Gli archeologi italiani e l'archeologia del futuro
“L’archeologia che vogliamo. L’archeologia che faremo”, questo il titolo del III Congresso dell’Associazione Nazionale Archeologi che si è svolto sabato 16 marzo presso l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte in Palazzo Venezia a Roma.
Una partecipata tavola rotonda sulla professione di archeologo ha aperto i lavori del III Congresso ANA; al termine è stata consegnata la targa di “socio onorario ANA” al prof. Adriano La Regina, storico soprintendente di Roma e protagonista dell’archeologia italiana e della tutela del paesaggio urbano.
Oltre cento delegati, provenienti da 19 regioni italiane, hanno tracciato le linee programmatiche dell’Associazione per il prossimo triennio, ponendo con forza l’esigenza di un’archeologia sostenibile e fruibile al servizio del paesaggio e non sottomessa al trend dell’edilizia.
Per l’occasione sono stati totalmente rinnovati gli organi dell’Associazione.
Il nuovo presidente, eletto all’unanimità, è Salvo Barrano: 37 anni, archeologo professionista. Siciliano di nascita, vive e conduce scavi e ricerche a Roma da oltre dieci anni. E’ membro del Comitato Scientifico del Master di Archeologia Preventiva della Luiss Business School e dell’Associazione Internazionale di Archeologia Classica. Da anni si batte per l’affermazione dei lavoratori atipici e di quelli a partita IVA, tra cui sono numerosissimi gli archeologi e collabora attivamente con “Quinto Stato”, “Il nostro tempo è adesso”, “Associazione XX Maggio” ed è membro del direttivo del Colap (Coordinamento Libere Assoc. Professionali) e della Consulta delle Professioni della CGIL.
Eletti anche i vice presidenti Giuseppina Manca Di Mores e Walter Grossi e il nuovo direttivo composto da 39 membri.
"L'Associazione Nazionale Archeologi" ha salutato così il III Congresso ANA il neo eletto presidente, Salvo Barrano "con l' ottimismo e con l'impegno di sempre continuerà a perseguire il riconoscimento pubblico della professione, con l’inserimento dell’archeologo nel Codice dei Beni culturali e la ratifica da parte dell’Italia, dopo vent’anni, della Convenzione europea sulla protezione del patrimonio archeologico."
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