Tutti dovrebbero sentirsi i benvenuti in una sala cinematografica

L’obiettivo di Ciné-ma difference è rendere possibile alle persone con problemi del comportamento di frequentare una sala cinematografica. Un momento di piacere e condivisione del quale molte famiglie sono private: “pur di non sentirsi umiliate e invitate a uscire da un cinema, le persone si autorecludono” dichiarano le fondatrici dell’associazione Catherine Morhange e Salome Chatelard.
È permettere di trascorrere qualche ora in serenità e insieme agli altri, quali che siano le difficoltà e la maniera di esprimere le proprie emozioni, l’obiettivo dell’associazione che soffia le sue 10 candeline con un breve film per sensibilizzare il pubblico attualmente proiettato nelle sale cinematografiche francesi e su alcuni canali televisivi d’Oltralpe. L’iniziativa ha ricevuto recentemente anche il plauso di Ségolène Neuville, segretario di Stato incaricato delle persone disabili e della lotta contro l’esclusione.
Nel corto, il protagonista Ludovic si immagina interpretare diversi ruoli, dal presidente degli Stati Uniti all’astronatua, passando per il Re Sole e il cow boy; si immedesima negli eroi delle pellicole, ma quando ritorna alla realtà ed è in fila per compare un biglietto del cinema, gli sguardi della gente infastidita dal suo comportamento si scontrano con il suo mondo.
“L’accessibilità in generale - e al cinema in particolare - è spesso considerata soltanto dal punto di vista tecnico. Ma, per alcune categorie di persone disabili, la “tecnica” non è una risposta adeguata o sufficiente, hanno bisogno di una risposta “umana”, dettata dalla sensibilità, e l’accoglienza è la parola principale”, prosegue Catherine Morhange.
Ciné-ma différence ha dunque creato un dispositivo che adatta le proiezioni, aperte a tutti (persone con e senza disabilità), a questo pubblico che ne è escluso di fatto. La sua rete in dieci anni si è estesa da Parigi a tutta la Francia e al Belgio, vedendola presente in 30 città e tra poco l’associazione festeggierà anche la sua millesima proiezione.
Il suo è un modello “semplice” che dovrebbe essere adottato anche in Italia. Le proiezioni sono all’interno della programmazione normale di un cinema, possibilmente accessibile alle persone con problemi di mobilità. I volontari preparati, facilmente individuabili per il loro gilet giallo, all’esterno informano sulla natura della proiezione, distribuendo del materiale e all’interno gestiscono eventuali movimenti di tutti gli spettatori, come fossero delle normali maschere.
Le luci si abbassano lentamente, il volume non è troppo forte e le pellicole – selezionate tra la programmazione ufficiale della sala – sono adatte a un pubblico vario e un piccolo spot ricorda che quella che va ad iniziare è una proiezione Ciné-ma différence. Molti resteranno stupiti dal fatto che chi ha dei disturbi comportamentali sa essere un buon spettatore cinematografico e che, abituato alla sala, è anche molto più discreto e attento di tante altre persone.
