Michael Nyman alla Festa del Cinema di Roma

Sullo schermo si susseguono le immagini de I misteri del giardino di Compton House (1982) di Peter Greenway, Lezioni di piano (1993) di Jane Campion, Gattaca - La porta dell’universo (1997) di Andrew M. Niccol,accompagnate dalle colonne sonore immediatamente e facilmente riconoscibili.Un prestigioso “biglietto da visita” che anticipa l’entrata in scena di Michael Nyman. Una lunga ed informale chiacchierata con il grande compositore inglese che affronta soprattutto il profondo rapporto fra le strutture musicali, la fotografia ed il montaggio. Perché Michael Nyman, oltre che oltre che un noto compositore e direttore di musiche per film, è anche un regista sperimentale, ergo il suo intervento assume subito un valore teorico passando dalle sonorità “pensate” alle immagini “filmate” ed illuminando una pratica filmica abbondantemente sperimentata.
«Non vorrei addentrarmi anche in questa sede nella definizione di Minimalismo. Nel corso degli anni è stata affrontata fin troppo. Voglio solo portare qualche testimonianza del mio lavoro. Forse in questo modo si comprende meglio il concetto di fondo. Un esempio: prima di venire qui a Roma ero in Polonia, dove ho girato un breve film. Ero in una camera d’albergo, avevo quasi finito di fare le valigie, quando vedo dalla finestra un addetto alla pulizie dei vetri. Era sorretto da una solida impalcatura, sospeso nel vuoto, ed eseguiva i suoi gesti ripetitivi e ritmati pulendo in modo molto meticoloso le finestre dell’albergo. Io lo filmavo. Ad un certo punto ci siamo anche salutati. Ecco, filmare la vita e trovarne le sue strutture più nascoste rappresenta il cuore del mio modo di fare film. In questo caso il processo di trasformazione da girato a montaggio finale sarà solo quello di aggiungere le musiche ed i titoli di coda. Ovviamente non funziona sempre così, ma, come regista, il fatto di cogliere la vita mentre si svolge è la cosa che più mi interessa».
Le domande di Mario Sesti e Francesco Zippel si focalizzano su tale fertile scarto fra immagine e musica e sulle sue implicazioni nel lavoro di Michael Nyman. «Ho cominciato a fare il regista nel 1967 a Londra. Il film era Love, Love, Love ed è un montaggio di riprese di manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Portai tutto il materiale dal mio amico Peter Greenaway e lui mi disse: “Michael il girato è una cosa, il film è tutt’altra. Devi trovare una strada, un punto di vista, un montaggio che sia in grado di coglier quello che vuoi raccontare”. Da lì son partito. Un’altra esperienza fondamentale è stata scrivere musica per le immagini di Dziga Vertov. Ho riflettuto molto spesso sui miei film e sulla mia musica con il ritmo vertoviano del montaggio».
Connessioni ideali sperimentate anche qui a Roma: «È avvenuta una cosa strana e bella ieri. Ho chiesto ad Antonio Monda di consigliarmi un film da vedere e lui mi ha nominato Mademoiselle Paradis di Barbara Albert. Un film su una pianista non vedente. Francamente, leggendo la sinossi, ero molto dubbioso.Noi musicisti in genere diffidiamo dei film sui musicisti, perché raramente riescono a cogliere al meglio l’essenza del processo creativo. Questo film invece mi ha totalmente catturato. Ero incredulo. E nello stesso tempo questa storia era per me molto familiare. Mi è venuta in mente la musica che ho scritto nel '94 per il film Mesmer, una storia idealmente connessa a quella raccontata nel bellissimo film di Barbara Albert. Un’esperienza che ho ritrovato nel mio passato e che ho rivissuto con forza. Molte fra le mie composizioni musicali nascono in questo modo, hanno origine in forti esperienze vissute. Alcune colonne sonore le scrivo velocemente, altre, come quella di Lezioni di piano, sono molto più sofferte. Ma tutte hanno all’origine, un sentimento personale».
Sullo schermo si vedono poi alcuni frammenti di un film di Michael Nyman intitolato Privado, girato alla fine degli anni Novanta «in Messico, nel corso di una rappresentazione napoleonica che faceva un gran rumore. Tuttavi, quella rappresentazione in costume non si vede mai, mi interessava questa bambina che si copre le orecchie per il rumore ed il movimento così ritmato delle persone intorno a lei. Piazzo la macchina da presa sul mondo e cerco invisibili connessioni con le strutture di fondo della vita. Perché son convinto del fatto che dietro ogni superfice si trovi una storia molto più grande».
Michael Nyman (Londra, 1944) è compositore, pianista, musicologo e librettista. Diplomato alla Royal Academy of Music e al King's College di Londra, è stato dapprima critico musicale, per poi cominciare a comporre musica per cortometraggi.
Nel '67 ha cominciato una lunga collaborazione con il regista gallese Peter Greenway, per il quale ha scritto le colonne sonore di molti film (Cinque cartoline da città capitali - 1967 -, Remake delle fattezze musicali - 1977 -, Goole in cifre - 1977 , Un viaggio attraverso H - 1978 -, 1-100 - 1978 -, Le cadute - 1980 -, Atto di Dio - 198, Terence Conran - 1981 -, I misteri del giardino di Compton House - 1982 -, The Coastline - 1983 -, Facendo un tuffo - 1984 -, Lo zoo di Venere - 1985 -, Inside Rooms: 26 Bathroom, London & Oxfordshire, 1985 - 1985 , Il mare nelle loro vene - 1988 - , Death in the Seine - 1988 , Fear of Drowning - 1988 -, Giochi nell’acqua - 1988 -, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante - 1989-, La stretta di mano di Hubert Bals - 1989 -, L’ultima tempesta - 1991).
La sua popolarità è molto aumentata all'uscita di Lezioni di piano (1993) di Jane Campion, di cui ha scritto la colonna sonora. In seguito ha composto le musiche per film come Gattaca - La porta dell'universo (1998) di Andrew M. Niccol e Fine di una storia (1998) di Neil Jordan.
Tuttavia, è noto anche per i suoi lavori musicali non connessi al cinema, fra cui ricordiamo l'opera The Man Who Mistook His Wife for a Hat (1986), ispirato ad case-study di Oliver Sacks, Noises, Sounds & Sweet Airs (1987), per soprano, contralto, tenore ed ensemble strumentale (ispirato al suo spartito per La Princesse de Milan), Ariel Songs (1990), per soprano e banda, MGV - Musique à Grande Vitesse (1993), per gruppo, concerto per piano (ispirato allo spartito di Lezioni di piano), clavicembalo, trombone e sassofono, e numerosi quartetti per archi.
Molte composizioni sono state scritte per il suo gruppo, The Michael Nyman Band, formato nel 1977 per una produzione de Il Campiello di Carlo Goldoni. Originariamente costruito su antichi strumenti come la ribeca e la cennamella (affiancati da strumenti più moderni come il sassofono per produrre un suono alto senza amplificazione), in seguito è stato trasformato in un gruppo completamente amplificato di quartetto d'archi, tre sassofoni, trombone basso, chitarra basso e pianoforte.
Nel ’74 ha scritto un libro sulla musica sperimentale intitolato Experimental Music: Cage and Beyond, ed in cui esplora l'influenza di John Cage sui compositori classici.
Rappresentante del minimalismo musicale - nel ’69 è stato fra i primi ad utilizzare tale espressione in un contesto musicale -, dopo aver collaborato con numerosi altri registi (ricordiamo Robert Young, Richard Loncraine, Roy Ward Baker, Geoffrey Sax, Fernand Léger, Jean-Pierre Mocky, Patrice Leconte, Guillaum Nicloux, Jeremy Newson, Volker Schlondorff, Diane Kurys, Roger Spottiswoode, Christopher Hampton, Damon Albarn, Michael Winterbottom, Karel Reisz, Ruper Wyatt, Laurent Bouhnik, Anne Fontaine, Laurence Dunmore, James Mars,, a partire dal 2009 Michael Nyman ha deciso di passare dietro la macchina da presa, pubblicando il libro fotografico Sublime e realizzando alcuni video. Ha anche registrato musica pop con i Flying Lizards.
Nel dicembre 2010 la band italiana Belladonna ha pubblicato Let There Be Light, un singolo scritto in collaborazione con Michael Nyman, ispirato alla sua The Heart Asks Pleasure First dalla colonna sonora di Lezioni di piano, ed in cui il pianoforte viene suonato dallo stesso Nyman.
Alessandro Poggiani
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