Un lieve circoscrivere: mostra di Achille Perilli ed Ennio Tamburi all’ETworks Studio

Il titolo della mostra rievoca la condizione filosofica che Heidegger ammetteva nel percorso di conoscenza e disvelamento della verità: un atteggiamento che, a differenza della metafisica e della scienza, non risponde ad assiomi e fondamenti, ma preferisce un lento avvicinarsi all’oggetto di ricerca, un girargli intorno: un “lieve circoscrivere”.
Nelle opere pittoriche di Ennio Tamburi (Jesi, 1936 - Roma, 2018) e di Achille Perilli (Roma, 1927 - Orvieto, 2021) - radunate per favorire un confronto tra due protagonisti della scena romana della seconda metà del Novecento - assistiamo alla medesima condizione di costruzione di uno spazio logico e razionale sempre interdetto dalla fragilità della composizione, dall’inesattezza e dall’approssimazione del segno grafico, in una cercata non-coincidenza fra costruzione e illusione dello spazio tridimensionale.
Entrambi pittori, scultori e scenografi, appassionati di quelle «storie di cubi e di rombi, di soldatini-lineette, di lune-triangoli» (A. Perilli) e alla ricerca di un «luogo immaginario da difendere / lì dove lo spazio è aperto a se stesso» (E. Tamburi), i due artisti operano per decenni condividendo una comune intenzione: quella sfida al geometrico ed alla regola attraverso incroci di linee, diagonali spezzate, piani contorti e intersecati, compenetrazioni di forme atte a generare poliedri precari.
La serie dei Recinti di Tamburi - già comparsi negli anni Settanta, poi protagonisti degli anni Duemila - si compone di aree aperte e chiuse, a volte labirintiche, in cui la continuità di una fascia omogenea, che scorre su campiture uniformi, si interrompe a favore di passaggi, cesure, punti di accesso verso un possibile “interno”, una zona delimitata dentro un vuoto indefinito.
Quando nel 1982 Perilli scrive la sua Teoria dell’irrazionale geometrico, dirige la sua attenzione verso uno spazio immaginario, in cui la geometria è un esercizio ritmico e illogico, le strutture disegnate simulano la tridimensionalità, diventano spigolose e acute, si allungano tanto da poter continuare oltre la tela.
Fra due artisti così prossimi, c’è tuttavia una distanza che si esplica per mezzo del colore, modulato in acquerello evanescente per Tamburi, metallico, brillante e timbrico in Perilli. Leggerezza e tenacia si alternano in ogni proposta pittorica, ricercando infinite articolazioni dello spazio senza mai subire la tentazione fontaniana del superamento, dell’oltraggio alla tela, della crisi linguistica. «La prospettiva», scriveva Perilli, «è la forma più repressiva della fantasia: non resta che occuparsene dirottando il suo studio verso la manipolazione, l’invenzione e il fantastico».
Achille Perilli nasce a Roma il 28 gennaio 1927. Dopo gli studi liceali, si iscrive alla Facoltà di Lettere, allievo di Lionello Venturi. Con Dorazio, Guerrini, Vespignani, Buratti, Muccini, Maffioletti, Perilli fonda il Gruppo Arte Sociale (GAS). Nel 1947 partecipa alla redazione del manifesto Forma I (firmato oltre che da Perilli, da Accaldi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, Turcato) che viene pubblicato sul primo numero della rivista omonima. Nell’ ottobre dello stesso anno espone alla prima mostra del gruppo Forma 1. Nell’anno seguente collabora con Sottsass jr all'organizzazione della prima mostra di arte astratta in Italia che si tiene a Roma. Nel 1950 fonda, con Dorazio e Guerrini, la Libreria-Galleria “Age d’Or”, che organizza la mostra di arte astratta e concreta in Italia alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Nel 1957 espone in una personale alla Galleria La Tartaruga e, un lustro dopo, ha una sala personale alla Biennale di Venezia. Negli anni Settanta è protagonista di importanti esposizioni in Italia e all’estero. Negli anni Ottanta pubblica il manifesto Teoria dell'irrazionale geometrico, mentre ottiene numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali con mostre alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Frankfurter Westend Galerie di Francoforte, GAM di Torino, MAMAC di Liegi, Triennale di Milano, Musèe des Beaux Art, Mons, Fondazione Marconi (Milano), Istituto Italiano di Cultura a New York e Washington D.C, National Gallery of Modern Art di Nuova Delhi, Italian Culture Institute Los Angeles, Walter Bischoff galerie di Berlino, Biennale internazionale d’arte di Venezia. Muore a Orvieto il 16 ottobre 2021 a novantaquattro anni.
Ennio Tamburi nasce a Jesi il 9 settembre 1936. Si trasferisce a Roma, dove inizia la sua attività negli anni Cinquanta, soggiornando frequentemente a Parigi e avvicinandosi all’Informale. Numerosi i riconoscimenti come il Premio Arezzo, il Maggio di Bari, il Premio Prato, il Premio Incontri d'Arte di Bologna e quello della Quadriennale di Roma. Espone in numerose mostre collettive e personali: Galleria il Punto (Torino 1973); Festival dei Due Mondi (Spoleto 1970); Biennale di Venezia (1975); Palazzo dei Diamanti (Ferrara 1975); Galleria Due Mondi (Roma 1976); Galleria d'Arte Moderna (Arezzo 1976); Galleria La Tartaruga (Roma 1976); Kunsthalle, Kôln e Düsseldorf (1977); Galleria Salomon (Parigi 1980); Temple University Roma e Philadelphia (1990); The Blaxland Gallery, New South Wales (Sidney 1992); Kunsthaus Richterswil (Zurigo 1998); Gallerie Anton Meier (Ginevra 2003); Biblioteca Casanatense (Roma 2006); Lazertis Galerie (Zurigo 2007); Museo del Convento di San Giovanni (Müstair 2009); Fabriano Space (Milano 2008). All’attività di pittore affianca quella di scenografo e disegnatore, collaborando alla scenografia di film di Luchino Visconti e Roman Polanski, disegnando manifesti per gli spettacoli teatrali di Giorgio Strehler e Luca Ronconi. Nel 2012 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica una grande retrospettiva. Muore a Roma il 28 novembre 2018 a ottantadue anni.
La mostra di Achille Perilli e Ennio Tamburi Un lieve circoscrivere, a cura di Roberto Lacarbonara, verrà inaugurata presso ETworks Studio - via dei Marsi, 41 a Roma - giovedì 15 giugno 2023 alle ore 18.00 e rimarrà aperta al pubblico - ad ingresso libero - fino a venerdì 22 settembre 2023 (orario: mercoledì, giovedì e venerdì, ore 15.00 - 19.00. Gli altri giorni su appuntamento)
Informazioni: 351 9984241 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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