15 anni senza Katharine Hepburn, interprete di “Susanna”, “Il lungo viaggio verso la notte” e “Indovina chi viene a cena?”

Katharine Hepburn con Spencer Tracy in "Indovina chi viene a cena" di Stanley Kramer Katharine Hepburn con Spencer Tracy in "Indovina chi viene a cena" di Stanley Kramer
Quindici anni fa, nel giugno 2003, moriva a Old Saybrook - nel Connecticut - la grande attrice americana, nota per film quali “Susanna di Howard Hawks”, “La costola di Adamo” di George Cukor, “La regina d’Africa” di John Huston, “Il lungo viaggio verso la notte” di Sidney Lumet, “Indovina chi viene a cena?” di Stanley Kramer, “Il leone d’inverno” di Anthony Harvey, “Torna El Grinta” di Start Millar, “Sul lago dorato” di Mark Rydell e molti altri.

«Ci sono donne e donne, poi c’è Kate. Ci sono attrici ed attrici. Poi c’è la Hepburn» (Frank Capra)

«Io sono atea e basta. Credo che non ci sia niente da sapere, l’unica cosa che dovremmo fare è essere gentili gli uni con gli altri e fare quello che possiamo fare per altre persone» (Katharine Hepburn, 1991)

Nata ad Hartford - nel Connecticut - nel maggio 1907, alta, magra, capelli rossi, volto coperto di lentiggini, proveniente da famiglia progressista ed anticonformista (la madre plurilaureata e con un passato da suffragetta militante, il padre noto medico), frequenta il college, ma fin da ragazza la sua principale aspirazione è far l’attrice.

Dopo il debutto a teatro alla fine degli anni Venti, il cinema si rivelerà ben presto come il suo vero mondo. Esordisce da protagonista in Febbre di vivere (1932) di George Cukor e l’anno seguente vince l’Oscar come Miglior Attrice protagonista per Gloria del mattino (1933) di Lowell Sherman, nel ruolo di un’ingenua attrice di teatro in cerca di una scrittura.

Oltre ad alcuni film piuttosto di routine (fra cui Amore tzigano - 1934 - di Richard Wallace e Primo amore - 1935 - di George Stevens), viene nuovamente diretta da George Cukor in Piccole donne (1933), tratto dal libro omonimo di Louisa May Alcott, e ne Il diavolo è femmina (1935).

Ben presto affiora il suo peculiare talento per la cosiddetta sophisticated comedy, soprattutto lavorando con Cary Grant, suo partner nel già citato Il diavolo è femmina, in Incantesimo (1938) ed in Scandalo a Philadelphia (1940), anch’essi diretti da George Cukor.

Si rivela frizzante ed inarginabile dell’indiavolata screwball comedy Susanna! (1938) di Howard Hawks, in cui lavora nuovamente con Cary Grant, ma si trova a suo agio anche in ruoli drammatici, come ad esempio in Palcoscenico (1937) di Gregory La Cava.

Dotata di enorme talento e di grande versatilità, riesce ad interpretare quasi qualsiasi ruolo, con una tensione recitativa che va nel profondo e che tende a nascondere la sua naturale bellezza sotto un fascino magnetico quasi indecifrabile e dietro ad una vasta gamma di vibrazioni psicologiche, in grado di dar vita a gradevoli personaggi dal profilo romantico così come a indimenticabili figure femminili libere, indipendenti ed anticonformiste.

Alternando commedia e film drammatici, recita ne La donna del giorno (1942) di George Stevens, in cui lavora per la prima volta con Spencer Tracy (nei successivi venticinque anni i due si ritroveranno in altri otto film) ed in seguito in Prigioniera di un segreto (1942), di George Cukor, Tragico segreto (1946) di Vincente Minnelli, in cui lavora con Robert Mitchum e Robert Taylor, Il mare d’erba (1947) di Elia Kazan, Lo stato dell’unione (1948) di Frank Capra, La costola di Adamo (1949) di George Cukor.

Superati i quarant’anni, ancora più asciutta, ne La regina d’Africa (1951) di John Huston è in grado di interpretare magistralmente il personaggio della missionaria bisbetica che si trova a viaggiare in barca lungo un fiume africano in compagnia di un avventuriero rozzo ed ubriacone (interpretato da un Humphrey Bogart sciamannato più che mai)

A partire dagli anni Cinquanta, ormai navigata e padrona di una consumata arte scenica, recita in vari altri film, arrivando a vincere un secondo Oscar come Miglior Attrice Protagonista per Indovina chi viene a cena (1967) di Stanley Kramer, pellicola che scava in profondità nei pregiudizi razziali annidati in una famiglia americana benestante e progressista, ed in cui lavora con Spencer Tracy (il quale morirà circa tre settimane dopo la fine delle riprese), Sidney Poitier e Katharine Houghton.

Grandiosa la sua recitazione ne Il leone d’inverno (1968) di Anthony Harvey, in cui lavora con Peter O’ Toole e vince il suo terzo Oscar come Miglior Attrice Protagonista, La pazza di Chaillot (1969) di Brian Forbes, Le troiane (1971) di Michael Cacoyannis, Sul lago dorato (1981) di Mark Rydell, in cui lavora con Henry Fonda (al suo ultimo film) e Jane Fonda e con cui vince il suo quarto Oscar come Miglior Attrice protagonista.

Fra gli altri film ricordiamo La falena d’argento (1933) di Dorothy Arzner, Argento vivo (1934) di John Cromwell, Maria di Scozia (1936) di John Ford, Una donna si ribella (1936) di Mark Sandrich, Dolce inganno (1937) di George Stevens, La taverna delle stelle (1943) di Frank Borzage, La stirpe del drago (1944) di Harold Bucquet e Jack Conway, Lui e lei (1952) di George Cukor, Tempo d'estate (1955) di David Lean, Il mago della pioggia (1956) di Joseph Anthony, con Burt Lancaster, La sottana di ferro (1956) di Ralph Thomas, La segretaria quasi privata (1957) di Walter Lang, Improvvisamente l’estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz, Il lungo viaggio verso la notte (1962) di Sidney Lumet, tratto da Eugene O’ Neill, Un equilibrio delicato (1973) di Tony Richardson, il western Torna El Grinta (1975) di Stuart Millar, con John Wayne (al suo penultimo film), il film tv Amore tra le rovine (1975) di George Cukor, Olly, Olly, Oxen Free (1978) di Richard Colla, Il grano è verde (1979) di George Cukor, Agenzia omicidi (1984) di Anthony Harvey, Love Affair - Un grande amore (1994) di Glenn Gordon Caron.

Grande protagonista, con una carriera cinematografica durata oltre sessant’anni, Katharine Hepburn ha incarnato in maniera paradigmatica l’eleganza e la maturità del grande cinema hollywoodiano classico

Nel settembre 2006, il Bryn Mawr College e l'Alma Mater Hepburn hanno aperto lo Houghton Katharine Hepburn Center, dedicato sia all'attrice sia a sua madre.

In omaggio a Katharine Hepburn, a Old Saybrook, dove visse a partire dagli anni Settanta e morì, è stato costruito un teatro, ufficialmente inaugurato nella primavera del 2009 insieme al Katharine Hepburn Cultural Arts Center.

Nel maggio 2007, in occasione del centesimo anniversario della sua nascita, il canale via cavo Turner Classic Movies ha dedicato una settimana consecutiva ai suoi film ed ai documentari sulla sua vita.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.