L’universo poetico di David de la Mano

L’artista spagnolo, che vive in Uruguay, presenta per la prima volta nella Ville Lumiére nello spazio espositivo gestito da Mehdi Ben Cheikh – motore di molteplici iniziative d’arte urbana - un’esposizione personale, in cui attraverso il virtuosismo che lo connota mette in scena, con una serie di tele di grande formato, il suo universo e stile signolare. Caratterizzato da un lavoro meticoloso al pennello, l’utilizzo quasi-sistematico del nero e vuoto, delle silouettes umane minimaliste, ricche di una grande poesia, lo stile di de la Mano non lascia nessuno indifferente. Pittura murale a figure nere su parete chiara o bianca, il lavoro di quest’artista, procede sulla rielaborazione di figure archetipiche: l’uomo stilizzato e primitivo si unisce agli altri per formare comunità, affrontare sfide e occupare il pianeta. Un immaginario alieno e post-totalitarista, riletto in chiave poetica con le figure umane con gambe di radici, moderni “Pinocchio” come in fuga dal mondo statico a cui appartenevano. Suggestivo l’utilizzo dei concetti di direzione, con questi ominidi che si incamminano come in una ipnosi collettiva e di forza centrifuga, che risucchia l’umanità in un vortice di disillusione.
David de la Mano cerca di ritrascrivere la sua visione del mondo che lo circonda, nel modo più personale e più simbolico possibile, quasi boschiano. Un immaginario che proviene anche dalla sua formazione d’illustratore per libri d’infanzia. Attraverso un gioco di forme tra ombre e luce, di contorni e di contrasti, l’artista crea un mondo in cui l’umano e la natura, sempre intrinsecamente legati, si confondono quasi a non distinguersi più, in un movimento perpetuo.
“Il lavoro di David de la Mano conserva tutta la sua potenza da un luogo all’altro”, sostiene Mehdi Ben Cheikh.: la strada, la galleria sono i suoi spazi. David ci anticipa che tornerà a maggio a Parigi per dipingere la parete di un palazzo nel 13° arrondissement. Lo aspettiamo!
