Il volto di Giorgio Di Ponzio sul murale di Jorit a Taranto

I suoi lavori sono ospitati all'interno di prestigiose sedi espositive in Italia e all’estero e la sua attività artistica, che si connota per i forti messaggi di natura sociale, è divenuta materia di studi e trattati universitari.
Il 18 settembre si legge sul suo profilo fb:
«Immaginate un ragazzino di 15
Immaginate che si ammali di tumore
Immaginate che muoia
Immaginate che un tribunale accerti che sia morto, non per casualità o sfortuna,
ma perché avvelenato da una grande industria, colpevole due volte perché consapevole di farlo.
Ora immaginate che quel bambino sia vostro figlio…
Come vi sentireste?
Così è come si sentono dal 25 gennaio 2019, Carla e Angelo i genitori di Giorgio».
Jorit, ospite del progetto Trust - Taranto regeneration urban and street decide di lasciare il suo messaggio puntando su una figura emblematica per la città e per il Paese intero: Giorgio Di Ponzio, morto il 25 gennaio 2019, all’età di 15 anni, per un sarcoma ai tessuti molli.
«Eravamo increduli, poi ci siamo resi conto che era tutto vero», ha raccontato il papà di Giorgio. «Mia moglie ha partecipato ad un incontro con gli artisti ed aveva capito che c’era l’intenzione di ricordare nostro figlio, perché Jorit le aveva chiesto delle foto di Giorgio. È nato qualcosa di straordinario e siamo fieri che l’immagine di Giorgio diventi uno dei simboli artistici della città di Taranto. Da vittima dell’inquinamento a simbolo della speranza».
Secondo di tre figli maschi, Giorgio viveva a Taranto, anche se negli ultimi anni faceva la spola tra il policlinico di Bari e l’Istituto Tumori di Milano. La mamma Carla è sempre stata convinta che la causa della malattia del figlio fosse la diossina sprigionata dallo stabilimento siderurgico ILVA, che negli anni ha causato la morte di migliaia di vittime, anche giovanissime. «Questa nostra esperienza», - ha spiegato la mamma in una intervista ci ha fatto scoprire che nella zona in cui viviamo ci sono diverse inadempienze. Ci siamo convinti, quindi, che bisognava agire, dovevamo farlo per evitare altro dolore, per gli altri non potevamo stare in silenzio».
Dopo la morte del piccolo Giorgio, Taranto è insorta, con una fiaccolata organizzata dall’associazione dei “Genitori tarantini in memoria dei bimbi morti per il cancro e per le malattie connesse all'inquinamento”, a cui hanno fatto seguito appelli allo Stato e alle autorità per far luce su questa tragedia collettiva.
I coniugi Di Ponzio hanno anche scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere che ai bambini di Taranto venga riconosciuta una medaglia al Merito che «riconosca il loro calvario e il loro sacrificio avverso alle ingiustizie sociali e ambientali subite».
Proprio perché «in quei reparti si diventa mamma di tutti i bambini», come ha raccontato la coraggiosa mamma Carla, insieme al marito Angelo ha dato vita all'Associazione Giorgio forever in uno stabile dato in comodato d’uso da un papà che in soli tre giorni aveva perso un bambino di leucemia. Punto di riferimento per altri genitori e realtà associative, il 15 giugno 2020, giorno in cui Giorgio avrebbe compiuto 17 anni, nasce la Fondazione Giorgio Di Ponzio che si occupa di ricerca oncologica pediatrica sulle patologie che riconoscono cause o concause ambientali.
Il sorriso di Giorgio continua a vivere. Raffigurato su un palazzo nel quartiere Tramontone di Taranto, la base riprende due articoli della Costituzione: il 32 e il 4, che tutelano la salute dei cittadini e riconoscono loro il diritto al lavoro.
L’opera di Jorit è stata accolta con grande emozione dai cittadini. Numerose le testimonianze di affetto e partecipazione.
L’artista, che in queste ultime settimane ha reso pubbliche le fasi di realizzazione del grande murale, uno dei più grandi mai realizzati, ha dipinto il volto sulla scritta: «Da Bagnoli a Firenze a Taranto. Insorgiamo. Basta ricatti. Vogliamo salute e lavoro. La nostra vita vale di più dei vostri profitti».
Perché Giorgio rappresenta un’emergenza locale e nazionale. Giorgio è parte di noi e per lui, anche per lui, la città di Taranto dovrà lottare e rinascere.
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