Auguri a Meryl Streep

Nata a Summit - nel New Jersey - nel 1949, bionda, volto spigoloso dai lineamenti duri, dopo gli studi d’arte drammatica ed alcune esperienze in teatro ed in televisione, viene scartata ai provini per King Kong di John Guillermin (il ruolo andrà alla coetanea Jessica Lange, anche lei al suo esordio cinematografico) ed arriva al cinema l’anno successivo in un ruolo secondario (ma molto incisivo) in Giulia (1977) di Fred Zinnemann, in cui lavora (non sfigurando affatto) con le bravissime e già affermate Vanessa Redgrave (premiata con l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista) e Jane Fonda e con l’altrettanto bravo Jason Robards (Oscar come Miglior Attore Non Protagonista).
Ottiene il suo primo ruolo importante al suo secondo film, il drammatico Il cacciatore (1978) di Michael Cimino, in cui interpreta Linda, la sensibile fidanzata di Nick (Christopher Walken, Oscar come Miglior Attore Non Protagonista). Nel film anche i superlativi Robert De Niro e John Cazale (al suo ultimo film).
L’anno successivo fornisce due ottime prove nel ruolo della vendicativa Jill, ex moglie di Woody Allen nel crepuscolare Manhattan (1979) di W. Allen, con Diane Keaton e Michael Murphy, ed in quello della moglie in attesa del divorzio nel drammatico Kramer contro Kramer (1979) di Robert Benton, in cui lavora con Dustin Hoffman e con cui vince un meritato Oscar come Miglior Attrice Protagonista.
La sua grande professionalità (è nota per la cura con cui studia i personaggi che deve interpretare) ed il suo eccezionale talento la portano, nel giro di qualche anno, a diventare una fra le più grandi attrici americane della sua generazione (insieme a Faye Dunaway, Barbra Streisand, Jacqueline Bisset, Diane Keaton, Charlotte Rampling, Susan Sarandon ed alla già citata Jessica Lange), ottenendo consensi sia dalla critica sia dal pubblico.
Negli anni successivi è l’eroina ottocentesca e l’attrice che la impersona sul set ne La donna del tenente francese (1981) di Karel Reisz, una donna polacca sopravvissuta ai lager nazisti e custode di un terribile segreto nel cupo La scelta di Sophie (1982) di Alan J. Pakula, con cui vince un secondo Oscar come Miglior Attrice Protagonista, l’operaia di un impianto nucleare che denuncia le pessime condizioni di lavoro nel biografico Silkwood (1983) di Mike Nichols, la scrittrice innamorata di un avventuriero (interpretato da Robert Redford) ne La mia Africa (1985) di Sydney Pollack, tratto dal libro omonimo di Karen Blixen, la tranquilla ed affettuosa moglie e madre con il ricordo di un grande amore nell’intenso I ponti di Madison County (1995) di (e con) Clint Eastwood, l’insegnante di violino ne La musica del cuore (1998) di Wes Craven.
In una filmografia a dir poco ricca ed abbondante, notevoli sono anche il duetto con Diane Keaton ne La stanza di Marvin (1996) di Jerry Zaks, con un giovane Leonardo Di Caprio pre Titanic, il ruolo della zia rigida e formale in Ballando a Lughnasa (1998) di Pat O’ Connor, l’editrice newyorkese in The Hours (2002) di Stephen Daldry, e la giornalista impegnata in un’inchiesta su un pittoresco coltivatore di fiori rari della Florida in Ladro di orchidee – Adaptation (2002) di Spike Jonze.
Nel 2004 Jonathan Demme la dirige nel ruolo della senatrice reazionaria, politica spregiudicata ed ambiziosa in The Manchurian Candidate (2004), remake dell’ottimo Va’ e uccidi (1962) di John Frankenheimer.
Disinvolta e spiritosa nelle commedie, è la psicoanalista di Uma Thurman inPrime (2005) di Ben Younger, mentre ottiene una Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista per il ruolo della luciferina Miranda Priestley ne Il diavolo veste Prada (2006) di David Frankel.
Canta e balla dal vivo sia in Radio America (2006) di Robert Altman (al suo ultimo film) sia nel musical Mamma mia! (2008) di Phyllida Lloyd.
Interpreta invece altri due ruoli “tosti” a lei molto congeniali in Leoni per agnelli (2007) di (e con) Robert Redford ed in Rendition – Detenzione illegale (2007) di Gavin Hood.
Fra gli altri film ricordiamo La seduzione del potere (1979) di Jerry Schatzberg, Una lama nel buio (1982) di Robert Benton, Innamorarsi (1984) di Ulu Grosbard, Plenty (1985) e Un grido nella notte (1988), entrambi diretti da Fred Schepisi, Heartburn - Affari di cuore (1986) di Mike Nichols, Ironweed (1987) di Héctor Babenco, She Devil – Lei, il diavolo (1989) di Susan Seidelman, Cartoline dall’inferno (1990) di Mike Nichols, Prossima fermata: Paradiso (1991) di Albert Brooks, La morte ti fa bella (1992) di Robert Zemeckis, La casa degli spiriti (1993) di Billie August, tratto dal libro omonimo di Isabel Allende, The River Wild – Il fiume della paura (1994) di Curtis Hanson, Prima e dopo (1996) di Barbet Schroeder, La voce dell’amore (1998) di Carl Franklin, Fratelli per la pelle (2003) di Peter e Bobby Farrelly, Lemony Snicket (2004) di Brad Silberling, Dark Matter (2007) di Shi-Zheng Chen, Un amore senza tempo (2007) di Lajos Koltai, Il dubbio (2008) di John Patrick Shanley, Julie & Julia (2009) di Nora Ephron, È complicato (2009) di Nancy Meyers, The Iron Lady (2011) di Phyllida Lloyd, in cui interpreta la premier britannica degli anni Ottanta Margaret Thatcher e con cui vince un terzo Oscar come Miglior Attrice Protagonista, Il matrimonio che vorrei (2012) di David Frankel.
In epoche più recenti ricordiamo I segreti di Osage County (2013) di John Wells, The Giver - Il mondo di Jonas (2014) di Phillip Noyce, The Homesman (2014) di Tommy Lee Jones, Into the Woods (2014) di Rob Marshall, Dove eravamo rimasti (2015) di Jonathan Demme (al suo ultimo film), Suffragette (2015) di Sarah Gavron, Florence (2016) di Stephen Frears, The Post (2017) di Steven Spielberg, Mamma mia! Ci risiamo (2018) di Ol Parker, Il ritorno di Mary Poppins (2018) di Rob Marshall,
Attiva anche in televisione, è apparsa in alcuni film tv (Hockey violento - 1977 - di Robert Markowitz, Un passo verso il domani - 1997 - di Jim Abrahams) ed in alcune serie e miniserie (Olocausto - 1978 - di Marvin J. Chomsky, Angels in America - 2003 - di Mike Nichols, Web Therapy - 2012 - Five Came Back - 2017 - di Laurent Bouzereau, Big Little Lies - 2019)
Nel corso della sua lunga e fortunata carriera, Meryl Streep ha ottenuto ben ventuno nomination all’Oscar (vincendone tre) e trentuno ai Golden Globe (vincendone nove, fra cui uno alla carriera). Ha inoltre vinto due Screen Actors Guild Awards, tre premi Emmy, un Prix al Festival di Cannes, due Bafta, Un Orso d’Oro (alla carriera) ed un Orso d’Argento al Festival di Berlino.
Nel 2004 ha ricevuto il premio AFI Life Achievement e, nel 2011, il Kennedy Center Honor per il suo contributo alla cultura americana attraverso le arti dello spettacolo.
Alessandro Poggiani
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