“Cinema e Società: ieri e oggi” al Cinema Trevi

Alle 17, il cortometraggio Uno studente di nome Alessandro (2011 - Nastro d’Argento 2012), con Valentina Carnelutti e Giuseppe Maggio, seguito da 19 giorni di Massima Sicurezza (2009), con Luisa Ranieri.
Alle 18 proiezione del docufilm su Pier Paolo Pasolini Un intellettuale in borgata (2014), con interventi di Otello Angeli, Pupi Avati, Gianni Borgna, Antonio Del Guercio, Osvaldo Desideri, Ugo Gregoretti, Citto Maselli, Umberto Mercadante, Renato Parascandolo, Silvio Parrello, Maurizio Ponzi, Stefano Rodotà, Nino Russo, Vincenzo Vita, e la partecipazione straordinaria di Leo Gullotta, mentre alle 19.30 comincerà l’incontro - moderato da Graziano Marraffa - con Enzo De Camillis ed alcuni attori e tecnici.
L’ultima proiezione, invece, sarà alle 20.30, con l’ultimo lavoro da lui realizzato: Le Periferie di Roma e il Movimento Democratico (2018), con interventi di Roberto Morassut, Franca D’Alessandro Prisco, Marisa Rodano e Francesco Rutelli.
Saranno presenti Pupi Avati, Carmen Di Marzo, Cristina Fioretti, Roberto Girometti, Blasco Giurato, Franco Mariotti, Gianni Quaranta e Giovanna Ventura.
Enzo De Camillis (Roma, 1953) esordisce al cinema alla fine degli anni Settanta come aiuto scenografo di Dante Ferretti per Il Mostro (1977) di Luigi Zampa. Nei venticinque/trent’anni successivi, come scenografo e arredatore ha lavorato con registi come Francesco Rosi, Steno, Pasquale Squitieri Giuseppe Tornatore. Con Il coraggio di parlare (1986) di Leandro Castellani riceve dal Mibac e Istituto Luce il Premio Qualità per la Scenografia.
Debutta alla regia nel 2007 con il cortometraggio Le mie mani a colori e, nei quattro anni successivi scrive e dirige 19 giorni di Massima Sicurezza (2009) e Uno studente di nome Alessandro (2011). Nel 2014 realizza il docufilm su Pier Paolo Pasolini Un intellettuale in borgata, seguito, quattro anni dopo da un altro docufilm: Le periferie di Roma e il Movimento Democratico (2018). Il suo sguardo registico è periferico sia sotto il profilo geografico sia sotto quello antropologico, ovvero verso gli “ultimi”, accompagnato da una sana rabbia etica contro le ingiustizie, focalizzando nei suoi lavori le difficoltà e le violenze sociali che nella nostra epoca contraddistinguono la vita quotidiana.
A partire dal 2011 è direttore artistico del premio - da lui ideato e creato - La Pellicola d’Oro, riconoscimento ai mestieri ed all’artigianato nel cinema italiano.
Alessandro Poggiani
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