Auguri a Vanessa Redgrave

Vanessa Redgrave in "Assassinio sull'Orient Express" di Sidney Lumet Vanessa Redgrave in "Assassinio sull'Orient Express" di Sidney Lumet
Vanessa Redgrave ha spento ottanta candeline.

Nata a Londra nel 1937, figlia d’arte (suo padre era Michael Redgrave, grande attore di teatro e protagonista di vari film fra cui ricordiamo il noir Dietro la porta chiusa - 1948 - di Fritz Lang), fin da giovanissima calca le scene teatrali ed esordisce al cinema in un ruolo secondario nella commedia Behind The Mask (1958) di Brian Desmond Hurst.

Capelli rossi, occhi azzurri, volto spigoloso, alta statura e portamento fiero e dignitoso, torna al cinema alla metà degli anni Sessanta cominciando una brillante carriera che, nel giro di pochi anni, la porterà a diventare una fra le più apprezzate e raffinate attrici europee.

L’impegno politico (insieme a registi quali Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson e colleghi quali Richard Harris, stata fra le più convinte sostenitrici del Free Cinema inglese degli anni Sessanta), il lavoro a teatro e la partecipazione a numerosi sceneggiati televisivi non la ostacolano nello scegliere copioni e ruoli adatti per le sue corde.

Ricordiamo la misteriosa Jane di Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni, l’anticonformista e rivoluzionaria ballerina Isadora Duncan in Isadora (1968) di Karel Reisz, la sovrana di Maria Stuarda, regina di Scozia (1971) di C. Jarrott, suora in preda a deliri nell’allora “scandaloso” I diavoli (1971) di K. Russell, la coraggiosa e volitiva Giulia nell’omonimo film (1977) di Fred Zinnemann, in cui lavora con Jane Fonda, Jason Robards e con una giovane Meryl Streep al suo esordio cinematografico, l’insegnante che soffre di solitudine de Il mistero di Wetherby (1985) di D. Hare, la sensibile Ruth Wilcox di Casa Howard (1992) di James Ivory, la malinconica protagonista di Mrs Dalloway (1997) di M. Gorris, la nonna della piccola Chrissy ne La promessa (2001) di Sean Penn, in cui recita con Jack Nicholson.

Lavora poi con la sorella Lynn Redgrave ne La contessa bianca (2005) di James Ivory ed offre altre grandi prove drammatiche in Un amore senza tempo (2007) di L. Koltai ed in Espiazione (2007) di Joe Wright.    

Fra gli altri film Un uomo per tutte le stagioni (1967) di Fred Zinnemann, Camelot (1967) di Joshua Logan in cui lavora con Richard Harris e Franco Nero, Il marinaio del Gibilterra (1967) di Tony Richardson, I seicento di Balaklava (1968), anch’esso diretto da Tony Richardson, Il gabbiano (1968) di Sidney Lumet, tratto dall’omonima opera teatrale di Anton Cechov, Un tranquillo posto di campagna (1969) di Elio Petri, in cui lavora nuovamente con Franco Nero, Le troiane (1971) di Michael Cacoyannis, in cui recita con Irene Papas e Katharine Hepburn, Assassinio sull’Orient Express (1974) di Sidney Lumet, tratto dall’omonimo libro di Agatha Christie e in cui lavora con Albert Finney, Sean Connery, Lauren Bacall, Martin Balsam, Ingrid Bergman, Jaqueline Bisset, Colin Blakely, Jean-Pierre Cassel, John Gielgud, Anthony Perkins, Rachel Roberts, Richard Widmark e Michael York, Il segreto di Agatha Christie (1979) di Michael Apted, Yankees (1979) di John Schlesinger, la commedia Sing Sing (1983) di Sergio Corbucci, I bostoniani (1984) di James Ivory, Storia di una capinera (1993) di Franco Zeffirelli, tratto dall’omonimo libro di Giovanni Verga, La casa degli spiriti (1993) di Billie August, La notte della verità (1994) di Yves Simoneau, Riccardo III - Un uomo, un re (1996) di Al Pacino, Il senso di Smila per la neve (1997) di Billie August, tratto dall’omonimo libro del danese Peter Hoeg, in cui lavora con Julia Ormond, Gabriel Byrne, Richard Harris, Tom Wilkinson e Robert Loggia, Wilde (1997) di Brian Gilbert, Lulu on the Bridge (1998) di Paul Auster, Il prezzo della libertà (1999) di Tim Robbins, La voce degli angeli (2000) di Peter O’Fallon, Delitto e castigo (2002) di Menahem Golan, tratto dall’omonimo libro di Fedor Dostoevskij.

In epoche più recenti ricordiamo Identity of the Soul (2009) di Thomas Hoegh, Letters to Juliet (2010) di Gary Winick, Miral (2010) di Julian Schnabel, Anonymous (2011) di Roland Emmerich, Una canzone per Marion (2012) di Paul Andrew Williams, Foxcatcher - Una storia americana (2014) di Bennett Miller, lo struggente The Secret Scripture (2016) di Jim Sheridan.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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