A Private War di Matthew Heineman alla Festa del Cinema di Roma

Un'efficace opera biografica sulla coraggiosa reporter di guerra Marie Colvin, che lavorò per il settimanale britannico «The Sunday Times» dal 1985 al 2012. Il film narra del suo caparbio impegno presso i luoghi distrutti dalla guerra in alcune fra le nazioni più instabili e pericolose al mondo (Sri Lanka, Iraq, Afghanistan, Libia) fino a quando, inviata ad Homs per seguire la guerra in Siria, viene uccisa insieme al fotografo francese Rémi Ochlik nel coro di attacchi dell’esercito locale.
Dopo aver debuttato al Toronto International Film Festival, A Private War è stato presentato nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma. Il ruolo della coraggiosa ed irriducibile reporter, divenuta uno fra i simboli del giornalismo mondiale, è interpretato da una strepitosa Rosamund Pike (Orgoglio e Pregiudizio - 2005 - tratto dal libro omonimo di Jane Austen, Il caso Thomas Crawford - 2007 - di Gregory Oblit, An Education - 2009 - di Lone Scherfig, La versione di Barney - 2010 - di Richard J. Lewis, Johnny English - La rinascita - 2011 - di Oliver Parker, Jack Reacher - La prova decisiva - 2012 - di Christopher McQuarrie, La fine del mondo - 2013 - di Edgar Wright, Hector e la ricerca della felicità - 2014 - di Peter Chelsom, Return to Sender - Restituire al mittente - 2015 – di Fouad Mikati, A United Kingdom- L’amore che ha cambiato la storia - 2016 - di Amma Asante, Hostiles - Ostili - 2017 - di Scott Cooper, Entebbe - 2018 - di José Padilha, Beirut - 2018 - di Brad Anderson).
Tratto dall’articolo di Marie Brenner Marie Colvin’s Private War, pubblicato sull’edizione statunitense di «Vanity Fair», il film ripercorre la vita - sia personale sia professionale - della giornalista, che ha documentato in prima persona le guerre in Medio Oriente, ma anche in luoghi come la Cecenia, il Kosovo, lo Zimbabwe e lo Sri Lanka, dove nel 2001 perse l’occhio sinistro. Nel 2012 muore in Siria, presumibilmente per ordine del governo di Bashar al-Assad, mentre tentava di raccogliere informazioni sulla guerra civile in corso.
Nel cast troviamo anche, Jamie Dornan, Tom Hollander e Stanley Tucci. A Private War, diretto da Matthew Heineman, pluripremiato regista di documentari come City of Ghosts e Cartel Land, nominato agli Oscar come Miglior Documentario nel 2015, verrà distribuito da Notorious Pictures a partire da giovedì 22 novembre 2018.
L’auspicio di chi scrive è il fatto che, nel giro di quindici/vent’anni - e forse anche prima - un film di questo livello abbia il suo meritato post nell’Olimpo dei grandi film americani sul giornalismo, insieme a Quarto Potere di Orson Welles, L’asso nella manica di Billy Wilder, L’ultima minaccia di Richard Brooks. Un volto nella folla di Elia Kazan, Prima pagina di Billy Wilder, Quinto potere di Sidney Lumet, Tutti gli uomini del Presidente di Alan J. Pakula, Diritto di cronaca di Sydney Pollack, Sotto tiro di Roger Spottiswoode ed altri.
Marie Catherine Colvin (1956-2012) ha lavorato per il britannico «The Sunday Times» dal 1985 fino alla morte. Dopo la laurea all’Università di Yale, ha cominciato la sua carriera a New York, come reporter per UPI (United Press International) per poi diventarne responsabile del bureau di Parigi nel 1984. Trasferitasi al «Sunday Times» l’anno successivo, dal 1986 è stata la corrispondente del giornale in Medio Oriente, e, dal ’95, la corrispondente per gli Affari Esteri. Nel 1986 è stata la prima giornalista a intervistare Mu'ammar Gheddafi dopo l'inizio dei bombardamenti degli Stati Uniti in Libia. È caduta sul campo il 22 febbraio 2012 all'età di cinquantasei anni (insieme al ventottenne fotografo francese Rémi Ochlik) mentre lasciava una sede media non ufficiale durante l'offensiva di Homs. Con i suoi oltre venticinque anni di carriera, è considerata una fra le migliori reporter di guerra della sua generazione. Fra i numerosi premi giornalistici ricevuti, il Journalist of the Year (2000) dalla Foreign Press Association, Courage in Journalism (2000) dall’International Women’s Media Foundation, tre volte Foreign Reporter of the Year (2001, 2009 e 2012) Leedal British Press Awards, Anna Politkovskaya Award (2011) dal Reach All Women in War.
Alessandro Poggiani
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