Retrospettiva su Arthur Penn alla Festa del Cinema di Roma

una scena di "Bersaglio di notte" una scena di "Bersaglio di notte"
È stata dedicata a Arthur Penn la retrospettiva, a cura di Mario Sesti, della XVI edizione della Festa del Cinema di Roma.

Un approfondimento dell’opera di uno fra i più grandi maestri del cinema americano con una particolare attenzione all’estetica, al linguaggio e alle tecniche che lo hanno reso un esempio per le successive generazioni di cineasti.

Non sono molti i registi che, come lui, hanno diretto attori importanti come Marlon Brando, Robert Redford, Jane Fonda, Ann Bancroft, Warren Beatty, Dustin Hoffman, Gene Hackman, Paul Newman, Jack Nicholson e Faye Dunaway. E sicuramente non sono molti gli autori che possono dire di aver ricevuto sul set la visita di cineasti “leggendari” come Jean-Luc Godard e François Truffaut, come racconta lui stesso nella Mise en scene with Arthur Penn di Amir Naderi, che è stata proiettata integralmente nel corso della retrospettiva. Come tutti i grandi registi, Arthur Penn non era tale perché in possesso di uno stile inconfondibile, ma perché era in grado di disinnescare, fare proprio e rendere trasparente, qualunque stile: quello del western (Furia selvaggia - Billy Kid - 1958 -, Piccolo grande uomo - 1970 -, Missouri - 1976), del gangster movie (Bonnie & Clyde - 1967) e del noir (Bersaglio di notte - 1975).

Conoscere l’opera di Arthur Penn significa conoscere meglio anche il cinema. Ad esempio, i film di Penn hanno forse alcuni fra i più bei finali della storia del cinema, in grado di affondare per sempre nella memoria di coloro i quali/le quali li hanno visti: indimenticabili, ad esempio, quelli di Piccolo grande uomo e di Bersaglio di notte. «Il più bel ricordo che ho di lui è quando lo accompagnai in albergo dopo l’incontro all’Auditorium di Roma nel 2004. Lo rivedo esile come uno schizzo a carbone, allontanarsi nella hall con un impermeabile chiaro stretto in vita. Quell’uomo minuto, morbido, gentile e sorridente, dall’infanzia così difficile e dal rigore inflessibile, così accogliente nella conversazione e così acuto nel mettere in luce i torti del mondo, era, semplicemente, uno dei più grandi registi viventi. Come uno dei più grandi attori di questo pianeta, aveva l’aria di saperlo bene e allo stesso tempo di non curarsene minimamente», ha dichiarato Mario Sesti.

I film di A. Penn (1922-2010) proiettati nel corso della retrospettiva alla Casa del Cinema a Villa Borghese, sono stati Furia selvaggia - Billy Kid (The Left-Handed Gun, 1958), con un giovane Paul Newman ad inizio carriera, Lita Milan, John Dehner, Hurd Hatfield, James Congdon e James Best, The Miracle Worker (1962), con Anne Bancroft, Patty Duke, Victor Jory, Inga Swenson, Andrew Prine, Mickey One (1965), con Warren Beatty, Alexandra Stewart, Hurd Hatfield, Franchot Tone, Teddy Hart, La caccia (The Chase, 1966), con Marlon Brando, Jane Fonda, Robert Redford, Angie Dickinson, Robert Duvall, Bonnie and Clyde (1967), con Warren Beatty, Faye Dunaway, Gene Hackman, Michael J. Pollock, Estelle Parsons e Denver Pyle, Alice’s Restaurant (1969), con Arlo Guthrie, Patricia Quinn, James Broderick, Pete Seeger, Lee Hays, Michael McClanathan, Piccolo grande uomo (Little Big Man, 1970), interpretato da Dustin Hoffman, Faye Dunaway, Chief Dan George, Martin Balsam, Richard Mulligan, e considerato - insieme a Ucciderò Willy Kid (1969) di Abraham Polonski, Un uomo chiamato cavallo (1970) di Elliot Silverstein, Soldato blu (1970) di Ralph Nelson, Uomo bianco… va col tuo Dio! (1971) di Richard C. Sarafian, Corvo rosso… non avrai il mio scalpo! (1972) di Sydney Pollack - come uno fra i migliori western filoindiani e antimilitaristi della cosiddetta New Hollywood di fine anni Sessanta/inizio Settanta, Bersaglio di notte (Night Moves, 1975), con Gene Hackman, Susan Clark, Jennifer Warren, Harris Yulin, Edward Binns e James Woods, Missouri (The Missouri Break, 1976), con Marlon Brando, Jack Nicholson, Randy Quaid, Kathleen Lloyd, Frederic Forrest, Harry Dean Stanton, Four Friends (1981), con Craig Wasson, Jodi Thelen, Michael Huddleston, Jim Metzler, Lois Smith e Reed Birney, Target (1985), con Gene Hackman, Matt Dillon, Gayle Hunnicutt, Josef Sommer, Victoria Fyodorova, Penn & Teller Get Killed (1989), con Penn Jillette Teller, Caitlin Clarke, David Patrick Kelly, Leonardo Cimino, Bill Randolph.

Infine, sabato 23 ottobre, si è svolta una “Conversazione su Arthur Penn”, una tavola rotonda condotta da Mario Sesti e Giorgio Gosetti, con interventi in video di Enrico Ghezzi e Mario Martone, ed a cui hanno partecipato anche Donatello Fumarola (di Fuori Orario) ed il regista Francesco Calogero.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.