Roma blindata per il G20

Roma blindata per il G20 Foto M. Riccardi © AGR
Il vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi appartenenti al G20 ha previstouna serie di chiusure e divieti di sosta in concomitanza con la zona rossa del vertice.

Il G20 quest’anno si tiene, per la prima volta dalla sua nascita nel 1999, in Italia (che ne detiene la presidenza del G20 dal 1° dicembre 2020), sotto la presidenza del premier italiano Mario Draghi. Riunisce 20 Paesi che, insieme, rappresentano il 60% della popolazione mondiale, il 75% del commercio globale e oltre l’80% del Pil internazionale: partecipano i capi di Stato e di Governo dei singoli Stati e i presidenti di Commissione europea e Consiglio europeo per l’Ue con la rappresentanza di Ursula von der Leyen e Charles Michel.

Il vertice finale rappresenta il punto di arrivo di una serie di incontri svolti durante tutto l’anno di riferimento attraverso riunioni ministeriali, gruppi di lavoro ed engagement groups, incontri a cui parteciperanno anche rappresentanti di attori sociali rilevanti per i temi in discussione.

I lavori seguono tre pilastri: persone, pianeta e prosperità. Nel corso dell’anno ai temi già in calendario (Covid-19, ambiente, energia, diritti, commercio globale, lotta alla povertà) si è aggiunto quello dell’Afghanistan, riconquistato dopo vent’anni dai talebani, saliti al potere con la presa di Kabul lo scorso 15 agosto. Proprio per questo, si è tenuto lo scorso 12 ottobre. In quell’occasione un G20 straordinario solo sull’Afghanistan, dove Draghi ha detto che la sensazione degli Stati del vertice è che “questa sia una vera crisi, una colossale crisi umanitaria, quindi la necessità di agire è immediata”. Gli sforzi del G20, secondo Draghi, dovranno essere quelli di “ricostruire le istituzioni, perché il governo talebano non ha mostrato capacità amministrative straordinarie”, inviare nel Paese dosi di vaccini anti Covid-19, scongiurare il rischio terrorismo e organizzare corridoi umanitari per chi lascia l’Afghanistan.

Al centro della prima tematica, gli effetti che la pandemia da Covid-19 ha avuto sugli equilibri economici e sociali del mondo. L’obiettivo è quello di ridurre le disuguaglianze globali rese ancora più evidenti dalla crisi sanitaria, cercando vie per tutelare le fasce di popolazione più vulnerabili – donne, giovani e lavoratori precari – e lavorando su temi come l’accesso all’istruzione e le disparità di opportunità e condizioni di vita nei diversi Paesi del mondo. Focale il tema dei vaccini contro il coronavirus, con Paesi che hanno ormai raggiunto alte soglie di popolazione già immunizzata e vaste aree del mondo dove invece solo poche fasce sono state vaccinate.

Infatti, in una delle ultime riunioni prima del vertice finale, tenutasi lo scorso 7 ottobre, a cui hanno partecipato i presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G20, Draghi ha sottolineato come la situazione pandemica attuale sia “finalmente sotto controllo grazie in molte parti del mondo grazie a campagne di vaccinazione efficaci”. Tuttavia, “a fine settembre si contavano più di 50mila morti al giorno”. Draghi ha quindi ribadito: “il messaggio ai concittadini deve essere chiaro. I vaccini salvano vite”, e si è appellato ai Parlamenti per “sostenere i governi nel loro impegno contro la disinformazione in materia di vaccini”. A più riprese, durante l’anno, Draghi ha poi sottolineato l’importanza di distribuire dosi di vaccino nei Paesi più poveri, parlando di “disparità moralmente inaccettabili”.

Altro tema centrale per il G20 è quello della crisi ambientale. Il summit si pone come ulteriore appuntamento di fondamentale importanza nel percorso verso la Cop26. Al G20 Interfaith Forum dello scorso settembre, Draghi ha sottolineato come i Paesi partecipanti al vertice siano responsabili “di circa quattro quinti delle emissioni globali”, ma che gli effetti dei cambiamenti climatici si riversano in modo particolare “sugli Stati più poveri. Nove dei dieci Stati più colpiti da eventi meteorologici estremi tra il 1999 e il 2018 non sono infatti economie avanzate. Questi Paesi hanno beneficiato meno di altri del nostro modello di sviluppo, ma ne sono le principali vittime”.

Terzo grande ambito di lavoro è quello della “prosperità”, ossia come risolvere la crisi economica che, trainata dagli effetti della pandemia, ha colpito molti Paesi del mondo. Parlando ai presidenti dei parlamenti, Draghi ha sottolineato come “la ripresa sia ancora fragile e disomogenea, anche a causa della diversa intensità nelle risposte di politica economica alla crisi". I Parlamenti "possono fare la loro parte, promuovendo provvedimenti che rilancino gli investimenti, rimuovano ostacoli alla crescita e aiutino economicamente i Paesi più fragili. Dobbiamo impegnarci, tutti insieme, per una ripresa dell'economia globale sostenuta, durevole, e che non lasci indietro nessuno".