Un anno senza Franco Citti, l'Accattone di Pasolini

Franco Citti con Pier Paolo Pasolini alla prima di "Accattone" Franco Citti con Pier Paolo Pasolini alla prima di "Accattone" foto Carlo Riccardi
Un anno fa, il 14 gennaio 2016, moriva a Roma Franco Citti, l'indimenticato Accattone nell'omonimo film di Pier Paolo Pasolini.

Nato a Roma - nella borgata di Tor Pignattara - nell’aprile 1935, indissolubilmente legato all’universo di Pier Paolo Pasolini (1922-1975) ed alle sue variazioni, in oltre quaranta film consolida una carriera da autodidatta.

Dopo la rivelazione del suo folgorante esordio cinematografico con la maschera di Accattone nel già citato film (1961) di Pier Paolo Pasolini (al suo esordio alla regia), in perfetta sintonia con il “primitivismo” fotografico del regista, segue la parabola creativa del suo mentore dando vita al cinico ex protettore di Anna Magnani in Mamma Roma (1962), a Edipo in Edipo re (1967), al cannibale di Porcile (1969), ed a varie figure nella cosiddetta “Trilogia della vita” (Il Decameron - 1971 -, I racconti di Canterbury - 1972 -, Il fiore delle Mille e una Notte - 1974).

Nel frattempo, con tragica e autentica vitalità, prosegue nella caratterizzazione di personaggi del sottoproletariato, inaugurando con Ostia (1971) il viscerale e istrionico cinema del fratello Sergio Citti (1933-2005), di cui rimarrà naturale interprete fino a I magi randagi (1996) e Cartoni animati (1997), passando per Storie scellerate (1973), Casotto (1977), Due pezzi di pane (1978), Il minestrone (1981), il televisivo Sogni e bisogni (1985) e Mortacci (1989).

Fra gli altri film ricordiamo Parigi proibita (1963) di Marcel Carné, Requiescant (1967) di Carlo Lizzani, Seduto alla sua destra (1968) di Valerio Zurlini, La legge dei gangsters (1969) di Siro Marcellini, Roma (1972) di Federico Fellini, Ingrid sulla strada (1973) di Brunello Rondi, Storia de fratelli e de cortelli (1974) di Mario Amendola, Colpita da improvviso benessere (1975) di Franco Giraldi, Todo Modo (1976) di Elio Petri,  tratto dall’omonimo libro di Leonardo Sciascia, e suo primo film dopo il barbaro assassinio di Pier Paolo Pasolini (avvenuto all’idroscalo di Ostia nella notte fra il primo e il 2 novembre 1975), Il gatto dagli occhi di Giada (1977) di Antonio Bido, La luna (1979) di Bernardo Bertolucci, Ciao Marziano (1980) di Pier Francesco Pingitore, La coda del diavolo (1987) di Giorgio Treves, Rosso di sera (1988) di Beppe Cino, Kafka – La colonia penale (1988) di Giuliano Betti, Il Padrino Parte III (1990) di Francis Ford Coppola, Il segreto (1990) di Francesco Maselli, Il sindaco (1996) Di Ugo Fabrizio Giordani, Il miracolo di Sant’Oronzo (1997) di Luca Verdone.

È stato attivo anche in teatro (I giganti della montagna e Tamerlano - 88 -, per la regia di Carlo Quartucci) e in televisione (I promessi sposi - 1989 - di Salvatore Nocita, in cui interpreta il ruolo di Grignapoco).  

A partire dal ’98, un ictus ed altre difficoltà di salute compromettono irrimediabilmente la sua vita e, di fatto, interrompono la sua carriera d’attore.

Alcune foto di Franco Citti sono ammirabili nella mostra fotografica I tanti Pasolini, curata dall’Archivio Fotografico Riccardi con l’obiettivo di ricordare lo scrittore, saggista, regista e intellettuale friulano, e formata da ventisei scatti del grande fotografo Carlo Riccardi degli anni compresi fra il 1960 e il 1969.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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