In ricordo di Peter O’ Toole

Nato a Connemara nel 1932 - è morto a Londra nel dicembre 2013 -, Peter Seamus O’ Toole - meglio noto come Peter O’ Toole - a partire dalla metà degli anni Cinquanta alterna un’importante attività teatrale ad una meno intensa attività cinematografica.
Biondo, occhi azzurri, molto alto e con i lineamenti marcati, esordisce al cinema in ruoli secondari - Il ragazzo rapito (1960) di Robert Stevenson, Ombre bianche (1960) di Nicholas Ray, Furto alla banca d’Inghilterra (1960) di John Guillermin) e si assicura una fama internazionale con il complesso ed ambiguo personaggio di Lawrence d’Arabia, nell’omonimo film (1962) di David Lean, che interpreta con un controllato gioco di sfumature e con cui ottiene una Nomination all’Oscar come Miglior Attore Protagonista.
La superlativa performance viene confermata due anni dopo in Becket e il suo re (1964) di Peter Glenville, mentre rivela una discreta inclinazione all’istrionismo in Lord Jim (1965) di Richard Brooks ed in Ciao Pussycat(1965) di Clive Donner, in cui fornisce altri due elevati esempi di recitazione (sia tormentata sia ironica).
Fra le sue prove successive si ricordano Il leone d’inverno (1968) di Anthony Harvey, in cui recita con Katharine Hepburn, ed il ruolo dell’introverso insegnante nel musical Goodbye Mr. Chips (1969) di Herbert Ross.
Dopo serie difficoltà di salute causate dall’alcolismo, alla fine degli anni Settanta torna sul grande schermo in Zulu Dawn (1979) di Douglas Hickox, con Burt Lancaster, ed in Professione pericolo (1980) di Richard Rush, in cui interpreta un maniacale regista.
Nel 1987 è il precettore occidentale del protagonista in L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci. A partire dagli anni Novanta si dedica soprattutto al teatro ed alla televisione. Riappare sul grande schermo nel ruolo di Priamo in Troy (2004) di Wolfgang Petersen. L’anno avanti aveva ricevuto l’Oscar alla Carriera.
Fra gli altri film ricordiamo Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966) di William Wyler, con Audrey Hepburn, La Bibbia (1966) di John Huston, La notte dei generali (1967) di Anatole Litvak, James Bond 007 - Casino Royale (1967) di J. Huston, Val Guest, Ken Hughes e Joseph McGrath, Caterina sei grande (1968) di Gordon Flemyng, Lo strano triangolo (1970) di Jack Lee Thompson, L’uomo che venne dal Nord (1971) di Peter Yates, La classe dirigente (1972) di Peter Medak, L’uomo della Mancha (1972) di Arthur Miller, Operazione Rosebud (1975) di Otto Preminger, Il gioco del potere(1978) di Martyn Burke, L’ospite d’onore (1982) di Richard Benjiamin, Supergirl - La ragazza d’acciaio (1984) di Jeannot Szwarc, Dr. Creator - Specialista in miracoli (1985) di Ivan Passer, Club Paradise (1986) di Harold Rami, High Spirits (1988) di Neil Jordan, In una notte al chiaro di luna (1989) di Lina Wertmüller, Le ali del successo (1990) di Otakar Votocek, Il ladro dell’arcobaleno (1990) di Alejandro Jodorowsky, Sua maestà viene da Las Vegas (1991) di David S. Ward, Isabelle Eberhardt (1991) di Ian Pringle, The Seventh Coin (1993) di Dror Soref, Favole (1997) di Charles Sturridge, Phantoms (1998) di Joe Chappelle, Global Heresy (2002) di Sidney J. Furie, Bright Young Things (2003) di Stephen Fry, Lassie (2005) di C. Sturridge, Venus (2006) di Roger Mitchell, Una notte con il re (2006) di Michael O. Sajbel, Stardust (2007) di Matthew Vaugh, Dean Spanley (2008) di Tom Fraser, Christmas College (2008) di Michael Campus, Cristiada (2012) di Dean Wright, Katherine of Alexandria (2014), uscito circa otto mesi dopo la sua scomparsa.
Molto attivo anche in televisione, è apparso in vari film tv - The Castiglioni Brothers (1958) di Frank Dunlop, Hunger il selvaggio (1976) di Clive Donner, La ragazza e il professore (1983) di Anthony Harvey, Pygmalion (1983) di Alan Cooke, Kim (1983) di John Davies, Crossing to Freedom (1990) di Norman Stone, Heavy Weather (1995) di Jack Gold, Giovanna d’Arco (1998) di Christian Duguay, Jeffrey Bernard is Unwell (1998) di Tom Kinninmont, Il giovane Hitler (2003) di C. Duguay - ed in alcuni episodi di serie e miniserie - The Adventures of the Scarlet Pimpernel (1956), Rendezvous (1959-61), Ombre su Dublino (1980), Masada (1981) di Boris Sagal, The Ray Bradbury Theater(1986), The Dark Angel (1989), Civvies (1992), Heaven & Hell: North & South, Book III (1994), I viaggi di Gulliver (1996), Ritorno a casa (1998) di Giles Foster, The Education of Max Bickford (2002), Augusto - Il primo imperatore (2003) di Roger Young, Casanova (2005), I Tudors (2008), Iron Road (2008).
Nella sua ricca ed intensa attività teatrale ricordiamo Re Lear di William Shakespeare (Old Vic di Bristol, 1955), Il maggiore Barbara di George Bernard Shaw (Old Vic di Bristol, 1955), Otello di W. Shakesperare (Old Vic di Bristol, 1956), Pigmalione di G. B. Shaw (Old Vic di Bristol, 1957), Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare (Old Vic di Bristol, 1957), Ricorda con rabbia di John Osborne (Old Vic di Bristol, 1957), Uomo e superuomo di G. B. Shaw (Old Vic di Bristol, 1958), Amleto di W. Shakespeare (Old Vic di Bristol, 1958), Aspettando Godot di Samuel Beckett (Old Vic di Bristol, 1958), La bisbetica domata di W. Shakespeare (Royal Shakespeare Theatre di Stratford-upon-Avon, 1960), Il mercante di Venezia di W. Shakespeare (Royal Shakespeare Theatre di Stratford-upon-Avon, 1960), Troilo e Cressida di W. Shakespeare (Royal Shakespeare Theatre di Stratford-upon-Avon, 1960), Amleto di W. Shakespeare (Old Vic di Londra, 1963), Baal di Bertolt Brecht (Phoenix Theatre di Londra, 1965), Uomo e superuomo di G. B. Shaw (Gaiey Theatre di Dublino, 1966), Aspettando Godot di S. Beckett (Abbey Theatre di Dublino, 1969), Zio Vanja di Anton Cechov (Old Vic di Bristol, 1973; Alexandra Theatre di Toronto, 1978), Il divo Garry di Noel (DIERESI sulla “o”) Coward (Alexandra Theatre di Toronto, 1978), Caligola di Albert Camus (Alexandra Theatre di Toronto, 1978), Macbeth di W. Shakespeare (Old Vic di Londra, 1980), Uomo e superuomo di G. B. Shaw (Haymarket Theatre di Londra, 1981, Pigmalione di G. B. Shaw (Shaftesbury Theatre di Londra, 1984; Gerald Schoenfeld Theatre a Broadway, 1989).
Alessandro Poggiani
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