Ultimi giorni per Plasmare il disegno, la mostra di Roberto Almagno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Ultimi giorni per Plasmare il disegno, la mostra di Roberto Almagno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Ultimi giorni per visitare la mostra di Roberto Almagno “Plasmare il disegno”, inaugurata lo scorso 5 maggio presso la GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea) - viale delle Belle Arti 131, ingresso accessibile su via Antonio Gramsci 71.

L’esposizione di Roberto Almagno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta la sua più recente produzione artistica attraverso un’installazione site-specific realizzata per il museo.

Nelle quattro opere esposte - due sculture e due opere a parete - emergono le coordinate della ricerca artistica di R. Almagno. Le sculture in legno sono esemplificative del lavoro su questo materiale che l’artista conduce da molti anni: raccolti nei sentieri silenziosi di luoghi naturali per esser trasformati in segni attraverso differenti processi meccanici e l’azione del fuoco, tali legni aspirano a rimaner sospesi nell’aria, distaccandosi dalla parete o sollevandosi da terra, per raggiungere un loro peculiare equilibrio che li assimila al vento.

La partenza di Almagno è “povera”, fin dall’atto originario di riconoscimento degli elementi essenziali che costituiscono le sue opere, ed a tale povertà l’artista rimane fedele: non ne maschera la natura, e la trasfigurazione cui sottopone la sua materia non ne nasconde la scaturigine. È proprio a questa complicità che lega la materia che sceglie, spoglia d’ogni seduzione e orpello d’eleganza, al lavoro “fabbrile” che la riscatta, conducendola ad una forma di secolare sapienza, che Almagno deve in prima istanza l’originalità della sua opera, dal carattere attuale e al tempo stesso antico.

Ne escono immagini d’assoluta purezza, in cerca dell’essenziale che vogliono narrare - un soffio di vento, metafora costante nella scultura dell’artista - lasciando sospesa nell’aria appena un’eco del loro consistere, del loro trascorrere veloce lo spazio che designano, dove il segno che lo attraversa sa farsi, di volta in volta, risonanza, proiezione, slancio oltre i propri confini. È l’approdo perfetto di quel sogno di una scultura mossa alla vita solo da quell’alito che Almagno da sempre ricerca, ricordando forse la speranza di Arturo Martini: «Fa che io non sia un oggetto, ma un’estensione».

Insieme alle figure create da Almagno, nel progetto realizzato per la Galleria prende forma il motivo, caro all’artista, della designazione di un luogo, una sorta di riparo silenzioso dove accogliere ciò lui definisce «il bisogno di ascolto del venire al mondo dell’immagine»: in questo spazio, due opere a tecnica mista si accordano con due sculture lignee, formando un’unica composizione di grande impatto.

 

Roberto Almagno (Aquino, 1954), trasferitosi giovanissimo a Roma, dal 1967 al 1971 è allievo prima di Giuseppe Mazzullo, poi, all’Accademia di Belle Arti, di Pericle Fazzini, che avrà un peso determinante nel percorso della sua ricerca artistica e nello sviluppo del suo lavoro. Nel ’75 partecipa alla X Quadriennale di Roma e l’anno seguente, a Livorno, tiene la sua prima mostra personale, in cui presenta cinque sculture in ferro e pietra e venticinque disegni. Nel 1980 abbandona la scultura in pietra di indirizzo figurativo per dedicarsi a ricerche sperimentali che lo porteranno a determinare la sua personale cifra stilistica. Proprio a questi anni risale, con una mai interrotta continuità di lavoro, l’intima scelta di un unico materiale: il legno. Incipit di tale nuova ricerca è la mostra personale del 1992 presso la Galleria L’Isola di Roma. Due anni dopo, nel ’94, partecipa al 46° Premio Michetti, dove vince il primo premio con la scultura Malena. Da questo momento in avanti la sua attività espositiva è assidua e ricca di risultati. Nel 2006, nella Sala Regia di Palazzo Venezia di Roma, allestisce l’opera Sciamare, notevole per imponenza e dimensioni. Essa è costituita da venticinque elementi lignei che occupano l’intera superfice, cosparsa di cenere, dell’immensa sala: si può affermare che quel momento segni la sua definitiva collocazione nel panorama delle più significative esperienze plastiche italiane della sua generazione. Nel 2010 partecipa all’Expo di Shangai nell’ambito dell’esposizione universale 2010. Fra le mostre personali più recenti, si ricordano in particolare quelle tenute a Londra nel 2012 ed a New York nel 2015.

 

La mostra di Roberto Almagno Plasmare il disegno rimarrà aperta al pubblico presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (dal martedì alla domenica, ore 9.00 - 19.00, con ultimo ingresso tre quarti d’ora prima della chiusura) fino a martedì 28 giugno 2022.

 

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.