticapitalista, bensì un ritorno alla Classicità, alla Figurazione, alla Bellezza. Questa visione estetica appartiene anche al Direttore Daniele Radini Tedeschi, che sa bene quanto l’armonia del nostro Rinascimento si sia ormai dissolta. Da Piero della Francesca siamo approdati a Piero Manzoni, poiché l’attuale cultura collezionistica considera come capolavori le sperimentazioni che raggiungono i top price nelle aste internazionali. E quindi, se fotografi di alta caratura sanno celebrare e rinnovare in chiave contemporanea i miti di Venere e di Apollo, si può ben dire che le loro opere prospettino un inedito ritorno al Realismo Magico. Ne prendiamo atto, e speriamo solo che non sia troppo tardi per riparare i danni di un irragionevole mercantilismo» (Paolo Levi, Prefazione a Atlante dell’Arte Contemporanea 2021, De Agostini, 2021)

 

Circa mille pagine fra Arte, Storia e Tradizione. Come non definire l’Atlante dell’Arte Contemporanea oramai familiare per essere lo strumento di consultazione sull’arte che, da moltissimi anni, fa parte delle librerie di collezionisti, galleristi, istituzioni culturali e appassionati del mondo artistico, in specie per il periodo che va dal 1950 fino ai tempi nostri.

Numerose sono le case editrici che il volume ha acquisito nel tempo, così come numerosi gli storici ed i critici d’arte che hanno presieduto la sua realizzazione, quella di un progetto, il più longevo fra tutti gli annuari esistenti, che vanta ben ottantuno anni di storia alle spalle, giungendo a De Agostini nel 1994.

La prima edizione (1940) fu pubblicata a Milano presso Grafica S.A. con il titolo Arte Italiana Contemporanea.

Negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta il volume uscì con l’editore La Ginestra di Firenze. Dal 1994 per i tipi di Fenice 2000 divenne Arte Contemporanea Italiana e, a partire dal 1996, passò a De Agostini.

Dal 2019 il prestigioso volume viene pubblicato sempre da De Agostini con il nuovo titolo di Atlante dell’Arte Contemporanea.

Eppure l’Atlante, che oggi si avvicina a scorgere il secolo, non ha mai contraddetto se stesso, rimanendo sempre la bussola di orientamento fondamentale per censire e catalogare l’arte nostrana sulla scena globalizzata internazionale.

Numerosi gli artisti affrontati quanto le venti regioni italiane, con uno sguardo distaccato anche all’arte internazionale ed alle nuove tendenze.

Sulla copertina spazio a una Tanica di trementina dell’artista Luca Vernizzi (classe 1941), figlio del chiarista Renato (1904-1972) - del quale il 18 gennaio 2022 ricorreva il cinquantenario della scomparsa - che indaga, con uno squisito tocco figurativo, l’uomo e le cose; oggetti d’uso comune che riempiono il tempo, che coprono il vuoto e i silenzi. Ecco forse perché Eugenio Montale, vicino al Vernizzi per una similare poetica, non solo si è fatto ritrarre dall’artista bensì, nel retro del disegno, gli ha espresso a matita parole d’affetto.

E poi l’arte del passato che vive in ogni pagina, impreziosita da una grafica sobria e ricercata, dove il colore galleggia fra memorie, ricordi e studi “d’atelier”.

Un’arte fatta di “costruttori” che insegna quanto ancora sia importante la manualità, il passato, la tradizione; «un’arte dell’Infinito che stimola il raccoglimento e la commozione più profonda», come ha dichiarato la curatrice Stefania Pieralice, la quale sottolinea come l’artista ante litteram possa acquisire oggi, a pieno titolo, il ruolo di «riformatore di Verità».

Diverse le sezioni del volume. Partendo da una prima parte di taglio più internazionale con artisti storicizzati, si giunge agli speciali, curati da Ivan Caccavale. La fotografia dei grandi nomi - e qui, a quasi un anno dalla sua scomparsa, trova spazio la conversazione con gli eredi di Giovanni Gastel (1955-2021), fra i più importanti fotografi internazionali - passa il testimone agli accostamenti imprevedibili fra arte e moda - punti di forza della maison Gucci - indagati attraverso l’esclusiva intervista al suo direttore creativo Alessandro Michele.  E poi ancora tutta la parte riguardante il mercato, fra nuovi trend, quotazioni e risultati d’asta, per giungere al corpus centrale del volume, in cui trova spazio la catalogazione degli artisti; ben oltre mille pagine corredate da testi critici che consegnano alla storia futura il volto più vero e vibrante dell’arte. «Attento ai gusti del mercato e al contempo capace di guidare i collezionisti alla vera storia dell’arte contemporanea». Questo lo scopo - o piuttosto la missione - dichiarata dal direttore editoriale della collana Daniele Radini Tedeschi a fronte dei numerosi artisti trattati, fra i quali ricordiamo autori del calibro di Giorgio De Chirico (1888-1978), Emilio Vedova (1919-2006), Giacomo Balla (1871-1958), Paolo Scheggi (1940-1971), Alberto Burri (1915-1995), Carol Rama (1918-2015), Lucio Fontana (1899-1968), Domenico Gnoli (1933-1970), Piero Manzoni (1933-1963), Enrico Castellani (1930-2017), Pino Pascali (1935-1968), Giulio Paolini (classe 1940), Giorgio Morandi (1890-1964), Marino Marini (1901-1980), Afro (1912-1976), Agostino Bonalumi (1935-2013), Massimo Campigli (1895-1971), Mimmo Paladino (classe 1948), Rudolf Stingel (n. 1956), Michelangelo Pistoletto (n. 1933), Gilberto Zorio (n. 1944), Maurizio Cattelan (n. 1960), Ettore Spalletti (1940-2019).

All’incontro, moderato dall'attore Diego Migeni, sono intervenuti - oltre ai curatori Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi - Luca Vernizzi, Ivan Caccavale (redazione), Carlo Maltese (redazione), Merisabell Calitri (commissione curatori internazionali), Francesca Callipari (commissione curatori internazionali), Giulia Mazzilli (commissione curatori internazionali) e Nicoletta Rossotti (commissione curatori internazionali).

Ad impreziosire il volume anche due interventi, fra cui la Prefazione al libro, a firma di Paolo Levi, giornalista e storico Caporedattore degli annuari Bolaffi Arte.

 

L’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 - curatrice: Stefania Pieralice; consulente editoriale: Gianni Dunil, direttore editoriale: Paolo Levi; responsabile di redazione: Maria Luciani; redazione: Gianni Dunil (caporedattore), Mario Bernardinello, Luciano Carini, Simone Incagnoli, Carlo Maltese, Simone Pieralice, Ivan Caccavale; consulenti mercati asiatici: Fei Xue, Zhu Shangxi; revisione bozze: Erminia Iori; illustrazioni: Mario Conte; segnalatori/commissione curatori internazionali: Daniela Accorsi (Galleria AccorsiArte), Rossella Bellan, Ivan Caccavale, Merisabell Calitri, Francesca Callipari, Roseli Crepaldi (Galleria Milanese), Ilaria Giacobbi, Elisabetta La Rosa, Marta Lock, Marco Mastromauro (Arcadia Art Gallery), Giulia Mazzilli, Vincenzo Napolitano (Arcadia Art Gallery), Antonietta Panico, Rosi Raneri, Nicoletta Rossotti, Giada Eva Elisa Tarantino, Tina Zurlo (Area Contesa Arte, Galleria Internazionale), Teresa Maria Zurlo (Area Contesa Arte, Galleria Internazionale); Impaginazione: Patrica Collesi Schmidt, Massimo Agostini, Vincenzo M. Alemagna; consulente per i grafici e tabelle: Gerard McPaul; direttore editoriale della collana: Daniele Radini Tedeschi; produzione: Start group, Roma; edizione: a cura di DeA Planeta Libri s.r.l.; in copertina: Luca Vernizzi, Tanica di trementina, pennarello e tempera su carta, 29,3 x 41,8 cm, 2021; crediti fotografici: Daniele Balestra - è stato presentato al Teatro Italia domenica 30 gennaio 2022.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.