Melancholia di Lars von Trier all'Armonia dei Contrari

Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg in "Melancholia" Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg in "Melancholia"
È stato proiettato con grande affluenza di pubblico presso l’Associazione Culturale Armonia dei Contrari - viale dei Quattro venti 38, in zona Monteverde, non lontano da piazza Francesco Cucchi - a Roma il film di Lars von Trier “Melancholia” (2011).

Quarto appuntamento 2018 con il cineforum, a cura di Matteo Colibazzi. Il film proiettato è stato Melancholia, tredicesimo film diLars von Trier (dopo L’elemento del crimine - 1984 -, Epidemic - 1987 -, il televisivo Medea - 1988 -, Europa - 1991 -, Le onde del destino - 1996 -, Idioti - 1998 -, Dancer in the Dark - 2000 -, Dogville - 2003 -, Le cinque variazioni - 2003 -, Manderlay - 2005 -, Il grande capo - 2006 - e Antichrist - 2009 -, e prima dei successivi Nymphomaniac - 2013 - e The House that Jack Built - 2017).      

Un film affascinante, delicato e profondamente misterioso, proprio come il pianeta Melancholia (da cui il titolo del film), incombente e pericoloso, che si nasconde dietro al sole ed è pronto ad entrare in collisione con la Terra. Proprio durante il ricevimento pre-matrimoniale di Justine (Kirsten Dunst) e Michael (Alexander Skarsgård), nella casa della sorella di Justine, Melancholia si rivelerà a sconvolgere la vita di Justine e i rapporti con i suoi familiari.

Premiato al Festival di Cannes per la Miglior interpretazione femminile (Kirsten Duns) e nominato per la Palma d’Oro al regista danese, Melancholia è stato premiato anche come Miglior Film e Miglior Regia allo European Film Award, ed ha ottenuto anche numerose nomination per premi meno noti e meno “gettonati”. Purtroppo, per quanto riguarda gli Oscar,  nessuna nomination. Dopo la proiezione, come di consueto, il film è stato abbondantemente discusso nel corso di un lungo e consistente dibattito.

«In un film di James Bond ci aspettiamo che l'eroe sopravviva. Nonostante ciò può essere comunque emozionante. Ed alcune cose possono essere emozionanti proprio perché sappiamo cosa accadrà, ma non come accadrà. In Melancholia è interessante assistere a come i personaggi che seguiamo reagiscono quando il pianeta sta per raggiungere la Terra». (Lars von Trier)

Il film, che si apre con il preludio a Tristano e Isotta di Richard Wagner,  è diviso in due parti (Justine e Claire) e ruota attorno al rapporto conflittuale (e nello stesso tempo intimo) fra due sorelle molto differenti fra loro, mentre la Terra è minacciata da una catastrofe a causa della forse imminente collisione con il pianeta Melancholia.

L'idea è nata nel corso di una sessione di psicoterapia a cui Lars von Trier ha partecipato durante il trattamento dei disturbi depressivi di cui ha sofferto.. Uno psicoterapeuta ha riferito al regista che le persone depresse, se sotto una forte pressione, hanno una certa tendenza ad agire con più calma degli altri, in quanto già si aspettano avvenimenti drammatici. Il regista Trier ha poi costruito una storia senza le caratteristiche di un film catastrofico e senza l’ambizione di rappresentare realisticamente l'astrofisica, bensì con l’obiettivo di esaminare ed approfondire la psiche umana durante una catastrofe.

L'idea di una collisione planetaria fu invece ispirata da vari siti web riguardanti teorie a proposito di questi eventi. Lars von Trier decise fin da subito che, già all'inizio del film, il fatto che sarebbe avvenuta la fine del mondo sarebbe stato chiaro allo spettatore,  in modo tale da non distrarlo con la suspense dovuta “cosa accadrà?”. Come sottolineato nel corso del dibattito, mutatis mutandis, sotto un profilo strettamente narrativo,si tratta fondamentalmente dello stesso meccanismo alla base di capolavori come Double Indemnity (La fiamma del peccato, 1944) di Billy Wilder (considerato, insieme a Il mistero del falco di John Huston, Il grande sonno di Howard hawks, Il postino suona sempre due volte di Tay Garnett e Out of the Past - Le catene della colpa o La banda degli implacabili, come uno fra i migliori noir americani degli anni Quaranta) o telefilm polizieschi come Il Tenente Colombo (1968; 1971-78) e Il ritorno di Colombo (1989-93 più alcuni film tv realizzati fra il ’95 ed il 2002), in cui, notoriamente, fin dal primo quarto d’ora/venti minuti lo spettatore sa chi è l’assassino, in che modo ha commesso l’omicidio (modalità) e perché (movente), ergo l’interesse fondamentale non è più nel “chi è stato”? (tipico del giallo classico, sia in letteratura sia al cinema ed in televisione), bensì nel come farà il detective a ricostruire tutta la vicenda ed a rimettere insieme tutte le tessere del mosaico).

I personaggi delle due sorelle è stato sviluppato attraverso uno scambio di lettere fra Lars von Trier e Penélope Cruz, la quale Cruz scrisse di voler lavorare con il regista danese e di aver molto apprezzato il dramma teatrale The Maids di Jean Genet. Nel corsi dei vari tentativi di Lars von Trier di scrivere un ruolo per l'attrice spagnola, le due donne del dramma si evolsero nelle sorelle Justine (la brava Kirsten Dunst) e Claire (una superlativa Charlotte Gainsbourg, già protagonista di Antichrist e che tornerà anche nel successivo Nymphomaniac) di Melancholia. Il profilo del personaggio di Justine si rifà a quello dello stesso regista, mentre il nome s’ispira libro del (1791) del Marchese de Sade Justine o le disavventure della virtù.

Il film è stato prodotto dalla Zentropa, casa di produzione danese fondata nel ’91 dallo stesso Lars von Trier (insieme a Peter Aalbæk Jensen) in co-produzione con Sweden's Memfis Film (Svezia), France's Slot Machine e Liberator Productions (Francia), e Pappagallo Films (Italia). Cifre considtenti provengono dal Danish Film Institute (Danimarca) da Eurimages (Francia) e dallo Swedish Film Institute (Svezia).

Penelope Cruz avrebbe dovuto interpretare il ruolo principale, ma fu costretta ad abbandonare quando il calendario delle riprese di un altro progetto venne modificato. Lars von Trier, seguendo consiglio del regista americano Paul Thomas Anderson, offrì il ruolo a Kirsten Dunst.

Melancholia cita più volte il personaggio di Ofelia (di Amleto di Shakespeare), aristocratica danese fidanzata del principe e morta suicida dopo l'abbandono di lui. Nella locandina del film, nonché in una scena del prologo, troviamo Kirsten Dunst che si lascia trasportare dal fiume proprio come Ofelia nel celebre dipinto omonimo (1952) di John Everett Millais.  In seguito, durante la prima parte del film (quella dedicata a Justine) la protagonista apre i libri di arte nella biblioteca del marito (Kiefer Sutherland) di sua sorella e mette in mostra, fra le altre cose, anche il dipinto di J. E. Millais.

Il film è stato presentato in Francia (al sessantaquattresimo Festival di Cannes) nel maggio 2011, mentre, negli Stati Uniti, è stato proiettato al New York Film Festival all’inizio di ottobre dello stesso anno. In Italia è distribuito nei cinema a partire dalla seconda metà di ottobre.

A fronte di un budget stimato compreso fra i sette e i dieci milioni di dollari, Melancholia ha incassato oltre 18 milioni nel mondo, a cui ne vanno aggiunti altri due in vendite di Dvd.

L'Associazione Culturale Armonia dei Contrari prosegue dunque il suo cineforum all'insegna del cinema di alto livello e della qualità e varietà dell'offerta.   

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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