Blocco dei licenziamenti, il 26 giugno sindacati in piazza

Landini, Sbarra, Bombardieri Landini, Sbarra, Bombardieri Foto M. Riccardi © AGR
Il nostro Paese sta vivendo una fase delicata di transizione, nella quale la ripresa economica gioca un ruolo fondamentale. Deve essere la guida per la massima coesione sociale, in grado di creare lavoro stabile e sicuro, a partire dai giovani, dalle donne e dal Mezzogiorno.


Nel Decreto Sostegni, oltre alla previsione della fine del blocco generalizzato dei licenziamenti dal 1 luglio e all’assenza di adeguate politiche industriali capaci di valorizzare a pieno gli investimenti e i contenuti del PNRR, non vi è traccia di condizioni necessarie per affermare che ci siano i presupposti giusti a tutto ciò.
 
Durante questi lunghi mesi di pandemia, i sindacati hanno sempre avanzato proposte e chiesto con tenacia la tutela dei diritti sia delle lavoratrici e dei lavoratori sia delle pensionate e dei pensionati.
 
La mobilitazione avviata nelle scorse settimane, sulla grave emergenza della sicurezza nei luoghi di lavoro e culminata con il presidio del 28 maggio davanti alla sede del Parlamento, ha prodotto risultati parziali.
 
Per queste ragioni "la nostra azione – affermano CGIL, CISL e UIL – deve proseguire in modo articolato, su base categoriale e territoriale, con assemblee nei luoghi di lavoro, attivi unitari, incontri con i gruppi parlamentari, i partiti e con il coinvolgimento di tutte le aree sociali sensibili alle nostre istanze".
 
Il percorso di mobilitazione iniziato circa un mese fa vedrà, sabato 26 giugno, tre manifestazioni nazionali nelle città di Bari con il Segretario Generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, di Firenze con il Segretario Generale della CISL, Luigi Sbarra, e di Torino con il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini.
 
“Riprenderci le piazze, chiamare i lavoratori a prendersi la propria parola e indicare una prospettiva che sia fondata non sui licenziamenti ma sulla difesa e la creazione di nuovo lavoro e anche su quelle riforme fondamentali, come per esempio quella fiscale che per noi è centrale e deve riguardare sia il salario, sia le pensioni”, ha spiegato Landini.
 
“Vogliamo intensificare la fase di mobilitazione unitaria – ha affermato Luigi Sbarra, Segretario Generale della CISL – sui temi del lavoro e della sua sicurezza, sollecitando i necessari cambiamenti al decreto Sostegni bis. Il 26 giugno faremo tre grandi manifestazioni ed andremo avanti fino a quando non raggiungeremo i nostri obiettivi e sulla base delle priorità indicate nella nostra piattaforma unitaria”.
 
“Lo sblocco dei licenziamenti alla fine di giugno determinerà una situazione sociale ingestibile: bisogna trovare una soluzione per prolungare la moratoria – spiega Pierpaolo Bombardieri, leader Uil –. Noi abbiamo delle idee e siamo pronti al confronto. Con questo spirito costruttivo e a sostegno delle nostre istanze per il rilancio del paese, abbiamo deciso di dare continuità alla mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil: sabato 26 giugno saremo in piazza, non “contro”, ma “per” una proposta di crescita e di futuro”, ha concluso.
 
Nei giorni scorsi, i tre segretari generali hanno incontrato anche i gruppi parlamentari di Italia Viva, non favorevoli al blocco dei licenziamenti.
 
“Un blocco selettivo vuol dire che qualcuno lo proteggi e qualcun altro no, non è la soluzione del problema”, spiegava Landini al termine dell’incontro con Italia Viva. “Alle imprese – proseguiva – viene data la possibilità di usare la cassa ordinaria a costo zero, e sono stati dati anche altri contributi e forme di sostegno: pensiamo che questi debbano essere condizionati al fatto che però licenziamenti non ne fai”.
 
E’ continuato anche il tentativo di mediazione di Mario Draghi, consapevole della delicatezza del tema sui licenziamenti. Nelle settimane precedenti, infatti, ha avuto modo di incontrare sia il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri sia, precedentemente, Landini e Sbarra. Ma la posizione di Cgil, Cisl e Uil è rimasta sempre ferma: un prolungamento del blocco solo per alcuni settori – il settore tessile al primo posto – non basta, serve una norma generale.
 
Le tre manifestazioni nazionali unitarie hanno l’obiettivo di conquistare la proroga della moratoria sui licenziamenti almeno fino al 31 ottobre, accompagnata da una riforma degli ammortizzatori sociali e da nuove politiche attive per il lavoro, al fine di evitare un dramma sociale.
 
Per le tre sigle sindacali "è necessario ribadire con fermezza i contenuti della piattaforma unitaria su: lavoro, occupazione, coesione, sviluppo, fisco, pensioni, non autosufficienza, rinnovo dei contratti pubblici e privati, riforma della pubblica amministrazione e scuola, della cultura e del turismo. È fondamentale, inoltre, che ci sia da parte delle istituzioni la volontà di attuare un piano serio ed efficace che sia in grado di utilizzare le risorse del PNRR al fine di creare una stabile connessione tra investimenti e occupazione, coinvolgendo in maniera significativa con una governance partecipata e preventiva le parti sociali".