“Sintesi”. In arrivo la mostra d’arte contemporanea su via del Corso a Roma

Nel corso della nostra vita, molti eventi ci colpiscono e attirano la nostra fantasia, ci appassionano o ci sgomentano. Tuttavia, di tutto questo variegato affannarsi, cosa rimane? C’è qualcosa dentro di noi che non cambia ed a cui possiamo far sempre riferimento.
Due artiste si interrogano sul tema dell’invariabilità. Sia pur in forme differenti, Paola e Ricciarda si sono dedicate alla forma semplice. La “Sintesi” è il segno che unisce, l’obiettivo di chi ha conosciuto l’eterogeneo ed è giunto all’unico, la forma lungamente cercata con la quale riassumere sensazioni ed esperienze.
Quello espresso da Paola Falini con forma e materia e da Ricciarda Azzini con geometria e colore è un desiderio di assoluto. Una lettura attenta da due differenti punti di vista della cronaca quotidiana, che vuol sottomettere il variabile ed il volubile al riparo di forme certe e sicure.
Le fotografie di Carmelo Daniele, che completano la mostra, rappresentano l’occhio esterno, l’istantanea del reale, che svela la vita che pulsa all’interno di tali forme assertive, raccontandoci un mondo colorato, dove vitalità ed interiorità si manifestano all’unisono
Nelle “Corrosioni in Corpo” Paola Falini porta sulla tela il proprio mondo intimo ed emotivo, mostrando l’immagine in primo piano di torsi e membra nude dilavati ed ottenebrati da una pioggia interiore; in questo modo l’Artista sottopone la superficie visibile dell’epidermide all’azione corrosiva delle sensazioni più intime, che si impongono come le vere protagoniste del quadro: il fluire del tempo è bloccato, la carnalità è inespressiva e priva di riferimenti. Lo sguardo, sempre straniero, dell’artista, porta in superficie le emozioni del momento e le libera dalla materia che le rinchiude. Così nascono queste forme di donna, una sorta di corpi “emotivi”, che sostano in una terra intermedia: né figurazione né astrazione, dove ci è permesso di partecipare soltanto alla nudità estrema del loro vivere interiore.
Le opere di Ricciarda Azzini rappresentano un percorso cosciente di allontanamento dal quotidiano, la ricerca di una simbologia in grado di comunicare i momenti intimi più profondi ed intensi. Queste superfici in rilievo, morbide e levigate inducono sensazioni di serenità, sono forme geometriche elementari, concluse e complete, come sospese; dove il rame, l’oro e l’argento assumono anch’esse, nel loro antico valore materico, il ruolo di simboli che dialogano in purezza. La creazione va oltre la superficie piana della pittura, si trasforma in una tela scultura che raggiunge una tridimensionalità visiva, pensata per catturare la natura instabile della luce, in questo modo la stessa percezione dell’opera cambia continuamente, per esprimere quanto c’è di più volubile dentro l’apparente rigidità della forma.
Carmelo Daniele ha cominciato il suo percorso di artista visivo molti anni fa da creativo del web. Poi “il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare ed il gusto di catturare con un fotogramma l’impalpabile significato delle cose”, lo hanno spinto verso la fotografia come espressione creativa.
Le istantanee di Carmelo Daniele contengono sempre un raggio di luce. In tutti gli scatti, presi dalla quotidianità, è custodito un elemento di poesia. Ogni fotografia descrive una realtà, che, per quanto consueta fino al banale ed allo squallido, o vittima del degrado, porta sempre con sé un elemento di riscatto. Un particolare che a prima vista potrebbe apparire inconsapevole o casuale, ma che a ben guardare condensa tutta la bellezza e la straordinarietà del vivere.
L’occhio di questo fotografo è il testimone di una bellezza costantemente presente, lontana dagli stereotipi del glamour e della pubblicità, che viene invece scoperta in quei segni accidentali ed apparentemente flebili, che lui coglie, senza sottolineature o artifici, dalle situazioni di ogni giorno.
Alessandro Poggiani
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