L’avventura di Michelangelo Antonioni all’Armonia dei Contrari

In arrivo il secondo appuntamento del 2018 con il cineforum a cura di Matteo Colibazzi, intitolato Aperitivo con Michelangelo Antonioni.
«Ho con me ventimila metri di negativo, ho la macchina da presa e pochi amici: Monica Vitti, i miei aiuti Franco Indovina e Gianni Arduini, lo scenografo Piero Poletto, l’operatore Aldo Scavarda, il fonico Claudio Maielli. Ecco la mia troupe. I soli pronti a seguirmi con qualsiasi mare, contro qualsiasi ostacolo materiale e morale, per non fermare il film». (Michelangelo Antonioni)
In occasione di una gita in barca alle isole Eolie, nel corso di una sosta sull'isolotto deserto di Lisca Bianca, Anna (Lea Massari), una giovane donna che aveva dato ripetuti segni di insofferenza, scompare nel nulla. Il suo compagno, l’architetto Sandro (Gabriele Ferzetti) ed una sua amica, Claudia (Monica Vitti), si mettono subito alla sua ricerca, seguendo labili indizi e segnalazioni non molto attendibili. A poco a poco, con il trascorrere dei giorni, in mancanza di risultati, la preoccupazione per la sorte di Anna, persona cara ad entrambi, tenderà a svanire, mentre a prender il sopravvento sarà la reciproca attrazione.
Nomination 1961 al British Academy Film Award come Miglior Film e Migliore attrice straniera, L'avventura fu premiato al XIII Festival di Cannes (la Palma d’Oro andrà a La dolce vita di Federico Fellini), dove Michelangelo Antonioni (1912-2007) ricevette il Premio della Giuria. In quell’occasione Roberto Rossellini definì L’avventura come «il più bel film mai presentato a un festival». Nominato a vari Nastri d’Argento - vincerà quello per le musiche (Giovanni Fusco) - il film rappresenta il primo capitolo della celebre trilogia nota come “ trilogia esistenziale” o “trilogia dell'incomunicabilità”, proseguita con La notte (1961), interpretato da Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau e Monica Vitti e L'eclisse (1962), con Alain Delon, Monica Vitti e Francisco Rabal.
Nel 2009 il Festival di Cannes, per il poster ufficiale di quell’edizione sceglierà prioprio un fotogramma de L’avventura.
Il film, che con i suoi 145 minuti è il più lungo di Michelangelo Antonioni, segna l’inizio del sodalizio fra grande regista ferrarese e Monica Vitti (oltre ai già citati La notte e L’eclisse, ricordiamo Deserto rosso - 1964 -, con il grande Richard Harris - il futuro “uomo chiamato cavallo” - e Il mistero di Oberwald - 1980 -, con Franco Branciaroli e Paolo Bonacelli). Alcune scene furono girate a Schisina, un piccolo “villaggio fantasma” nel comune di Francavilla di Sicilia (ME), nella valle dell’Alcantara. Altre a Castelvecchio Siculo (ME).
La movimentata realizzazione del film («cinque mesi straordinari: violenti, logoranti, spesso drammatici, ma pieni»), segnata dall’isolamento, dalla sparizione di alcuni produttori, da uno sciopero della troupe per le mancate retribuzioni e dal violento maltempo, è stata raccontata dallo stesso Antonioni in un diario contenuto nel volume (a cura di Vittorio Giacci) L’avventura, ovvero l’isola che c’è.
Alessandro Poggiani
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