E' morto Mikhail Gorbaciov, l'ultimo presidente sovietico

La carriera politica di Gorbaciov iniziò nel 1970, quando venne nominato primo segretario del partito a Stavropol. Dieci anni dopo tornava a Mosca come membro a pieno titolo del Politburo, l'organismo dirigente del Partito Comunista dell'Unione Sovietica.
L'11 marzo 1985 divenne segretario generale del Pcus: aveva solo 54 anni, una svolta generazionale dopo un lungo periodo di gerontocrazia. Il 1986 divenne un anno cruciale: a febbraio Gorbaciov lanciava le sue parole d'ordine, Glasnost (trasparenza) e Perestroika (ristrutturazione), per portare una inedita ventata di libertà nei media e nell'opinione pubblica e per riformare un sistema economico sempre più stagnante. In ottobre invece incontrava l'allora presidente americano Ronald Reagan a Reykjavik, in Islanda, per discutere la riduzione degli arsenali nucleari in Europa, suggellata l'anno successivo dalla firma di uno storico trattato.
Il potere venne spostato dal partito agli organi legislativi eletti a suffragio universale e nel marzo del 1989 ci furono le prime libere elezioni: una data storica. Nel 1990 il ricostituito Congresso dei deputati del popolo elesse Gorbaciov presidente, con più ampi poteri. Nel frattempo era cambiata la geografia e la storia dell'Europa, che per il padre della peretroika doveva diventare "una casa comune". Il 9 novembre 1989 crollava il Muro di Berlino, il simbolo della guerra fredda, a cui seguirono le rivoluzioni di velluto nell'Europa centro-orientale e la riunificazione della Germania. Tutto con l'avallo di Gorbaciov, che nel 1989 ritirava anche le truppe dall'Afghanistan. Nello stesso anno compiva due visite storiche: a maggio a Pechino, dove Cina e Urss riallacciano i rapporti interrotti trent'anni prima; il primo dicembre in Vaticano da Wojtyla, primo leader sovietico ad incontrare un Papa.
Nel 1990 arrivava il Nobel per la pace mentre nel 1991 veniva sequestrato per tre giorni nella villa presidenziale in Crimea, vittima di un golpe dei comunisti conservatori.
Il suo impegno a favore della pace, della democrazia e dell'ambiente è continuato sino a poco tempo fa, tra conferenze, incontri e critiche aperte alla deriva autoritaria di Putin. Anche se nel 2014 era tornato a difenderlo come paladino degli interessi russi, a partire dall'annessione della Crimea, contro l'imperialismo Usa. Ma chiedendo anche, fino alla fine dei suoi giorni, di evitare il rischio di uno scontro nucleare.

Giovanni Currado
Giornalista e fotografo, autore di diversi reportages in Asia e Africa. Responsabile dello studio dell'immenso archivio fotografico Riccardi e curatore della collana "Fotografici" per Armando Editore.
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