Sindacati contro riforma fiscale del governo

Sindacati contro riforma fiscale del governo
Dopo la giornata di mobilitazione dello scorso sabato 27 novembre nelle diverse città italiane, e non solo dei soliti no green pass, ma anche di Cgil, Cisl e Uil che hanno deciso di protestare per chiedere all'esecutivo e a Mario Draghi di cambiare la rotta e il contenuto della Legge di Bilancio, i sindacati sono stati convocati dal Ministro dell'Economia, Daniele Franco.
Dopo la discussione sulle pensioni, finita con lo strappo dei leader sindacali che hanno criticato apertamente la scelta del governo, al centro della polemica c'è la riforma fiscale e gli otto miliardi previsti in manovra per il taglio delle tasse.
 
"La trattativa sul fisco, se c'è, non può essere che ci convocano per dirci cosa ha deciso la maggioranza e per informarci – protesta il Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza Santi Apostoli a Roma –. Il governo e i partiti devono sapere che se pensano che questo è il rapporto con i lavoratori non si va da nessuna parte. Non siamo disponibili a fare da spettatori".
 
Prosegue, poi, Landini: “servono più di 8 miliardi" per una vera riforma fiscale, questi "devono servire ad aumentare i redditi da lavoro e da pensione a partire da quelli più bassi, non ci può essere un'operazione che tutela i redditi medio alti". Ma non solo, serve anche "porre la questione della lotta all'evasione fiscale", è un tema di "volontà politica quella di affrontarla". Il governo "si era preso l'impegno di riconvocarci", ma "c'è un evidente ritardo che va colmato già nei prossimi giorni".
 
La battaglia sulle pensioni, però, non è affatto finita: "c'è la necessità intanto di introdurre delle correzioni alla Legge di Bilancio, estendendo i lavori gravosi e riconoscendo le differenze per le donne – continua il Segretario della Cgil – e poi bisogna avviare il confronto per ridisegnare complessivamente la legge Fornero, che contiene troppe disuguaglianze e rendere davvero il sistema flessibile".
 
La pazienza c'è, assicura Landini, ma "sono passati nove anni dalla legge Fornero". È chiaro che "non abbiamo intenzione di fermarci con la protesta, perché vogliamo portare a casa risultati concreti".
 
E, infine, c'è il tema del precariato: "gli investimenti devono servire per creare lavoro non precario, sicuro e per dare lavoro ai giovani – insiste il leader sindacale – Per questo bisogna cancellare forme precarie assurde e sarebbe il momento di introdurre un unico contratto di inserimento fondato sulla formazione che deve avere come obiettivo la stabilità e l'assunzione a tempo indeterminato, sia nel pubblico sia nel privato".
 
"Il governo sta ancora discutendo al proprio interno, aspettiamo la convocazione perché vogliamo portare a quel tavolo le nostre valutazioni, le nostre elaborazioni e le nostre proposte". Lo ha detto Luigi Sbarra, Segretario Generale della Cisl, alla manifestazione dei lavoratori del Piemonte a Torino. "Considero questo primo stanziamento della Legge di stabilità un tassello in vista della discussione che dovremo fare con il governo sulla riforma complessiva radicale e strutturale del sistema fiscale e tributario. Dobbiamo ridurre le aliquote, abbassare gli scaglioni lavorare su detrazioni e no tax area per portare benefici a lavoratori dipendenti e pensionati", ha sottolineato Sbarra.
 
Tagliare il cuneo riducendo di due terzi i contributi a carico dei lavoratori e di un terzo quelli sulle imprese per più salario e competitività. Intervistato dal Corriere della Sera, il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi critica la manovra e l'intesa sul fisco e indica una diversa strada. Il Pnrr, spiega, può dare crescita aggiuntiva di un punto e mezzo, ma servono provvedimenti per la ripresa del Pil. E sul taglio delle tasse, “otto miliardi sono pochi, ne servirebbero almeno 13”, sull'Irpef “non c'è reale sostegno alle fasce più deboli, lo sconto maggiore è sulla fascia reddito 40-45mila euro, per le imprese non c'è nulla”.

 


 

Agrpress

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