Giornata di sciopero generale delle costruzioni

I sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil hanno proclamato uno sciopero otto ore per i settori quali Edilizia, legno, cemento, lapidei, laterizi
Lo stop di cantieri, fabbriche del legno e arredo e cave viene accompagnato dalla manifestazione nazionale stamattina in piazza del Popolo a Roma, per il lavoro, gli investimenti, la ripresa e il futuro, che sia sostenibile e di qualità, con tanti slogan: "Rilanciare il settore, rilanciare il Paese", “lavoro, investimenti, ripresa”, “ricostruiamo l'Italia, mettiamo in sicurezza il Paese”. I lavoratori chiedono che ripartano anche le grandi opere, come i minatori del Terzo Valico: “noi costruiamo, non distruggiamo”. Ci sono i lavoratori dell'E45, “un pezzo della crisi in Italia”.
I dati su cui i sindacati insistono sono preoccupanti: oltre 600 mila le persone che hanno perso il lavoro, con il rischio di perderne ancora, insieme a 120 mila imprese chiuse, che spingono sullo sblocco dei cantieri e delle opere, grandi e non da nord a sud e sugli investimenti.
Secondo la Filca, se ripartissero i 600 cantieri fermi l'impatto sull'occupazione sarebbe di circa 350 mila posti.
Tanti i messaggi di solidarietà sono arrivati alle categorie degli edili, come quelli dalle federazioni mondiale ed europea (Bwi e Fetbb) e da numerosi Paesi come Romania, Serbia, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca, Svezia, Argentina, Sud Corea, Russia, Ucraina, Australia e Myanmar.
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