"Anno nuovo Vita nuova" di Gianfranco Barra al Pigneto a Roma

Attore di teatro di lunghissimo corso e indimenticato interprete di film quali Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa, Il trapianto (1969) di Steno, Detenuto in attesa di giudizio (1971) di Nanny Loy, Avanti! (1972) di Billy Wilder, Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) di Lina Wertmuller, La polizia ringrazia (1972) di Steno, Il sindacalista (1972) di Luciano Salce, La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1974) di Pupi Avati, La poliziotta (1974) di Steno, Pane e cioccolata (1974) di Franco Brusati, Il padrone e l’operaio (1975) di Steno, Morte sospetta di una minorenne (1975) di Sergio Martino, La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide (1975), anch’esso di Sergio Martino, Doppio delitto (1977) di Steno, Con i saluti degli amici (1977) di Dino Risi, episodio de I nuovi mostri di Mario Monicelli, Dino Risi e Ettore Scola, Fico d’India (1980) e Banana Joe (1982), entrambi di Steno, Domani accadrà (1987) di Daniele Luchetti, La coda del diavolo (1987) di Giorgio Treves, Assolto per aver commesso il fatto (1991) di Alberto Sordi, Il muro di gomma (1992) e Nel continente nero (1993), entrambi di Marco Risi, Giovanni Falcone (1993) di Giuseppe Ferrara, Il talento di Mr Ripley (1999) di Anthony Minghella, Heaven (2002) di Tom Tykwer, La cena per farli conoscere (2006) di Pupi Avati, Nero bifamiliare (2007) di Federico Zampaglione, La Passione (2010) di Carlo Mazzacurati, Gianfranco Barra presenta ora il suo primo cortometraggio (già proiettato il 4 dicembre 2016 presso la sala di via Tripolitania, in zona viale Libia)
“Anno nuovo Vita nuova. Così ho intitolato il mio cortometraggio”, racconta Barra. “Durante le Feste di fine anno del 2014/2015 sono stato invitato ad assistere ad uno spettacolo teatrale. Era un adattamento del film Avanti! di Billy Wilder, a cui avevo preso parte nel 1971. Allora avevo trentuno anni.
“Ma perché mi hanno invitato?” mi domandavo “Forse… perché sono l’unico sopravvissuto?”
L’invito continuava, dicendo che sarei stato festeggiato, perché avevo lavorato, sebbene ancor giovane, con dei veri e propri mostri sacri Uno per tutti: il regista Billy Wilder.
Ovviamente fui molto lusingato dall’invito. Ma ciononostante avevo una certa riluttanza ad accettarlo. Credo infatti che sia vanitoso e superficiale voler continuare ad essere applauditi per risultati ottenuti nel passato. Ecco: questa considerazione l’ho esasperata fino a viverla dentro di me come una vera e propria conflittualità. Anzi, ho fatto di più: l’ho resa visibile. Sì, nel corto si vedono due Barra. Uno sostiene la tesi di onorare l’invito, l’altro vi si oppone”.
“Avevo individuato il tema che volevo trattare”, prosegue Barra.
“Il rapporto con il passato. Come vivere il proprio passato… come vivere o rivivere il proprio passato.
Devo dire che dopo l’esperienza di quel film, ho fatto tanto teatro, per decenni. Ho incontrato Shakespeare, Molière, Pirandello, Goldoni, la drammaturgia contemporanea, e perciò non sono più quello che ero a trentuno anni. nel corto c’è un Barra che, forte di questa evoluzione, riesce ad accettare l’altro Barra, quello un po’ più superficiale e vanitoso e, in un certo qual modo, alla fine, i due Barra si ricomporranno, completandosi a vicenda”.
Alla proiezione (ad ingresso libero) sarà presente l'autore.
Alessandro Poggiani
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