Basta morti sul lavoro, è tempo di fermare la strage

E che i politici siano sordi al problema, salvo poi ricordarsene inviando comunicati stampa occasionali quando avvengono le puntuali tragedie che riempiono le pagine della cronaca nera. Perché dal 2015, i morti sul lavoro ogni anno sono più di mille.
Basta analizzare i dati relativi al primo quadrimestre per avere una misura della dimensione del problema. Tra gennaio e aprile i morti sono stati 306, ovvero 26 in più rispetto ai 280 registrati nel primo quadrimestre del 2020, un incremento del 9,3%. Il dato è in linea con quelli del primo quadrimestre 2019, in cui sono avvenuti 303 eventi mortali, quando però non si registravano rallentamenti dell’attività produttiva legati alle misure di contenimento della pandemia. Analizzando nel dettaglio, i dati rilevati al 30 aprile evidenziano per il primo quadrimestre 2021 una diminuzione solo dei casi in itinere, ossia negli spostamenti tra casa e lavoro, ridotti a causa del ricorso al lavoro a distanza, passati da 60 a 48, mentre quelli avvenuti sul posto di lavoro sono stati 38 in più (da 220 a 258). Il record dei casi al Sud Italia (59), mentre al Nord è la zona Ovest la peggiore (47 casi contro i 38 del Nord Est).
L’incremento, rileva l’Inail, ha riguardato tutti i grandi settori economici. Il più colpito però è sicuramente quello dell’edilizia, in cui si moltiplicano le morti per caduta dalle impalcature.
Basta "morti bianche", basta infortuni sul lavoro. Mentre il governo si appresta a presentare un provvedimento per garantire una maggiore sicurezza sui posti di lavoro, il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha ribadito l'appello ai sindacati ad avviare le commissioni paritetiche nelle imprese: “Confindustria vuole prevenire le morti sul lavoro prima che accadono” ha detto Bonomi. “Noi siamo subito pronti a firmare con i sindacati. Non si può morire a lavoro, per nessuna ragione, dagli infortuni al Covid” ha affermato il numero uno degli industriali.
Potenziare la sicurezza sul lavoro è uno degli obiettivi dichiarati dal premier Mario Draghi. Il provvedimento è alle battute finali. Infatti, stando a quanto dichiarato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “stiamo definendo gli ultimi dettagli e nei prossimi giorni vedrà la luce un provvedimento ad hoc, basato sulla maggiore efficacia delle sanzioni e maggior tempestività delle sanzioni, un potenziamento delle strutture di controllo, un potente investimento sulla formazione e sull’informazione e poi finalmente una banca dati che consenta di raccogliere l'insieme di sanzioni e valutazioni fatte con i controlli per iniziare un percorso di qualificazione delle imprese”.
Non si può più parlare di incidenti sul lavoro. Servono investimenti per le lavoratrici e i lavoratori che garantiscano la loro sicurezza. Negli ultimi vent'anni il lavoro è stato visto più come un costo che come una risorsa e si stanno continuando a cancellare diritti.
Le risorse per l’innovazione che vengono date alle aziende anche attraverso il PNRR devono essere vincolate all’adozione di misure sulla sicurezza attraverso le tecnologie 4.0 più avanzate e ad una corretta organizzazione del lavoro. Inoltre, non vanno messe in discussione le norme del codice degli appalti che con la logica della semplificazione intervengono sul costo del lavoro smantellando regole e diritti. Vanno anche rafforzati gli organismi di controllo e di ispezione e la medicina del lavoro sul territorio.
Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete, e di messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
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