30 anni senza Lee Van Cleef

Nato a Somerville - nel New Jersey - nel gennaio 1925, esordisce al cinema all’inizio degli anni Cinquanta in ruoli secondari (quasi tutti negativi) grazie ad un inconfondibile volto da “duro” con occhi obliqui (di due colori differenti, uno marrone ed uno verde) e naso grifagno. Fra il ’52 ed il ’63 appare (sempre in ruoli secondari da “faccia da forca”) in grandi film western - Mezzogiorno di fuoco (1952) di Fred Zinnemann, con Gary Cooper, Gli ostaggi (1955) di Ray Milland, con R. Milland e Raymond Burr pre-Perry Mason, Sfida all’OK Corrall (1957) di John Sturges, con Burt Lancaster e Kirk Douglas, Il segno della legge (1957) di Anthony Mann, con Henry Fonda, Bravados (1958) di Henry King, con Gregory Peck, La legge del fucile (1958) di Harry Keller, con Fred MacMurray, L’albero della vendetta (1959) di Budd Boetticher, con Randolph Scott, L’uomo che uccise Liberty Valance (1962) di John Ford, con John Wayne, James Stewart e Lee Marvin, La conquista del West (1962) di Henry Hathaway, J. Ford, e George Marshall - e gangster - Il quarto uomo (1952) di Phil Karlson, La polizia bussa alla porta (1955) di Joseph H. Lewis, La gang di Las Vegas (1959) di Edward L. Cahn, lavorando con alcuni fra i più grandi registi ed attori dell’epoca.
Tuttavia, l’incontro fondamentale, che imprimerà una svolta alla sua carriera (promuovendolo ad attore protagonista) sarà quello con Sergio Leone, il quale lo chiama per il ruolo del colonnello Mortimer in Per qualche dollaro in più (1965), con Clint Eastwood e Gian Maria Volonté, e del killer Sentenza in Il buono, il brutto, il cattivo (1966), con C. Eastwood e Eli Wallach.
Il fino ad allora bandito western e gangster si trasforma così in attore protagonista e personaggio a tutto tondo, rivelando una bravura, uno stile ed un'abilità nell’ utilizzare differenti registri recitativi che, negli anni precedenti, non aveva mai avuto occasione di far conoscere al pubblico.
Una volta ottenuto il successo e grande popolarità, negli anni successivi recita in decine di film, sia in Italia - La resa dei conti (1967) di Sergio Sollima, con Tomas Milian, I giorni dell’ira (1967) di Tonino Valerii, con Giuliano Gemma, Da uomo a uomo (1967) di Giulio Petroni, Al di là della legge (1968) di Giorgio Stegani, Ehi amico… c’è Sabata. Hai chiuso! (1968), È tornato Sabata… hai chiuso un’altra volta! (1971I e Diamante Lobo (1976) di Gianfranco Parolini, Il grande duello (1972) di Giancarlo Santi, Là dove non batte il sole (1974), La parola di un fuorilegge… è legge! (1975), Controrapina (1975), Arcobaleno selvaggio (1985), La leggenda del rubino malese (1985) e Il triangolo della paura (1988) di Antonio Margheriti - sia negli Stati Uniti - El Condor (1969) di John Guillermin, Barquero (1970) di Gordon Douglas, Capitan Apache (1971) di Alexander Singer, I magnifici sette cavalcano ancora (1972) di George McCowan, con Stephanie Powers - con un’altra performance “cult”, ovverosia quella del direttore del carcere in 1997: Fuga da New York (1981) di John Carpenter, con Kurt Russell.
Fra gli altri film ricordiamo La frontiera indomita (1952) di Hugo Fregonese, Il diario di un condannato (1953, conosciuto anche con il titolo Duello all’ultimo sangue) di Raoul Walsh, con Rock Hudson, Il ritorno dei vendicatori (1953) di Ray Nazarro, Il risveglio del dinosauro (1953) di Eugene Lourié, Arena (1953) di Richard Fleischer, Squadra omicidi (1953) di Arnold Laven, Jack Slade l’indomabile (1953) di Harold D. Schuster, Le frontiere dei Sioux (1953) di Fred F. Sears, I senza legge (1953) di Nathan Juran, Zingaro (1954) di Andrew Marton, Gli avvoltoi della strada ferrata (1954) di Jesse Hibbs, La freccia nella polvere (1954) di Lesley Selander, con Sterling Hayden, L’ascia di guerra (1954) di L. Selander, La principessa del Nilo (1954) di Harmon Jones, Desperado (1954) di Thomas Carr, Alba di fuoco (1954) di George Sherman, Il tesoro della montagna rossa (1955) di Frank McDonald, La banda dei dieci (1955) di H. Bruce Humberstone, G-Men: evaso 50574 (1955) di R. G. Springsteen, Sangue di Caino (1955), Sakiss, vendetta indiana (1955), I gangsters non perdonano (1956) e La maschera nera di Cedar Pass (1957) di Joseph Kane, Brooklyn chiama polizia (1955) di Maxwell Shane, Il conquistatore (1955) di Dick Powell, con John Wayne, La legge del capestro (1956) di Robert Wise, con James Cagney, Il conquistatore del mondo (1956) di Roger Corman, Una pistola tranquilla (1957) di William F. Claxton, Sceriffo federale (1957) e Lungo il fiume rosso (1957) di Albert C. Gannaway, La porta della Cina (1957) di Samuel Fuller, L’uomo solitario (1957) di Henry Levin, con Jack Palance, Il ritorno di Joe Dakota (1957) di Richard Bartlett, Pistolero senza onore (1957) di Sidney Franklin Jr. e Carl K. Hittleman, con S. Hayden, I giovani leoni (1958) di Edward Dmytryk, con Marlon Brando, Machete (1958) di Kurt Neumann, La squadra infernale (1961) di Herbert Coleman, Commandos (1968) di Armando Crispino, L’uomo di Santa Cruz (1977) di Joseph Manduke, Quel pomeriggio maledetto (1977) di Mario Siciliano, The Octagon (1980) di Eric Karson, Killing Machine (1984) di José Antonio de la Loma, Risposta armata (1986) di Fred Olen Ray.
La sua ultima apparizione è in La corsa più pazza del mondo 2 (1989) di Jim Drake.
Attivo anche in televisione, è apparso in film tv - The Slowest Gus in the West (1960) di Herchel Daughery, Luke and the Tenderfoot (1964) di Herman Hoffmann e Montgomery Pittman, Non c'è posto per nascondersi (1977) di Jack Starrett, Un mestiere difficile (1979) di Michael Dryhurst - ed in alcuni episodi di serie e miniserie - Zorro (1958), The Rifleman (1959-62), Bonanza (1960), Gunsmoke (1960-64) e Ai confini della realtà (1961), Gli uomini della prateria (1964), The Master (1984, tredici episodi).
Alessandro Poggiani
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