Le notti infuocate di Giorgio Mercuri in mostra alla Camera dei Deputati

Le notti infuocate di Giorgio Mercuri in mostra alla Camera dei Deputati
Macché è dolce la notte di Giorgio Mercuri. La natura e il cielo da lui dipinto sono infuocati come travolti da un vortice dionisiaco di colori accesi che illuminano la campagna e gli appennini umbro-marchigiani. 

Per la cronaca, Giorgio Mercuri si era ispirato alle vedute di Paolo Uccello in passato, ma i temi della sua ricerca si sono spostati verso il mondo naturale che viene degradato dall’uomo contemporaneo.

La modernità diventa un'icona di libertà che mostra gli eccessi prodotti dal desiderio smanioso di qualcos’altro. Di lì, l’idea di pensare a un nuovo concetto di paesaggio intatto e puro. Quasi affacciati ad una balconata, rimaniamo ad ammirare il tappeto colorato che ricorda qualche verso di Leopardi o Scataglini.

«La rivoluzione che Mercuri intende rappresentare», dice Andrea Carnevali, curatore della mostra, «non è un’opera letteraria, ma è un progetto di sensibilizzazione dello spettatore».

      

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.