Addio a Tito Stagno

Tito Stagno all'inizio degli anni Sessanta Tito Stagno all'inizio degli anni Sessanta foto Carlo Riccardi
È morto a Roma all’età di novantadue anni il grande giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo, noto per aver annunciato, il 20 luglio 1969, lo sbarco sulla luna.

«Parlare di un avvenimento che si sta svolgendo mentre sono al microfono, dire alla gente ciò che le immagini da sole non possono spiegare, e dirlo con chiarezza, trasmettere agli spettatori anche un po’ delle mie emozioni, è una cosa che mi esalta» (Tito Stagno)

Nato a Cagliari nel gennaio 1930 si trasferisce dalla Sardegna prima a Parma, poi a Pola. All’età di tredici anni ha un'esperienza come attore cinematografico partecipando al film Marinai senza stelle (1943) di Francesco De Robertis, che verrà distribuito solo nel ’48. Apparirà nuovamente sul grande schermo alla fine degli anni Cinquanta in Il vedovo (1959) di Dino Risi, con Alberto Sordi e Franca Valeri, nel piccolo ruolo di un giornalista televisivo.

A Cagliari compie gli studi classici e si iscrive alla facoltà di Medicina. Nel ’49 comincia a lavorare in radio come cronista, intervistatore e documentarista.

Nel ’54 vince il primo concorso nazionale per telecronisti e partecipa ad un corso di specializzazione con Furio Colombo, Gianni Vattimo ed Umberto Eco. Abbandona pertanto l’università ed avvia la sua carriera da giornalista televisivo.

A partire dal ’55 è a Roma nella redazione del primo telegiornale, diretto da Vittorio Veltroni. Nello stesso anno, nel documentario Viaggio in Sardegna, intervista Tyrone Power (tre anni prima della sua prematura scomparsa).

Fa le sue prime telecronache l’anno seguente in occasione dei Giochi Olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo (1956), cui seguono, quattro anni dopo, quelle delle gare di basket, che si svolgono al Palazzo dello Sport dell’Eur, dei Giochi Olimpici estivi di Roma del 1960.

Nel ’57 commenta in Campidoglio la firma dei Trattati di Roma. 

Negli anni Sessanta è inviato al seguito di due papi (Giovanni XXIII e Paolo VI) e di due presidenti della Repubblica (Antonio Segni e Giuseppe Saragat).

È il telecronista delle visite dei Capi di Stato in Italia - fra cui quelle dei reali d’Inghilterra e di John Fitzgerald Kennedy - e dei gravi fatti d'America del 1963 e del 1968 (gli assassinii di J. F. Kennedy, Martin Luther King e Bob Kennedy).

Nel’ 57 si era interessato dello Sputnik 1, lanciato in quell’anno («Me ne occupai io e da allora quel settore in ascesa divenne un po’ il mio»)

Nel ’61 è il telecronista che commenta il primo volo di Jurij Gagarin intorno alla Terra. Il fervore e l'esattezza con cui parla dell'impresa avranno tali consensi da indurre i dirigenti Rai ad affidargli le trasmissioni in diretta ed i servizi del telegiornale in occasione di tutti i lanci di sonde spaziali o astronavi pilotate.

Nel ’66, alla vigilia del Programma Apollo, viene inviato negli Stati Uniti per un viaggio di studio e di aggiornamento. È così che conosce gli artefici principali della “conquista della luna” ed ha occasione di veder nascere le macchine che avrebbero portato l'uomo sul satellite. 

L'evento che gli dà grande notorietà avviene il 20 luglio 1969 ed è l'indimenticabile diretta televisiva, una "veglia" entrata nell'immaginario collettivo della maggior parte degli italiani, ovverosia la missione Apollo 11, commentata da Houston - in Texas - insieme a Ruggero Orlando.

Tito Stagno ha legato il suo nome anche ad altri tipi di cronache, sia dall'Italia sia dall'estero. Fra le numerose telecronache dirette e inchieste filmate non mancano quelle sulla Sardegna.

Come inviato al seguito del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, ha effettuato telecronache da moltissimi Paesi (Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Danimarca, Polonia, Jugoslavia, Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Australia).

Senza dimenticare le inchieste filmate. Indimenticabili sono stati per lui gli incontri con John Fitzgerald Kennedy, Jawaharlal Nehru, Papa Giovanni XXIII, il patriarca Atenagora di Costantinopoli, Dwight Eisenhower, Saddam Hussein e con i tre uomini sbarcati sulla luna (Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins).

Al seguito di Papa Paolo VI realizza le cronache dalla Terrasanta, dalla Colombia e da New York.

Per diciassette anni è stato responsabile dello Sport su RaiUno: ha curato La Domenica Sportiva (dal 1976 al 1991 con Carlo Sassi, dal 1991 al 1993 con Alfredo Pigna), oltre ad esserne anche il conduttore, insieme ad altri, dal 1979 al 1981 e nella stagione 1985-86.

Dopo il ’90, una volta andato in pensione, ha continuato a lavorare scrivendo su «L’Eco di Bergamo» e «La Gazzetta di Parma».

È stato ospite di importanti eventi connessi alla sua vita professionale ed è stato invitato in molti programmi televisivi, fra cui Porta a Porta, Unomattina, La Storia siamo noi, Quelli che il calcio, Il senso della vita. Navigato esperto di comunicazione, ha tenuto lezioni in varie università e corsi privati per imprenditori, dirigenti d'azienda, politici e professionisti.

Il 15 dicembre 2010 è stato ospite dei giornalisti di Sky Tg24 per commentare in diretta minuto per minuto il lancio della missione spaziale Sojuz TMA-20 dal cosmodromo di Bajkonur - in Russia - con a bordo l'astronauta Paolo Nespoli insieme ai colleghi Dmitrij Jur'evič Kondrat'ev e Catherine Coleman.

Nel dicembre 2014 viene premiato con la Stella d’Oro al Merito Sportivo. A lui è stato dedicato l'asteroide 110702 Titostagno.

Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo L’arcipelago di Garibaldi. La Maddalena (Touring Club Italiano, Milano 1989) e Mister Moonlight. Confessioni di un telecronista lunatico (minimum fax, Roma 2009), scritto con Sergio Benoni e uscito in occasione del quarantennale dello sbarco sulla luna.