Un ricordo di Diego Rivera nell’anniversario della sua nascita

Diego Rivera nel ritratto (1914) di Amedeo Modigliani Diego Rivera nel ritratto (1914) di Amedeo Modigliani
Centotrenta anni fa, nel dicembre 1886, nasceva a Guanajuato - in Messico - Diego Rivera.

All'anagrafe Diego María de la Concepción Juan Nepomuceno Estanislao de la Rivera y Barrientos Acosta y Rodríguez, Diego Rivera, a partire dal 1896, comincia a prendere lezioni notturne nell'Accademia di San Carlos a Città del Messico, in cui incontra il celebre paesaggista José María Velasco.

Nel 1905 riceve una borsa di studio dall’allora Ministro dell'educazione Justo Sierra, e due anni dopo un'altra dal governatore di Veracruz. Tali borse di studio gli permettono di andare in Spagna e di entrare nella scuola di Eduardo Chicharro a Madrid.

Da allora, e fino alla metà del 1916, vive fra Messico, Spagna e Italia, frequentando intellettuali e artisti quali Alfonso Reyes, Pablo Picasso, Ramón del Valle Inclán e Amedeo Modigliani (1884-1920), il quale che gli farà anche un celebre ritratto.

Nel ‘22 si iscrive al Partito Comunista Messicano e comincia a dipingere i suoi murales sugli edifici pubblici di Città del Messico.

Nel ‘27 viene  invitato in Unione Sovietica ai festeggiamenti per il decimo anniversario della Rivoluzione Russa.

Due anni dopo sposa la grande pittrice Frida Kahlo (1907-1954).

I soggetti delle sue composizioni sono molto spesso persone semplici collocate in un contesto politico. Nello stesso tempo Diego Rivera non risparmia gli attacchi alla chiesa e al clero. Insieme ad altri artisti quali José Clemente Orozco, David Alfaro Siqueiros e Rufino Tamayo, sperimenta grandi affreschi murali con uno stile semplificato e colori vivi, spesso ritraendo scene della Rivoluzione Messicana d’inizio Novecento. Fra gli affreschi più emblematici, ricordiamo quelli del Palazzo Nazionale a Città del Messico e quelli della Scuola Nazionale d' Agricoltura a Chapingo.

Nei quattro anni successivi realizzerà numerose opere anche negli Stati Uniti in cui le sue tematiche comuniste provocheranno numerose polemiche sui giornali. Ciò avverrà in particolar modo nel caso di un murale del Rockefeller Center di New York. L'edificio, situato sulla Quinta Strada, rappresentava uno degli emblemi più importanti del capitalismo. In tale occasione, Diego Rivera, comincia il murale denominato El Hombre in cruce de caminos (L'Uomo nel crocevia dei cammini) o El hombre controlador del universo (L'uomo controllore dell'universo). Tuttavia, quando includerà un ritratto di Lenin, le critiche arriveranno molto in fretta.

Rockefeller vedrà il ritratto come un insulto personale ed ordinerà di coprire l'intero murale (più tardi ne chiederà anche la distruzione).

Nel ‘34 Diego Rivera fa ritorno in Messico, dove dipinge lo stesso murale al secondo piano del Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico. Altra conseguenza - tutt’altro che trascurabile - di tali polemiche sarà l'annullamento della commissione per gli affreschi destinati alla Fiera Internazionale di Chicago.

Nel ‘36  appoggia la richiesta di asilo politico in Messico di Lev Trockij che verrà concessa l'anno seguente.

Tre anni dopo aveva già preso le distanze dal noto dissidente russo e aveva divorziato da Frida Kahlo (con la quale si risposerà l’anno successivo)

Nel ‘50 illustrò il Canto General di Pablo Neruda e nel ‘55 va in Unione Sovietica per un intervento chirurgico.

Diego Rivera dedicherà gli ultimi tre anni della sua vita a far conoscere il lavoro di sua moglie, scomparsa nel ’54 all’età di quarantasette anni a causa di un’embolia polmonare.

“Frida è la prima donna nella storia dell'arte ad aver affrontato con assoluta e inesorabile schiettezza, si potrebbe dire in modo spietato ma nel contempo pacato, quei temi che riguardano esclusivamente le donne”.

Muore nel novembre del ‘57  a Città del Messico all’età di settantuno anni e i suoi resti, sia pur contravvenendo alle sue ultime volontà, verranno sepolti nella Rotonda degli uomini illustri.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.