Concluso con successo il MedFilm Festival a Roma

Eloquente il disegno simbolo di quest’anno, che raffigura un mucchio di giovani abbarbicati allegramente e goffamente su un motorino. Nella sua semplicità e delicata ironia, il disegno dell’artista di graffiti franco-algerino Bilal Berreni richiama la vitalità della gioventù della rivoluzione ed il suo desiderio di libertà. Questo desiderio di libertà della gente dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e la riflessione critica sulla società contemporanea di quei luoghi, con le sue problematiche ed aspirazioni, è stato il filo conduttore del Festival articolato in tre sezioni principali: Concorso Ufficiale “Premio Amore e Psiche”, Concorso Internazionale Documentari “Premio Open Eyes” e Concorso Internazionale Cortometraggi “Premio Methexis” e “Premio Cervantes”. Il Concorso Ufficiale “Premio Amore e Psiche”, curato da Giulio Casadei, comprende nove film di cinema di genere.
Per il melodramma citiamo l’egiziano Brooks, meadows and lovely faces, di Yoursy Nasrallah, film di apertura della mostra, in anteprima italiana.
Dalla storia, che tratta di amori, tresche, sesso e cibo, traspare l’anima politica e ribelle dell’autore, già protagonista attivo della primavera araba.
Storia d’amore anche il film tunisino Hedi, di Mohamed Ben Attia, un’analisi sentimentale della gioventù tunisina dopo la rivoluzione. Il film ha già vinto l’Orso d’Argento a Berlino 2016 per la miglior interpretazione di Majd Mastoura.
In Inversion, film iraniano, di Behnam Behzadi, una donna innamorata tenta di portare a termine le sue scelte di vita, affrontando quello che di regola prospetta la mentalità tradizionalista familiare ad una donna sola e single.
L’italiano Accabadora, di Enrico Pau, racconta la storia di una donna molto innamorata, che aspetta una telefonata per giornate intere. Le sue emozioni sono incastonate nella staticità della vita di un piccolo e rurale paese della Sardegna. Il Concorso Internazionale Documentari “Premio Open Eyes”, curato per la sesta edizione consecutiva da Gianfranco Pannone, ha selezionato dieci film dal carattere socio- politico, uniti dal tema della memoria.
Tra i più significativi spiccano Between fences, di Avi Mograbi, israeliano, che tratta dei flussi migratori; il palestinese A magical substance flows into me, di Jumana Manna, che trascina lo spettatore in un passato denso e ancora vivo.
L’algerino Atlal di Djamel Kerkar, che mostra un villaggio ridotto a rovine dalla guerra civile, mentre il più lieve Zaineb hates the show, di Kaouther Ben Hania, racconta di una vivace bambina borghese che vive a Tunisi, che un giorno si vede costretta a trasferirsi nel freddo e poco amato Canada con la sua famiglia.
Il film che ha rappresentato l’Italia è Delta Park, di Mario Brenta e Karine de Villers, e racconta la storia di alcuni rifugiati che stazionano in un albergo in attesa di una destinazione, mentre il tempo passa troppo lentamente.
Della selezione ufficiale del Concorso Internazionale Cortometraggi "Premio Methexis” e “Premio Cervantes”, curato da Alessandro Zoppo , hanno fatto parte 20 corti, di cui 16 anteprime italiane, tra i quali il libanese Silence, il portoghese Balada de un batraquido, lo sloveno A new home e il marocchino Alleurs.

Alberto Esposito
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