Giovanni e Paolo e il mistero dei Pupi. Intervista a Rosalba Vitellaro e Alessandra Viola

Giovanni e Paolo e il mistero dei Pupi. Intervista a Rosalba Vitellaro e Alessandra Viola
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: amici inseparabili anche in un cartone che parla della lotta tra il bene e il male.

Sabato 23 maggio, nel 28° anniversario della strage di Capaci e in occasione della Giornata Mondiale della Legalità, Rai Gulp ha trasmesso il cartone Giovanni e Paolo e il mistero dei Pupi, uno speciale di animazione dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che racconta, in chiave di favola destinata ai bambini, una storia ambientata nella Palermo degli anni ’50. Il cartone animato ha come protagonisti due ragazzini di nome Giovanni e Paolo che lottano per liberare il quartiere dalla presenza di un mago malvagio che toglie l’anima alle persone e le trasforma in “pupi” da schiavizzare.

Una preziosa occasione per tenere vivo il ricordo o, ancor meglio, far conoscere ai giovanissimi le importanti figure di Falcone e Borsellino e gli eventi drammatici che sconvolsero il nostro Paese nel 1992.

Uscito nel 2009, il cartone, diretto da Rosalba Vitellaro, che firma anche la sceneggiatura insieme ad Alessandra Viola e Valentina Mazzola, con la direzione artistica di Enrico Paolantonio, è coprodotto da Rai Fiction e Larcadarte in collaborazione con Musicartoon di Roma e con Regione Sicilia, Dipartimento Beni Culturali e Identità Siciliana.

Il cortometraggio è una metafora delicata e una storia avvincente, che parla dei valori di dignità e di coraggio che i due magistrati hanno testimoniato nella loro vita. Da questo lavoro importante prende spunto il libro omonimo di cui Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro sono coautrici: Giovanni e Paolo e il mistero dei Pupi (Rai Libri, 2012), con la prefazione di Manfredi Borsellino, figlio di Paolo Borsellino. Di questo libro - notizia che diamo in anteprima - uscirà una seconda edizione a fine aprile 2021 con la casa editrice De Agostini.

 

Rosalba, come nasce il bisogno di raccontare ai più piccoli la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino?

Dopo 28 anni, ma forse anche dopo un anno, il rischio è che tutto venga scordato. Le nuove generazioni non sono state dentro la storia di quel periodo. Anni difficili e pericolosi. Offrire uno strumento di memoria anche alle scuole è stato, per noi di Larcadarte, la realizzazione di un sogno. Io sono nata e cresciuta a Palermo e ho vissuto il periodo delle stragi. Raccontarlo è stato quasi un dovere.

 

Il cartone è ambientato in Sicilia e affronta il tema della mafia senza trascurare temi purtroppo sempre attuali come omertà e bullismo. Un messaggio importante che voi portate ogni anno all'interno delle scuole. Alessandra, cosa significa parlare ai ragazzi? Quale il riscontro che ricevete?

Nelle scuole durante le proiezioni l’attenzione è massima, quasi magica. I ragazzi sono prima affascinati, poi incuriositi. Alle proiezioni seguono sempre dibattiti anche molto accesi ed è bellissimo sentire i bambini che dopo aver visto la nostra versione della storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dicono «anche io voglio fare il magistrato». Sono soddisfazioni enormi, impagabili e ci danno il senso del nostro lavoro.

 

Al cartone hanno prestato le loro voci, tra gli altri, artisti come Leo Gullotta, Donatella Finocchiaro e Claudio Gioè. Sono presenze significative.

 

Rosalba, perché non dobbiamo mai smettere di parlare di questi eroi?

Assolutamente mai smettere di parlare di chi, in prima persona, ha combattuto una guerra contro il sistema mafioso. Personaggi famosi anche per i lavori successivi, hanno voluto esserci e ci hanno onorato con la loro professionalità. Smettere di raccontare la Storia annullerebbe la nostra esistenza e non ci farebbe passare alla storia. Per farne parte sarebbe necessario capire cosa dare a chi ci sta attorno. Bisogna scoprire come aiutare l’intera società a liberarsi di mafiosi, corrotti e collusi. Con i nostri cartoni raccontiamo queste storie per consentire ai più piccoli di conoscere e comprendere. La cultura, sotto ogni forma, consente di poter riconoscere il bene dal male, almeno per grandi linee.

 

Larcadarte, centro di produzione televisivo e cinematografico di cui Rosalba e Alessandra sono fondatrici, è impegnata da anni nella realizzazione di lavori che trattano tematiche importanti. Ricordiamo La stella di Andra e Tati, primo cartoon - prodotto in collaborazione con Rai Ragazzi e con il Miur - che racconta la Shoah vista con gli occhi delle sorelle Alessandra e Tatiana Bucci, ebree italiane di Fiume. Il vostro contributo è grande.

 

Alessandra, quanto lavoro c'è dietro la realizzazione di opere così importanti per la nostra memoria collettiva?

Larcadarte è un piccolo centro di produzione televisivo e cinematografico che si occupa di produzioni per l’infanzia e l’adolescenza. Il lavoro di produzione di un cartone animato è molto impegnativo e arriva a coinvolgere anche 60-70 persone per volta. La fase più delicata, però, è quella di pre-produzione, in cui si sviluppa l’idea e si cerca il budget per realizzarla. Questa parte può richiedere anni, come nel caso de La stella di Andra e Tati. In quel caso, a partire dall’idea originale c’è stato un lunghissimo lavoro di studio e ricerca storica, poi quasi una “caccia” ai giusti protagonisti dell’opera, che alla fine abbiamo individuato in Andra e Tatiana Bucci. Per conoscerle siamo andate ad Auschwitz e per convincerle abbiamo impiegato quasi due anni. Da quel momento poi abbiamo dovuto iniziare a cercare i fondi… in totale, per realizzare quei 26’ che hanno cambiato un pezzetto di storia della didattica della Shoah e delle produzioni televisive per ragazzi vincendo premi in tutto il mondo, abbiamo impiegato quasi 4 anni!

 

Rosalba, un’ultima domanda: un messaggio di speranza che vi piacerebbe lasciare ai lettori in questo momento così delicato per il nostro Paese.

Come dice Salvatore, nel cartone, dopo aver visto precipitare il Mago Nivuru dentro al cratere: «Per ora abbiamo vinto, ma non dobbiamo abbassare mai la guardia. MAI!».