Didattica a distanza: come cambia la scuola

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che si dichiara soddisfatta dell'impegno e del lavoro svolto in queste settimane dai docenti di ogni ordine e grado, affronta il tema delle tecnologie utilizzate per poter far fronte alla didattica a distanza (DaD), resa obbligatoria con l’ultimo decreto scuola.
«Eravamo arretrati, nella cultura digitale. Su questo occorrerà riflettere. Si parla da anni di Piani per la digitalizzazione. Dovremo capire cosa è accaduto davvero e accelerare. Intanto, in queste settimane, abbiamo fatto passi importanti. Trasformare questa crisi in opportunità è la sfida che ci si para davanti. Dobbiamo e vogliamo vincerla. Ancora troppe disparità fra un istituto e l’altro. Ma la scuola ha saputo reagire, questo va detto. Dobbiamo esserne fieri. Ringrazio tutto il personale». Queste le sue parole.
Ci stiamo accorgendo tutti di quanto il divario digitale sia radicato in un divario sociale anteriore e che la scuola non potrà eliminare in tempi rapidi, anche se fortunatamente si sta adoperando per superarlo, per esempio attraverso la dotazione di dispositivi informatici a tutte le famiglie che ne hanno bisogno. Proprio perché il diritto all'istruzione va assicurato a tutti.
La DaD è quindi una realtà e non ci sono alternative. Probabilmente proseguirà parzialmente anche a settembre, come ha dichiarato la stessa Ministra nel corso di una recente intervista. Di fatto, da settimane è in corso un grande lavoro da parte sia dei Dirigenti scolastici - che devono conciliare pareri, esperienze, possibilità - sia dei docenti e, inevitabilmente, delle famiglie. Un lavoro in cui gli unici obiettivi possibili sono il buon senso e la volontà di raggiungere i ragazzi. Facendo soprattutto attenzione a non perdere proprio quelli che già prima erano in difficoltà e preoccupandosi di trovare strategie che consentano una loro partecipazione attiva al nuovo dialogo educativo.
A seguito dell’interruzione della frequenza scolastica, i docenti hanno dovuto riadattare la progettazione didattica, le modalità di trasmissione dei contenuti, la valutazione degli apprendimenti e la stessa relazione educativa docenti/studenti.
Gli studenti, dal loro canto, si sono trovati a gestire attività, compiti, interrogazioni attraverso l'utilizzo di nuovi canali e senza il contatto fisico con gli insegnanti. I genitori, non da ultimi, sono diventati i soggetti maggiormente coinvolti nell'organizzazione dei compiti, dei veri e propri pianificatori dell’attività, in particolar modo per i bambini nella fascia di età 6-10 anni. Se in condizioni normali, infatti, la scuola rappresenta da sempre per le famiglie una “presenza-assenza” importante, dal momento che per diverse ore i bambini e i ragazzi sono in classe, in queste ultime settimane è diventata molto più invasiva.
Le testimonianze di seguito riportate vogliono mostrare il punto di vista di ognuna di queste categorie - docenti, genitori e studenti - nella speranza possano fornire spunti utili per una valutazione della nuova fisionomia che oggi la scuola ha assunto.
Risponde Angela G., docente del Liceo “T. Stigliani” di Matera
La didattica a distanza è un lavoro nuovo perché richiede una preparazione diversa, l'utilizzo di mezzi differenti, orari più flessibili e modalità tutte da inventare. Come è cambiato l'insegnamento ai tempi del Covid-19?
È stato un attimo e puff... scuole chiuse e tutti a casa per colpa di questo maledetto “mostro”! E adesso ogni mattina mi sveglio, indosso il mio sorriso migliore, accendo la webcam e incontro i miei ragazzi. Ho persino inserito una sveglia nel cellulare per scandire le nostre lezioni fingendo di essere a scuola, perché la campanella, ahimè, quella cara amica che scandisce le nostre giornate scolastiche purtroppo non suona più da settimane ormai e chissà quando tornerà a suonare per noi. Eravamo tutti impreparati, docenti e alunni, a questo “terremoto” e la scuola italiana si è dovuta rimboccare le maniche per cercare una valida alternativa alle lezioni in presenza e rendere meno traumatica possibile questa fase di “black-out didattico”. Non è stata impresa semplice, anzi molto sofferta direi, soprattutto per quelli come me che credono che la scuola con la “S” maiuscola sia ben altro che la mera trasmissione di contenuti disciplinari. E allora noi docenti ci siamo tuffati a capofitto nella rete, tra piattaforme, classi virtuali, video-lezioni, chat e chi più ne ha più ne metta pur di far sentire la nostra presenza. Si lavora al mattino con i ragazzi ma si lavora tanto anche al pomeriggio soprattutto per preparare le lezioni, in cerca di materiali di studio alternativi ai libri di testo per facilitare lo studio domestico (videos, documentari, tests on line, etc.). La spiegazione della prof, però, rimane un punto di riferimento indispensabile per gli studenti, e perciò non deve mai mancare, poiché il feedback immediato resta comunque la prima verifica degli apprendimenti.
La relazione educativa con gli studenti è uno degli aspetti fondamentali per poter realizzare l’inclusione scolastica, ma non tutti i mezzi proposti dalla DaD arrivano a colpire il bersaglio, riuscendo a coinvolgere l’intero gruppo classe nei processi didattici intrapresi. Quali gli strumenti per ricreare l'interazione con gli studenti e non farli sentire soli?
È innegabile che con la DaD non sempre si riesce a raggiungere tutti gli studenti allo stesso modo. In alcuni casi ciò è dovuto alla mancanza nelle famiglie di strumenti digitali adeguati per supportare questo tipo di attività, altre volte perché molti di loro preferiscono nascondersi dietro un quadrato nero a microfono spento ritenendo sufficiente “essere connessi”, mostrando scarsa volontà di interagire con il docente e/o con gli altri compagni. Quello è il momento in cui bisogna inventarsi qualcosa, cioè attivare strategie di coinvolgimento in grado di stimolare la loro curiosità per tirarli fuori dal loro anonimato. Impresa ardua questa per noi docenti soprattutto quando le video-lezioni si svolgono nelle prime ore del mattino, in cui il numero degli assenti è considerevole.
In questo momento le famiglie hanno un grande carico sulle spalle. Ma dietro ad ogni insegnante c’è una famiglia, magari bimbi piccoli o figli che fanno lezioni a distanza e hanno bisogno dell’unico computer di casa. Come si coniuga il nuovo ruolo di docente a distanza con le esigenze familiari?
Oggi qui, in effetti, parlo da docente ma anche da mamma di una bimba di 20 mesi che ovviamente in questo momento non frequenta l’asilo nido e trascorre le sue giornate in casa con mamma e papà. Il Covid-19 ha letteralmente sconvolto i nostri ritmi familiari. Con orologio e calendario alla mano tanto io quanto mio marito abbiamo dovuto riorganizzare le nostre giornate, cercando di incastrare tutto nel modo migliore possibile: le mie video-lezioni, la sua attività di agronomo in smart-working, la pappa e i momenti di svago della piccola, i webinar formativi pomeridiani, le faccende domestiche… insomma, ci siamo trasformati in breve tempo in due soldatini di una “piccola base militare”. Ovviamente non sempre tutto va alla perfezione poiché, si sa, gli imprevisti sono all’ordine del giorno, soprattutto quando ci sono di mezzo dei bambini così piccoli. E così molto spesso la Prof. G./Mamma Angela ha condotto le sue video-lezioni tenendo in braccio la piccola Francesca, suscitando, dall’altra parte dello schermo, esclamazioni del tipo «Grande Prof! Lei è un mito!!». Valuto, però, positivamente questo aspetto della DaD. Il fatto di entrare nelle case di ognuno di noi attraverso l’occhio di una webcam ha non solo ridotto la “distanza fisica”, ma ha permesso anche una spontanea “condivisione affettiva” dei propri vissuti personali tra alunni e docenti.
Risponde Alessia, mamma di Roberto (6 anni), Andrea (4) e Elisastella (6 mesi)
Una mamma di tre bambini, di cui una di pochi mesi, come riesce a gestire la DaD per i due bambini di 4 e 6 anni?
Il bimbo di 4 anni riceve spesso video dalle sue maestre, spesso si è anche commosso! Riceve anche qualche lavoretto ma il tutto è molto soft! Il grande di 6 invece ha difficoltà nel fare i compiti perché sente molto la mancanza delle maestre e del mondo scuola nella sua totalità! Rifiuta questo rapporto, per lui o si va in vacanza o vede le sue maestre! Motivo per cui ho chiesto più video lezioni alle maestre e più audio per le correzioni dei compiti!
Quando ci sono audio il suo viso si illumina e non vede l’ora di ascoltarli! Perciò per rispondere alla tua domanda, pur essendo una mamma sempre attiva e grintosa, in questo momento ho avuto molti momenti con umore basso perché vedo i miei figli costretti in casa e molto giù per questo e non posso fare molto per aiutarli! Ma poi ci sono stati i momenti con umore più alto perché le giornate andate meglio ci hanno aiutato a rialzarci! E poi c’è lei, la piccola arrivata che con i suoi sorrisi e versetti aiuta tutti a ritrovare l’allegria e la serenità!
Quali strumenti ritieni utili ed efficaci per garantire continuità nel rapporto con gli insegnanti?
Gli strumenti utili sono più video-lezioni, più audio e ad anche più video se la connessione non aiuta; l’importante è che i bambini possano “sentire” le maestre più vicine e presenti! Li aiuta molto ad affrontare le giornate “scolastiche” in casa!
Infine risponde Tommaso (11 anni), studente
Tommaso, come affronti i compiti e le interrogazioni con l'insegnamento a distanza? Ti piace questo nuovo modo di interagire con i professori e i compagni di classe?
Abbastanza bene. Riesco ad organizzare le mie giornate lavorando solo la mattina, mentre a scuola facevo il tempo pieno. Mi piace, ma mi mancano i miei amici.
Quale applicazione utilizzate per l'assegnazione, la consegna e la valutazione dei compiti? Secondo te si tratta di uno strumento semplice o complicato da utilizzare?
Utilizziamo Classroom [applicazione gratuita di Google per la didattica virtuale che mira a semplificare la creazione e la distribuzione di materiale didattico, l’assegnazione e la valutazione di compiti on line senza ricorrere a supporti cartacei - NdA]. È uno strumento semplice, ma ho bisogno di aiuto per allegare e scaricare i compiti.
Ti piace stare a casa o in questo momento preferiresti essere a scuola?
Mi piace molto stare a casa, è un po’ come stare in vacanza, ma ho nostalgia dei miei amici. E mi dispiace che non rivedrò molti di loro e le maestre visto che a settembre sarò in prima media.
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