Il segreto di Santa Vittoria di Stanley Kramer proiettato ai giardini di piazza Vittorio

Anthony Quinn e Anna Magnani in "Il segreto di Santa Vittoria" Anthony Quinn e Anna Magnani in "Il segreto di Santa Vittoria"
È stato proiettato martedì 7 settembre 2021 presso i giardini di piazza Vittorio nell’ambito della rassegna “Cinema e Vino” - che a sua volta fa parte di “Notti di Cinema a Piazza Vittorio” - il film “Il segreto di Santa Vittoria” (1969), diretto da Stanley Kramer ed interpretato da Anthony Quinn, Anna Magnani e Virna Lisi.

Alla caduta del fascismo, durante l’occupazione nazista, i tedeschi arrivano a Santa Vittoria, paese noto per le qualità del suo vino, per impadronirsi di tutte le bottiglie custodite nella cantina sociale. Il sindaco Bombolini, ex ammiratore - ora pentito - di Mussolini, ha il compito di impedire che l’unica ricchezza del paese finisca nelle mani dei tedeschi. Metterà più volte a rischio la sua vita, ma resisterà tenacemente alle insistenze dei militari.

Il film, che si avvale di un ottimo cast internazionale (Anna Magnani - in uno fra i suoi ultimi film prima di Roma di Federico Fellini e Correva l’anno di grazia 1870 di Alfredo Giannetti -, Anthony Quinn, Virna Lisi, Hardy Kruger, Renato Rascel, ed un giovane Giancarlo Giannini) è stato girato in Italia negli Studi di Cinecittà e, in esterni, nei comuni di Anticoli Corrado (RM) - di fronte a Roviano, non lontano dal confine fra il Lazio e l’Abruzzo, nel territorio dell’attuale Riserva Naturale Valle dell’Aniene - Capranica Prenestina (RM) ed il cimitero di Pisoniano (RM).

La vicenda è tratta da un fatto realmente avvenuto in Piemonte, a Santa Vittoria d’Alba (CN), sede delle cantine Cinzano, durante l’occupazione tedesca. Alla fine della Seconda guerra mondiale lo scrittore americano Robert Chrichton, nel corso di un suo viaggio in Italia, venne a conoscenza di tale episodio e, tornato negli Stati Uniti, decise di scrivere un libro tratto da questa vicenda (confondendo tuttavia il paese di Santa Vittoria vicino a Cuneo con quello di Santa Vittoria in Matenano nelle Marche, in provincia di Fermo).

Nonostante l’errore, nel film appaiono le scritte ed i loghi della Cinzano (come a voler “rimediare”), anche se gli attori parlano con forte accento romanesco e campano, ergo completamente estranei al Nord Italia.

 

Il regista

Stanley Kramer (1913-2001) all’inizio degli anni Quaranta, fonda la Screen Plays Inc., casa di produzione cinematografica indipendente, e, dopo La luna e dei soldi (1942) di Albert Lewin, ottiene il suo primo successo con Il grande campione (1949) di Mark Robson, film che lancia un giovane Kirk Douglas ad inizio carriera (aveva esordito al cinema tre anni avanti e, con Il grande campione ottiene la sua prima Nomination all’Oscar come Miglior Attore Protagonista).

Il successivo Odio (1949), anch’esso diretto da M. Robson, è il primo film antirazzista prodotto da S. Kramer, il quale, nel corso della sua intera carriera, si ispirerà sempre a idee liberali e progressiste.

Affrontando argomenti di impegno civile, i suoi film rischiano al box office: nel ’50 la vicenda del reduce paraplegico di Uomini di Fred Zinnemann, con Marlon Brando (al suo esordio cinematografico) e Teresa Wright, uscito il giorno prima dell’inizio della guerra in Corea (1950-53), non è certo destinata a scaldare il patriottismo. L’anno seguente, durante le riprese del celebre Mezzogiorno di fuoco (1952) di F. Zinnemann, con Gary Cooper, Grace Kelly, Katy Jurado, Lloyd Bridges, Ian McDonald, Robert J. Wilke ed un giovane Lee Van Cleef ad inizio carriera, viene convocato alla Columbia.

In epoche di maccartismo, da cui S. Kramer non verrà direttamente colpito, i suoi film per la Columbia suscitano polemiche e, sotto il profilo commerciale, saranno dei fiaschi: le proiezioni di Morte di un commesso viaggiatore (1951) di Laszlo Benedek, tratto dall’opera teatrale omonima di Arthur Miller, accusato di antiamericanismo, vengono picchettate da frange di estremisti.

Il selvaggio (1954), anch’esso diretto da L. Benedek, con Marlon Brando, Mary Murphy e Lee Marvin, verrà accusato di istigazione alla violenza e per circa quindici anni vietato in Inghilterra, ed anche l’ottimo Nessuno mi salverà (1952) di Edward Dmytryk, verrà apprezzato solo a partire da fine anni Sessanta/inizio anni Settanta.

Prima che S. Kramer abbandoni la Columbia, il grande successo di L’ammutinamento del Caine (1954) di E. Dmytryk, con Humphrey Bogart e Fred MacMurray, risolleva il bilancio.

Tornato produttore indipendente, circa un decennio dopo produrrà Gli esclusi (1963) di John Cassavetes (alla sua seconda regia), con Burt Lancaster.

Nel frattempo, nel ’55 esordisce alla regia con Nessuno resta solo, melodramma interpretato da Robert Mitchum e Olivia de Havilland.

Il suo impegno civile viene confermato nei film successivi: dall’antirazzista La parete di fango (1958), con Sidney Poitier e Tony Curtis, e con cui ottiene una Nomination all’Oscar per la Miglior Regia, al monito antiatomico di L’ultima spiaggia (1959) fino al celebre Indovina chi viene a cena (1967), con Spencer Tracy (al suo ultimo film prima della sua scomparsa), Katharine Hepburn, Sidney Poitier e Katharine Houghton, e con cui ottiene la sua terza Nomination all’Oscar per la Miglior Regia (la seconda l’aveva avuta qualche anno avanti per Vincitori e vinti - 1961). Il film, superlativo sotto il profilo delle performances degli interpreti, verrà più volte accusato di anacronismo in quanto ricostruisce in un salotto borghese il discorso contro il razzismo nello stesso periodo in cui, nelle strade, esplode la protesta delle black panthers.

I suoi due film più riusciti sono quelli in cui dispiega al massimo il gigantismo produttivo, con lunghe durate ed alti budget per cast all-star: Il già citato Vincitori e vinti, con Spencer Tracy, Burt Lancaster, Maximilian Schell, Richard Widmark, Marlene Dietrich ed un giovane William Shatner (il futuro capitano Kirk di Star Trek), ed in cui, durante il processo di Norimberga, le testimonianze e le motivazioni di vittime e carnefici acquistano intensità tragica attraverso la proiezione di autentici filmati di repertorio sui campi di concentramento nazisti, e la scatenata commedia d’inseguimento Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo (1963).

Fra gli altri film da lui diretti ricordiamo Orgoglio e passione (1957), con Cary Grant, Sophia Loren e Frank Sinatra, …e l’uomo creò Satana (1960), La nave dei folli (1965), con Vivien Leigh (al suo ultimo film prima) e Lee Marvin, R.P.M. Rivoluzione per un minuto (1970), Bless the Beasts & Children (1971), I duri di Oklahoma (1973), Il principio del domino: la vita in gioco (1977), Uno strano caso di omicidio (1979).

Fra le altre pellicole da produttore, Cyrano di Bergerac (1950) di Michael Gordon, I perseguitati (1953) di Edward Dmytryk, La scuola dell’odio (1962) di Hubert Cornfield.

A partire dall’inizio degli anni Ottanta si ritira a vita privata.

 

Il segreto di Santa Vittoria - Titolo originale: The Secret of Santa Vittoria; regia: Stanley Kramer; soggetto: dal romanzo di Robert Crichton; sceneggiatura: William Rose, Ben Maddow; fotografia [Technicolor]: Giuseppe Rotunno; musiche: Ernest Gold; scenografia: Robert Clatworthy; montaggio: William Lyon, Earle Herdan; interpreti e personaggi: Anthony Quinn: (Italo Bombolini), Anna Magnani (Rosa Bombolini), Virna Lisi (la contessa Caterina Malatesta), Hardy Kruger (il capitano Sepp von Prum), Sergio Franchi (Carlo Tufa), Renato Rascel (Ugo Babbaluci), Giancarlo Giannini (Fabio), Patrizia Valturri (Angela), Leopoldo Trieste (Vittorini), Francesco Mulè (Francucci), Quinto Parmeggiani (Copa), Karl-Otto Alberty (Otto), Eduardo Cianelli (Luigi), Gigi Bonos (Antonio Benedetti), Gigi Ballista (Padre Potenza),  produzione: Usa; durata: 138’ - è stato proiettato presso i giardini di piazza Vittorio per il penultimo appuntamento della rassegna “Cinema e Vino”, partita lo scorso 17 agosto con la proiezione di Sideways - In viaggio con Jack (2004) di Alexander Payne, con Paul Giamatti, Thomas Harden Church, Virginia Madsen e Sandra Oh, e proseguita il 21 agosto - Un altro giro - (2020) di Thomas Vinterberg, con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang e Lars Ranthe -, il 24 agosto - La parte degli angeli (2012) di Ken Loach, con Paul Brannigan, John Henshaw, Gary Maitland, Jasmin Riggins -, il 28 agosto - Un’ottima annata (2006) di Ridley Scott, con Russell Crowe, Marion Cotillard, Abbie Cornish e Albert Finney -,  il 31 agosto - Saint amour (2016) di Benoit Delèpine, con Gérad Depardieu, Benoit Poelvoorde, Vincent Lacoste, Céline Sallette -, il 4 settembre - Il profumo del mosto selvatico (1995) di Alfonso Arau, con Keanu Reeves, Aitana Sanchez-Gijon, Giancarlo Giannini e Anthony Quinn.

L’ultimo appuntamento della rassegna sarà sabato 11 settembre con la proiezione di Ritorno in Borgogna (anno) di Cédric Klapisch, con François Civil, Ana Girardot, Pio Marmai, Jean-Marc Roulot.

Le attività di “Notti di Cinema a Piazza Vittorio” proseguiranno fino a domenica 12 settembre 2021.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.