Jan Palach di Robert Sedláček alla Festa del Cinema di Roma

«Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà» (dagli scritti di Jan Palach)
Il film narra gli ultimi mesi della vita di Jan Palach (1948-1969), lo studente che nel gennaio 1969 si diede fuoco per protestare contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia. Un giovane che scelse il sacrificio estremo nella speranza di risvegliare la coscienza del suo popolo. Attraverso il rapporto con la sua fidanzata, la vita nella casa dello studente, la convivenza con la madre, il viaggio come lavoratore stagionale in Francia ed in Kazakistan, lo spettatore viene portato a seguire il percorso che lo porterà, da figlio devoto, amico affettuoso e studente di Filosofia riflessivo e sensibile, a diventare drammaticamente noto come la prima «torcia umana» (come lui stesso si definì in un suo scritto). Il suo gesto estremo verrà poi imitato da altre due persone, ma ciononostante il regime comunista riuscirà a mantenere il controllo della Cecoslovacchia per altri vent’anni, fino alla caduta del Muro di Berlino.
Jan Palach (1948 - 1969) è diventato un simbolo della resistenza anti-sovietica del suo Paese.
Nato a Praga nell’agosto 1948, iscritto alla Facoltà di filosofia dell'Università “Carlo IV” di Praga, Jan Palach assistette con interesse alla stagione riformista del suo Paese, meglio nota come “Primavera di Praga”. Tuttavia, nel giro di pochi mesi, tale esperienza verrà repressa militarmente dalle truppe sovietiche e degli altri paesi che aderivano al cosiddetto Patto di Varsavia.
Nel tardo pomeriggio del 16 gennaio 1969, Jan Palach si recò in piazza San Venceslao, al centro di Praga, si fermò ai piedi della scalinata del Museo Nazionale, si cosparse il corpo di benzina ed appiccò il fuoco con un fiammifero. Nei successivi tre giorni di agonia rimarrà sempre lucido ed al suo funerale parteciperanno oltre seicentomila persone, provenienti da tutto il Paese.
Jan Palach aveva deciso di non bruciare i suoi appunti ed i suoi articoli, che conservò in un sacco molto distante dalle fiamme. Per via suo gesto estremo, Jan Palach venne considerato dagli antisovietici come un eroe e martire; in città e paesi di molte nazioni furono intitolate strade con il suo nome. Dopo il crollo del comunismo e la caduta del Muro di Berlino, la sua figura fu rivalutata: nel 1990 il presidente Václav Havel gli dedicò una lapide - in piazza San Venceslao, a Praga - per commemorare il suo sacrificio in nome della libertà, posta in piazza San Venceslao, a Praga. Nel 1989 gli venne intitolata la piazza - fino ad allora dedicata all’Armata Rossa - del centro di Praga. Oggi, numerose associazioni studentesche (anche di sinistra) lo ricordano come un ragazzo morto in nome dei suoi ideali, e non sono pochi i circoli di giovani a lui intitolati.
Jan Palach è secondo alcuni il protagonista (indicato con il solo nome di Jan) della tragedia in versi di Pier Paolo Pasolini Bestia da stile. E verosimilmente Jan, nella pièce una sorta di alter ego di Pasolini, include anche il riferimento all'eroe di Praga.
Il cantante italo-belga Salvatore Adamo gli ha dedicato una canzone in francese:,Mourir dans tes bras (Vorrei morire fra le tue braccia). Scritta nel 1969 - ergo immediatamente dopo il triste epilogo della Primavera di Praga - contiene il passaggio «c'è chi muore come una torcia, sbarrando la strada per un istante ai carri armati...».
Nel 2013 la regista di polacca Agnieszka Holland ha realizzato una miniserie (Burning Bush - Il fuoco di Praga), prodotta dalla HBO Europa ed in cui racconta i fatti successivi alla morte di Palach, concentrandosi sul processo contro le false dichiarazioni rilasciate da alcuni politici.
Alessandro Poggiani
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