Un ricordo di Ettore Scola nell’anniversario della sua nascita

Un ricordo di Ettore Scola nell’anniversario della sua nascita foto Maurizio Riccardi
Il grande regista e sceneggiatore di film quali “La congiuntura”, “Il commissario Pepe”, “C’eravamo tanto amati”, “Una giornata particolare”, “La terrazza”, “Il mondo nuovo”, “Ballando ballando”, “Romanzo di un giovane povero”, “La cena”, “Concorrenza sleale”, “Che strano chiamarsi Federico” e molti altri, avrebbe novant’anni.

Nato a Trevico (AV) nel 1931 - muore a Roma nel gennaio 2016 -, si trasferisce a Roma molto giovane ed alla fine degli anni Quaranta comincia a disegnare vignette umoristiche. Giovanissimo, entra nella redazione del «Marc’Aurelio», noto giornale satirico a cui collaborò anche Federico Fellini (1920-1993).

Al cinema esordisce all’inizio degli anni Cinquanta come sceneggiatore, lavorando ad alcuni fra i più significativi film dell’epoca - da Un americano a Roma (1954) di Steno a Il sorpasso (1962) e I mostri (1963) di Dino Risi, passando per Adua e le compagne (1960) di Antonio Pietrangeli - per poi esordire dietro la macchina da presa nel ’64 con Se permettete, parliamo di donne, scritta insieme a Ruggero Maccari.

L’anno seguente dirige Il vittimista (1965), uno fra i tre episodi di Thrilling. Gli altri due, L’autostrada del sole e Sadik, sono diretti rispettivamente da Carlo Lizzani e Gian Luigi Polidoro. (Foto sul set di Carlo Riccardi - Archivio Riccardi)

Negli anni Sessanta, fra gli altri firma L'arcidiavolo (1966), Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) e Il commissario Pepe (1969).

Tuttavia, sarà il decennio successivo a consacrarlo come uno fra i più grandi autori italiani del periodo, in grado di superare i limiti della Commedia all’italiana per mostrare tutte le nostre paure e fragilità. Nel ’74 uno fra i suoi capolavori, C'eravamo tanto amati (Nastro d’Argento per la Miglior Sceneggiatura), una riflessione dolceamara sul dopoguerra, sulle trasformazioni che l’Italia ha dovuto attraversare e sul bilancio di un’amicizia.

La sua grande sensibilità appare chiaramente anche nei successivi Brutti, sporchi e cattivi (1976), premiato a Cannes per la Migliore Regia, il film a episodi I nuovi mostri (1977) - gli episodi L’uccellino della Val Padana, Il sospetto, Hostaria, Come una regina, Cittadino esemplare, Sequestro di persona cara, Elogio funebre - e Una giornata particolare (1977), con Marcello Mastroianni e Sophia Loren, e con cui vince il David di Donatello per la Miglior Regia ed il Nastro d’Argento per la Miglior Sceneggiatura.

Negli anni Ottanta, con La terrazza (1980) - Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes e Nastro d’Argento come Miglior Sceneggiatura - e La famiglia (1986) - David di Donatello come Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, e Nastro d’Argento come Miglior Sceneggiatura - analizza, con grande forza narrativa e registica, le contraddizioni che si sono sviluppate all’interno della società italiana.

Nell’ultima fase della sua carriera, si ricordano Romanzo di un giovane povero (1995), La cena (1998), con Vittorio Gassman, Fanny Ardant e Stefania Sandrelli, e Concorrenza sleale (2001), con Sergio Castellitto e Diego Abatantuono.

Nel 2011 viene premiato con un meritato David di Donatello alla Carriera. Il suo ultimo lungometraggio, Che strano chiamarsi Federico (2013) è un intenso omaggio all’amico e collega Federico Fellini, che negli anni Settanta era apparso come attore - nel ruolo di se stesso - nel già citato C’eravamo tanto amati. La carriera di Ettore Scola, regista che nel corso della sua lunga carriera ha sempre amato sperimentare, forse non poteva chiudersi in maniera migliore.

 

Fra gli altri film da lui diretti ricordiamo La congiuntura (1964), Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (1970), Permette? Rocco Papaleo (1971), La più bella serata della mia vita (1972), Trevico-Torino - Viaggio nel Fiat-Nam (1973), Signore e signori buonanotte (1976), diretto insieme a Age [Agenore Incrocci], Leonardo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro e Furio Scarpelli, Passione d’amore (1981) - Nastro d’Argento come Miglior Sceneggiatura -, Il mondo nuovo (1982), con cui vince il David di Donatello per la Miglior Sceneggiatura, Ballando ballando (1983) - David di Donatello come Miglior Film e Miglior Regia - Maccheroni (1985), Splendor (1989), Che ora è (1989), Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), Mario, Maria e Mario (1993), Gente di Roma (2003).    

Fra le pellicole da sceneggiatore Canzoni, canzoni, canzoni (1953) e Non sono più guaglione (1958) di Domenico Paolella, Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli, Una parigina a Roma (1954) di Erich Kobler, Accadde al penitenziario (1955) e Il conte Max (1957) di Giorgio Bianchi, Lo scapolo (1955), Nata di marzo (1958), Fantasmi a Roma (1961), La parmigiana (1963), La visita (1963), Il magnifico cornuto (1964) e Io la conoscevo bene (1965) - Nastro d’Argento come Miglior Sceneggiatura - di Antonio Pietrangeli, Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956) di Mauro Bolognini, I giorni più belli (1956) di Mario Mattoli, Mi permette, babbo! (1956) di Mario Bonnard, Il marito (1958) di Nanni Loy e Gianni Puccini, Totò nella luna (1958) di Steno, Nel blu dipinto di blu (1959) di Piero Tellini, Primo amore (1959) di Mario Camerini, Il mattatore (1960), La marcia su Roma (1962), Il gaucho (1964) e Il profeta (1968) di Dino Risi, Le pillole di Ercole (1960) di Luciano Salce, Il carabiniere a cavallo (1961) di Carlo Lizzani, Gli anni ruggenti (1962) e Le dolci signore (1967) di Luigi Zampa, Il successo (1963) di Mauro Morassi, Follie d’estate (1963) di Carlo Infascelli e Edoardo Anton, Made in Italy (1965) di N. Loy.