L’iter del decreto destinato al personale precario e le risorse nella manovra economica sono stati centrali negli interventi dei delegati giunti da tutta Italia e dei segretari generali delle cinque organizzazioni - FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams – durante l’iniziativa nazionale al Teatro Quirino di Roma.
Filo comune, la convinzione che occorra intensificare la fase di mobilitazione in atto per una decisa svolta nelle scelte di Governo.
Gli scarsi investimenti in conoscenza hanno determinato una non più tollerabile perdita di prestigio professionale per chi lavora in settori che sono invece di importanza strategica per il Paese. Il giusto riconoscimento professionale di tutto il personale si riconquista innanzitutto attraverso il rinnovo del contratto per il quale vanno individuate subito le risorse necessarie, ancora ben lontane dall’aumento a tre cifre promesso.
Forte il richiamo, in tutti gli interventi, all’esigenza di rinsaldare a ogni livello un impegno unitario che si è rivelato di grande efficacia su partite decisive per la rappresentanza e la tutela del lavoro, ridando spazio e ruolo alla contrattazione; per questo i segretari generali dei cinque sindacati hanno ribadito la volontà di continuare in un’azione comune nel confronto con Palazzo Chigi per ottenere il rispetto degli accordi sottoscritti col Governo in carica e con quello precedente.
Prosegue, dunque, la mobilitazione avviata dalle cinque maggiori organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca, con iniziative che si stanno moltiplicando sui territori e che potranno avere ulteriori sviluppi in relazione all’andamento della discussione sulla legge di bilancio.
Alla manifestazione è seguito il presidio davanti a Montecitorio degli assistenti amministrativi facenti funzione che chiedono di poter accedere al concorso straordinario per posti di DSGA previsto dal decreto sul precariato.
Persone che per anni, col loro lavoro, hanno permesso il regolare funzionamento degli uffici di segreteria di centinaia di scuole, e che si vedono negata la possibilità di partecipare alla procedura straordinaria di reclutamento prevista dal decreto 126/2019 nel caso in cui, pur avendo il requisito richiesto di servizio (minimo tre anni scolastici) non siano in possesso della laurea. "È grave - ha detto la segretaria generale CISL Scuola Maddalena Gissi nell'intervento di apertura della manifestazione - che il Governo non riconosca il dato, concreto e verificato, di competenze spese sul campo per anni, con riconosciuta qualità, negando opportunità di stabilizzazione a chi non possiede un titolo di studio. Col paradosso che senza laurea si può fare il concorso ordinario, ma si è esclusi da una procedura pensata proprio per riconoscere il valore dell'esperienza di lavoro acquisita nell'esercizio di mansioni superiori. Chiediamo al Parlamento di modificare il decreto 126 in sede di conversione, le persone che oggi sono qui a manifestare non avanzano assurde pretese, chiedono cose ragionevoli e serie, non meritano di essere così ingiustamente discriminate. Sarebbe un atto di incomprensibile e ingiustificabile irriconoscenza, una ferita alla loro dignità".