Un ricordo di Deborah Kerr nel centenario della sua nascita

Nata a Helensburg - in Scozia – nel 1921 (muore a Botesdale - nel Suffolk - nell’ottobre 2007), già ballerina e attrice di teatro, esordisce al cinema in Il maggiore Barbara (1941), elegante commedia tratta da George Bernard Shaw e diretta da G. Pascal, Harold French e David Lean.
Tre anni dopo, la sua performance nel triplice ruolo in Duello a Berlino (1944) di Michael Powell ed Emeric Pressburger la trasforma in una sorta di simbolo della bellezza britannica.
Protagonista del melodramma in costume (Il castello del cappellaio - 1941 - di L. Comfort e dello spionaggio rosa (Agente nemico - 1946 - di F. Launder), arriva all’affermazione internazionale nel ruolo di una suora severa e determinata in Narciso nero (1947) di M. Powell e E. Pressburger.
Trasferitasi ad Hollywood, viene messa sotto contratto dalla Metro Goldwyn Mayer e attraversa numerosi generi (I trafficanti - 1947 - di Jack Conway, in cui recita con Clark Gable, Le miniere di re Salomone - 1950 - di Compton Bennett e Andrew Marton, con Stewart Granger, Bagliori ad Oriente - 1951 - di Charles Vidor, con Alan Ladd e Charles Boyer) fino a quando, nel melodramma bellico Da qui all’eternità (1953) di Fred Zinnemann, tratto da un libro di James Jones, e in cui recita con Burt Lancaster, Montgomery Clift, Frank Sinatra (Oscar come Miglior Attore Non Protagonista) e Ernest Borgnine, non si libera della sua algida aura britannica.
Molto brava nel dramma in costume (Giulio Cesare - 1953 - Joseph L. Mankiewicz, con Marlon Brando e James Mason), alterna commedie (La sposa sognata - 1953 - di Sidney E. Sheldon, con Cary Grant, e Tè e simpatia - 1956 - di Vincente Minnelli) e musical (il celebre Il re ed io - 1956 - di Walter Lang, con Yul Brynner), al melodramma (Un amore splendido - 1957 - di Leo McCarey, in di nuovo con Cary Grant) all’avventura bellica (L’anima e la carne - 1957 - di John Huston, con Robert Mitchum).
Dopo Il viaggio (1959) di Anatole Litvak, con Yul Brynner, Jason Robards (al suo esordio cinematografico), Robert Morley, E. G. Marshall e Ron Howard bambino (al suo primo film), la commedia L’erba del vicino è sempre più verde (1960) di Stanley Donen, con Cary Grant, Robert Mitchum e Jean Simmons, I nomadi (1960) di Fred Zinnemann, con R. Mitchum e Peter Ustinov, e Il dubbio (1961) di Michael Anderson, con Gary Cooper (al suo ultimo film), torna a produzioni britanniche come il giallo Suspense (1961) di Jack Clayton e il dramma psicologico Il giardino di gesso (1964) di Ronald Neame.
Negli Stati Uniti fornisce altre ottime performances drammatiche (La notte dell’iguana - 1964 - di John Huston, con Ava Gardner e Richard Burton), fino ad arrivare a un nuovo apice (I temerari - 1969 - di John Frankenheimer, con Burt Lancaster e Gene Hackman).
Fra gli altri film ricordiamo Edoardo mio figlio (1949) di George Cukor, con Spencer Tracy, il celebre kolossal Quo vadis? (1951) di Mervyn LeRoy, con Robert Taylor e Peter Ustinov, Il prigioniero di Zenda (1952) di Richard Thorpe, con Stewart Granger e James Mason, La regina vergine (1953) di George Sidney, con Jean Simmons e S. Granger, La fine dell’avventura (1955) di Edward Dmytryk, tratto da un libro di Graham Greene ed interpretato da Van Johnson, Anche gli eroi piangono (1956) di George Seaton, con William Holden, Buongiorno tristezza! (1958) di Otto Preminger, tratto dal romanzo omonimo di Françoise Sagan ed interpretato con David Niven, Tavole separate (1958) di Delbert Mann, con Burt Lancaster, Rita Hayworth e D. Niven, Patto a tre (1965) di Jack Donohue, con Frank Sinatra e Dean Martin, Cerimonia per un delitto (1967) di Jack Lee Thompson, con D. Niven, James Bond 007 - Casino Royale (1967) di John Huston, Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath e Robert Parrish.
Dopo Il compromesso (1969) di Elia Kazan, con Kirk Douglas, abbandona il cinema e, nei successivi quindici anni, reciterà solo a teatro e in televisione.
Torna sui set cinematografici alla metà degli anni Ottanta in Il giardino indiano (1985) di Mary McMurray e, dopo il film tv Ritorno alla base (1985) di Herbert Wise, in cui recita per la quarta ed ultima volta con Robert Mitchum, torna nuovamente a teatro.
Dopo aver ottenuto, nel corso della sua carriera cinematografica, ben sei Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista - senza mai vincerlo -, nel ’94 riceve un meritato Oscar alla Carriera, pochi anni prima di ritirarsi a vita privata.
Alessandro Poggiani
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