E' morto Giulio Andreotti

Il decesso è avvenuto dopo che in questi mesi la sua esistenza è stata segnata da parecchi ricoveri, non ultimo quello al Policlinico Gemelli di Roma "a seguito di una aritmia, che è regredita spontaneamente", citava il bollettino medico. Lo scorso maggio Andreotti fu ricoverato per una crisi respiratoria e tenuto sotto osservazione per alcuni giorni.
Nato a Roma il 14 gennaio 1919, Giulio Andreotti di se stesso ebbe a dire: "Quell'anno sono nati il Ppi di Sturzo, il fascismo e io. Di tutti e tre sono rimasto solo io".
Protagonista di primo piano, Andreotti è stato per ben sette volte Presidente del Consiglio (tra cui il governo di "solidarietà nazionale" durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l'astensione del Partito Comunista Italiano, e il governo della "non-sfiducia" (1976-1977), con la prima donna-ministro, Tina Anselmi, al dicastero del Lavoro), otto volte ministro della Difesa, tre volte ministro delle Partecipazioni Statali, due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno, ministro dei beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche Comunitarie.
Giulio Andreotti è una delle figure più amate e controverse della storia della Repubblica Italiana soprattutto dopo essere stato imputato a Palermo per associazione a delinquere. Per quest'ultime accuse, Andreotti fu assolto in primo grado nel 1999; nel 2003 la sentenza d'appello stabilì che Andreotti commise il reato di partecipazione all'associazione per delinquere Cosa Nostra "ravvisabile fino alla primavera del 1980", ma il reato si estinse per prescrizione. Per i fatti successivi alla primavera del 1980 invece fu assolto.
Andreotti iniziò la sua carriera politica durante il periodo universitario, dopo divenne presidente della Federazione Universitaria Cattolica Italiana, ovvero l'unica associazione cattolica riconosciuta nelle università durante il fascismo. Successivamente divenne uno dei più fidati collaboratori di Alcide De Gasperi e a soli 28 ricoprì il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con una delega particolare per lo spettacolo.
Foto Archivio Riccardi © - 1958