"Cose dell' altro mondo" oltre le polemiche
Quasi dieci minuti di applausi e nessun fischio leghista alla proiezione, durante il 68° Festival del Cinema di Venezia, di Cose dell' altro mondo, il film oggetto della polemica lanciata da alcuni esponenti della Lega, sfociata in un' interrogazione parlamentare provocata dal trailer con la tirata xenofoba di Diego Abatantuono.
Polemica smorzata dal regista Francesco Patierno: «Non ci sono slogan politici o ideologici, io cerco di portare una riflessione. Il mio film è tutt' altro che manicheo e riguarda il rapporto col diverso da noi, più che con l' extracomunitario.
Mettiamo una bella, civile e laboriosa città del Nord Est. Mettiamo che questa città abbia una percentuale alta di lavoratori immigrati, tutti in regola e ben inseriti. E mettiamo, per esempio, che un buontempone d'industriale si diverta a mettere quotidianamente in scena un teatrino razzista: iperbole, giochi di parole, battute sarcastiche, tutte, ma proprio tutte, così politicamente scorrette da risultare esilaranti. Mettiamo che un giorno il teatrino si faccia realtà, che gli immigrati, invitati a sloggiare, tolgano il disturbo. Per sempre... "Cose dell'altro mondo" esplora questo paradosso, con lo stesso linguaggio politicamente scorretto del suo protagonista: ironia in luogo della drammaticità, imbarazzo al posto dell'ideologia, tenerezza dove si vorrebbe conforto sociologico. (Guarda il Trailer)

Giovanni Currado
Giornalista e fotografo, autore di diversi reportages in Asia e Africa. Responsabile dello studio dell'immenso archivio fotografico Riccardi e curatore della collana "Fotografici" per Armando Editore.
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